Il presidente Napolitano parla per l’ultima volta agli italiani con il tradizionale messaggio di fine anno
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si è rivolto per l’ultima volta agli italiani, a reti unificate, per il tradizionale messaggio di fine anno.
Praticamente è stato un po’ anche un congedo davanti al Paese, perché il mandato è in scadenza e il nuovo Parlamento, che nascerà dopo le elezioni, dovrà eleggere il suo successore dopo che per sette anni ha occupato il suo ruolo con autorevolezza.
Sarà anche ricordato come il presidente, che con una fine manovra politico-diplomatica, pur rispettando le leggi ha congelato la democrazia e aperto la strada al governo tecnico di Mario Monti, per sostituire il governo Berlusconi.
Ora Napolitano si appella al Paese perché sa bene che le difficoltà economiche non sono finite ma ha parlato di speranza e fiducia nel futuro, chiedendo ai politici nuove leggi per le fasce sociali più deboli, sia pure non rinnegando la politica di rigore che ha evitato il default.
Il presidente Napoilitano ha anche raccomandato serenità per l’imminente campagna elettorale al termine della quale sarà lui stesso a conferire l’incarico di formare il nuovo governo.
“Siamo di fronte ad una questione sociale” ha detto il presidente nel suo discorso, ricordando la crisi economica ormai da quattro anni, ed evidenziano le tante difficoltà delle famiglie che versano in difficili condizioni economiche. Poi ha anche accennato al ruolo dell’Italia in Europa, che non è marginale ed ha affermato: “Uscire dalla recessione, rilanciare l’economia è possibile solo insieme con l’Europa, portando in sede europea una più forte spinta e credibili proposte per una maggiore integrazione, corresponsabilità e solidarietà nel portare avanti politiche capaci di promuovere realmente, su basi sostenibili, sviluppo, lavoro, giustizia sociale”.
Dal presidente anche un appello ai giovani ai quali ha detto: “hanno più motivi di tutti per essere aspramente polemici contro scelte sbagliate e riforme mancate”. Ma, ha aggiunto: “importante è che tra i giovani si manifesti, insieme con la polemica e l’indignazione, la voglia di reagire, la volontà di partecipare a un moto di cambiamento e di aprirsi delle strade”.
Nel suo discorso non sono mancati accenni forti alle condizioni delle carceri, dicendo: “Più che mai dato persistente di inciviltà da sradicare in Italia rimane la realtà angosciosa delle carceri, essendo persino mancata l’adozione finale di una legge che avrebbe potuto almeno alleviarla”.
Ha pure accennato al problema delle cittadinanze per le nuove generazioni di giovani, affermando: “Inconcepibile che minori nati in Italia restino stranieri”, aggiungendo:”Già un anno fa avevamo 420mila minori extracomunitari nati in Italia: è concepibile che, dopo essere cresciuti ed essersi formati qui, restino stranieri in Italia? E’ concepibile che profughi cui è stato riconosciuto l’asilo vengano abbandonati nelle condizioni che un grande giornale internazionale ha giorni fa documentato e denunciato?”.
Verso la conclusione del suo discorso, il presidente Napolitano ha fatto riferimento agli equilibri politici, ed in particolare alla scelta del senatore Monti ha affermato: “ha compiuto una libera scelta di iniziativa programmatica e di impegno politico, per promuovere una nuova entità politico-elettorale, che prenderà parte alla competizione al pari degli altri schieramenti. D’altronde non c’è nel nostro ordinamento costituzionale l’elezione diretta del primo ministro, del capo del governo”.
Il mondo politico approva il discorso di Napolitano, manco a dirlo, in prima fila il premier Monti, che ha parlato di “messaggio forte”, riferendosi alla “questione sociale” evocata da Napolitano, senza rinnegare la linea di rigore intrapresa in questo ultimo anno. Apprezzamenti da Bersani, Fabrizio Cicchitto, Ignazio La Russa e anche dallo stesso Silvio Berlusconi che ha affermato: “Mi riconosco nelle parole rivolte a tutti gli italiani dal presidente della Repubblica che ha ricordato la pesante eredita’ che grava sul futuro delle nuove generazioni e l’urgenza di promuovere la ripresa della nostra economia per risolvere la drammatica crisi sociale che affligge l’Italia”.
Forti critiche a Napolitano sono arrivate invece la Lega, che attraverso il suo segretario o Maroni che attacca i presidente dicendo:”Napolitano deludente: fa il maestrino, tace sui disastri di Monti, non dice una parola per gli imprenditori del Nord uccisi dalla crisi”.
Sebastiano Di Mauro
1 gennaio 2013