Milano travolta dallo Tzunami Beppe Grillo, che urla ai Politici “Arrendetevi siete circondati”
Piazza del Duomo di Milano gremita, che risponde con cori spontanei. Dario Fo dice ai giovani “ribaltate tutto”
La piazza si era riempita fin dal pomeriggio ed alle 17 era già piena e, ma man mano, che passava il tempo era sempre più piena fino ad essere gremita all’inverosimile, quando Beppe Grillo, un vero “Tzunami” umano esce dal suo camper assediato dai cinefotooperatori che lo inseguono fino a che non arriva sul palco e la festa comincia…
Secondo le forze dell’ordine sarebbero stati 35mila, ma secondo gli organizzatori invece i presenti sarebbero stati 80mila e credo questa sia la cifra più verosimile alla realtà. Le presenze hanno continuato a crescere durante il comizio dell’ex comico fino a riempire la piazza che esplode in un applauso infinito quando Grillo saluta Milano e comincia fare il suo discorso. Più volte viene dall’entusiasmo irrefrenabile della folla che urla spontaneamente “Tutti a casa, tutti a casa“, oramai diventato uno slogan del movimento.
Grillo inizia decantando i risultati di M5S dicendo rivolto alla piazza: “Era imprevedibile quello che vedo questa sera, chi se lo aspettava tre anni fa? Sto girando l’Italia – aggiungeva – e sono a pezzi, ma felice’’. La gente mi accoglie e mi mettono sul camper di tutto, e noi poi barattiamo i prosciutti ed altre cose con la benzina. Tutto lo staff è fatto di gente volontaria, che non lo fa per guadagno.
Il leader del Movimento Cinque Stelle attacca quindi i politici italiani dicendo loro: “Sta finendo un’epoca e allora si vogliono coalizzare e zampettano in tv, dove vanno a prenderci per il culo. Se ne devono andare tutti a casa. Stiamo per andare a votare gli stessi che ci stanno portando alla rovina”.
E la piazza gli fa eco con l’urlo “Tutti a casa… tutti a casa...”, mentre Grillo urla a sua volta “Il mio grido è arrendetevi, siete circondati dal popolo italiano. Vi prometto che non useremo violenza su di voi, vi accarezzeremo come si fa con i malati di mente. Dovete andarvene finchè siete in tempo“.
Nei passaggi del discorso, Grillo non poteva non fare leva sul problema lavoro e disoccupazione, che è un dei temi più sentiti specialmente dei giovani che non riescono ad inserirsi nel mondo del lavoro: “Sapete – diceva Grillo – la prima cosa da fare è il lavoro. Il Lavoro è una parte importante della tua vita, ma non deve essere la tua vita”. Poi aggiungeva precisando “Guardate il Pil: un terzo del Pil è fatto con il lavoro che facciamo per fare cose che crollano, un terzo per riparare le cose che crollano…. Fai studiare i figli, università, master ecc. e poi li devi mandare all’estero, altrimenti finiscono al call center: che ci vadano i figli della Fornero!”
Per fare questo, diceva l’ex comico genovese, servono i soldi e noi prenderemo “Un miliardino dai rimborsi elettorali dei partiti con effetto retroattivo“. Noi – aggiungeva – “ siamo un Movimento nato 3 anni fa senza soldi, senza chiedere nulla a nessuno, con tutti i media contro, e in tre anni siamo diventati la terza…la seconda… ma che dico…. la prima forza politica del Paese, questo è fantastico”.
Altro punto su cui batteva, parlando del problema disoccupati era il “reddito di cittadinanza” dando il tempo di cercare un lavoro dignitosamente. Toglieremo la cassaintegrazione, perchè è umiliante pagare una persona per non fare nulla.
A dare una mano a Grillo è arrivato sul palco, a sorpresa, anche il premio Nobel Dario Fo, il quale diceva “Mi sembra di essere tornato indietro alla fine dell’ultima guerra mondiale, quando in questa piazza urlava felice di gioia e misero alcune piante, che poi sparirono. Allora vi era non dico speranza, ma la certezza che si sarebbe rovesciato tutto, ma non ci siamo siamo riusciti, fatelo voi…, ribaltate tutto per favore”.
Grillo lo abbraccia e lo saluta dicendo: “Il più grande amico della mia vita è venuto a trovarmi”, precisando “pensate che abbiamo fatto un libro insieme e ‘Repubblica’ si e rifiutato di fare la recensione ad un Premio Nobel.
Sul palco infine le donne candidate in Lombardia, tra cui Silvana Carcano, candidata alla presidenza di Regione Lombardia. Questa ha detto: “Sono tutti a favore delle grandi opere delle grandi infrastrutture, in una regione che è tra le più cementificate d’Italia. Loro sanno bene che i costi saranno caricati sulle spalle nostre. Si fanno le grandi opere che ci fanno ammalare, per poi farci curare nelle cliniche ed ospedali diretti dai loro uomini. Noi abbiamo proposto di fare già una Giunta regionale Cinque Stelle. Per questo stanno arrivando curricola di persone più che competenti per ogni singola materia. Ma abbiamo bisogno di tutti voi, perchè non basta delegare con un voto, ma dovete starci addosso”. Infine dando le istruzioni di voto, concludeva al grido di “Buona democrazia a tutti“.
Grillo ha anche parlato dei tagli dicendo “Vogliamo ridiscutere la nostra sovranità. Economica ma anche alimentare. Pensate alle arance della Sicilia, buttate via perché bisogna comprare quelle dell’estero. Se Dobbiamo fare sacrifici, li facciamo tutti insieme. Cominciamo a tagliare da subito, dall’alto.
E parlando di Sicilia Grillo ribadiva il loro successo “Nessuno credeva che potessimo arrivare in Sicilia. Abbiamo portato gente semplice al parlamento siciliano, che hanno fatto quello che avevano detto: tengono per loro 2.500 euro al mese, mentre il resto confluisce in un fondo che sarà reditribuito come microcredito alla piccola e media impresa siciliana”.
Poi ha parlato di Fisco e del rapporto sbagliato di questo con le aziende. “Migliaia di aziende chiudono non per debito ma per credito: lo Stato paga dopo trecento giorni. I pagamenti dello stato devono avvenire a 60 giorni. Non si può vivere con la paura di tutto: ci sono una marea di leggi, che per starci dietro ti serve uno o più commercialisti per non sbagliare. All’estero non hanno il commercialista, non sanno nemmeno che cos’è. Io voglio andare all’Agenzia delle entrare e portare i miei documenti ed i conti me li devono fare loro”.
Ripetuti i riferimenti a “Gargamella”, al “Nano“, nomi usati per indicare Bersani e Berlusconi argomentando con frasi colorite i loro programmi, intercalandoli con battute da cabaret ad effetto, che strappavano applausi alla folla. D’altra parte lui viene dal mondo dello spettacolo e conosce bene come intrattenere il pubblico, non gli mancano le parole.
Il pubblico gradiva convinto le sue arringhe. Nessuna contestazione, nessun disordine. Anche se fa paura pensare che una forza come quella di ieri sera in Piazza Duomo potrebbe veramente “ribaltare” la città.
Sebastiano Di Mauro
20 febbraio 2013