Il Cielo Cade: le vie di fuga di Lorenza Mazzetti
Quando fu pubblicato il Diario Londinese di Lorenza Mazzetti, la casa editrice Sellerio di Palermo decise di stampare in copertina un quadro realizzato dalla stessa scrittrice.
Nel dipinto, in posa, i fondatori del Free Cinema britannico: Karel Reisz, Lindsay Anderson, Tony Richardson e la Mazzetti.
Un diario londinese
Non tutti infatti sanno che a fondare la novelle vague inglese fu proprio una ragazza italiana, nipote del fratello di Albert Einstein. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, Lorenza Mazzetti lascia la natìa Toscana per arrivare a Londra, ruba l’attrezzatura e qualche metro di pellicola al British Film Institute e realizza K, un mediometraggio tratto dalle Metamorfosi di Kafka che darà il via ad una stagione di aperta contestazione nei confronti dell’establishment. Il cinema per immortalare la libertà, un manifesto scritto a più mani per dare un contenitore a tutta quella energia creativa.
Il cielo cade
Dopo la straordinaria parentesi inglese Lorenza Mazzetti torna in Italia, ma subito viene sopraffatta dal dolore dei ricordi. Scrive quindi Il cielo cade, romanzo autobiografico che racconta la strage della sua famiglia, avvenuta per mano degli occupanti nazisti.
L’autrice cambia i nomi dei protagonisti del romanzo, per non offendere la memoria dei suoi cari. Ma nonostante questo il libro trova interesse da parte di Cesare Zavattini e Attilio Bertolucci e viene edito prima da Garzanti, poi da Elvira Sellerio. Nel ’61 vince il Premio Viareggio, diventando una vera e propria pietra miliare della letteratura italiana contemporanea (nel 2000 se ne trae anche un film sceneggiato da Suso Cecchi D’Amico).
E aveva ragione Fellini, quando leggendo il manoscritto, ne sottolineava il punto di vista unico.
Perché ne Il cielo cade, così come per il successivo Diario Londinese, ciò che più si nota è l’impianto cinematografico dietro lo stile di scrittura di Lorenza Mazzetti. È una scrittura tagliente, che sa come incastonare le emozioni. Una narrazione pensata come fosse un film di sole inquadrature soggettive.
E le atmosfere che Mazzetti riesce a rievocare ne Il cielo cade sono quelle legate alla semplicità delle azioni vissute in famiglia, al calore di certi luoghi che continuano a sapere di casa nonostante tutto.
La famiglia Einstein da una parte, quella del Free Cinema inglese dall’altra. Due famiglie adottive, che però sono la struttura portante di ogni gesto artistico firmato Mazzetti.
Non è allora un caso se, dopo la realizzazione di K, la giovane Lorenza realizzerà un film intitolato Together: un lavoro incentrato su due lavoratori sordomuti dell’East End. Perché da soli c’è solo dolore, insieme c’è invece redenzione e salvezza.