Tromba d’aria sull’Ilva: 38 feriti e un disperso. Bozza decreto: attivita’ può proseguire
Lo sciopero contro la chiusura dell’Ilva è stato fermato quest’oggi da una violenta tromba d’aria che colpito Taranto e provincia e che ha causato il ferimento di 38 persone, molte delle quali bambini, e un disperso, un dipendente che era alla guida di una gru caduta in mare. Risultano inoltre dispersi anche altri due operai ma potrebbero essersi anche semplicemente allontanati. Ingenti danni anche allo stabilimento dell’Ilva.
Sono in tutto 26 gli operai dell’Ilva feriti, di questi 22 sono rimasti feriti lievemente e medicati nell’infermeria, altri quattro sono stati portati nei vari ospedali con situazioni più importanti. Non corrono, tuttavia, pericolo di vita.
L’assessore alla Protezione civile della Regione Puglia Fabiano Amati ha dichiarato, in una nota, che a Statte, sono rimasti leggermente feriti nove bambini di una scuola elementare, ed ha poi aggiunto: “Il primo dato che mi sento di confermare ed attraverso il quale possiamo rassicurare la cittadinanza, è che tutti gli impianti e i siti industriali dello stabilimento Ilva sono al momento in sicurezza”.
Il sindaco di Taranto Ippazio Stefano ha invece fatto notare che: “Il 118 ha riferito di tre ma al momento non abbiamo nessuna certezza. È l’ennesima tegola che si abbatte su tutti i tarantini però questa volta stiamo superando brillantemente questo disastro della natura”.
Con una nota l’Ilva a reso noto che: “l’azienda ha subito gravi danni strutturali ancora da quantificare. Sono crollati un capannone all’imbarco prodotti e la torre faro, è crollato il camino delle batterie uno e tre. Sono state messe in atto tutte le procedure di emergenza generale. Non c’è stato alcun incendio. Le fiamme visibili dall’esterno sono relative agli sfoghi di sicurezza provocati dalle candele di sicurezza degli impianti. Tutta l’area ghisa è sotto controllo, tutte le emissioni dell’azienda sono sotto controllo”.
Francesco Nucera, meteorologo di 3bmeteo.com, ha spiegato che la tromba d’aria che si è abbattuta sull’Ilva di Taranto: “viene da una ‘supercella’, uno dei temporali più forti che possano esistere in natura. In pratica la base del cumulonembo ruota su se stessa e questo consente un maggiore invorticamento dell’aria che letteralmente si avvita salendo. La regioni meridionali si trovano dentro un corridoio molto umido ed instabile sud occidentale. L’instabilità condizionale si è liberata a contatto con la catena calabrese che, come una sorta di trampolino, ha creato un ammasso temporalesco. Forti fenomeni si segnalano infatti sull’area della Sila. Una di queste celle ha colpito la città di Taranto causando il tornado”.
La bozza di decreto per l’Ilva, in due articoli, su cui sta lavorando il governo in vista del prossimo Cdm di giovedì prevede che in base all’Autorizzazione integrata ambientale (Aia), l’Ilva può proseguire la sua attività per altri due anni nello stabilimento di Taranto.
Intanto l’Aula della Camera ha accolto la presentazione l’informativa urgente del ministro dell’Ambiente Corrado Clini sulla situazione all’Ilva di Taranto con più poltrone vuote che piene, tanto che il deputato democratico Andrea Sarubbi, su twitter ha scritto: “Corrado Clini parla di Ilva in un’Aula semivuota: solo banchi Pd pieni, spero che dalle tribune facciano le foto”.
In questo contesto Clini ha spiegato che la chiusura dell’Ilva è stato il naturale compimento di quanto prescritto lo scorso 25 luglio 2012 dal gip di Taranto che aveva disposto il sequestro dell’area a caldo dello stabilimento con la motivazione del rischio ambientale incombente. Clini ha inoltre fatto notare che chiudere lo stabilimento significa ”fare un grande favore ai concorrenti internazionali” che non applicano gli stessi stringenti standard ambientali: “ci sono molti interessi a che la vicenda dell’Ilva non si risolva. Ci sono interessi politici espliciti di chi nei mesi scorsi anche in campagna elettorale a Taranto ha chiesto ripetutamente la chiusura dell’impianto e ci sono interessi oggettivi, per cui se chiude l’Ilva i concorrenti europei e asiatici fanno festa”.
In particolare, Clini ha indicato l’esempio dei gruppi cinesi, sudamericani ma anche europei. ”A Taranto applichiamo limiti ambientali che entreranno in vigore al 2016”.
Anche sul fronte ambientale, sottolinea Clini, con la chiusura dello stabilimento dell’Ilva “le condizioni di Taranto peggiorano; l’unica possibilità per risanare è l’applicazione Aia. Il rischio è che si verifichi quello che è successo in altri siti abbandonati e non gestiti, con la moltiplicazione di effetti dannosi. L’intervento sull’area a freddo blocca lo stabilimento e la possibilità che vengano avviate le iniziative previste per il risanamento dell’area a caldo. Questa situazione ha effetti importanti dal punto di vista ambientale, in quanto ritarda tutti interventi già previsti per eliminare ora, a novembre e a dicembre, le sorgenti di rischio più immediate”.
Clini infine ha ribadito l’allarme già lanciato dalla Cancellieri sui rischi per l’ordine pubblico. “Lasciare senza reddito 20mila famiglie vuol dire assumersi responsabilità non stimabili sul piano sociale”.
Enrico Ferdinandi
28 novembre 2012