Mostra del Cinema di Venezia 2022: una guida su cosa vedere
Iniziata il 31 agosto e con il termine previsto per il 10 settembre 2022, la nota Mostra d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, si trova alla 79a edizione.
Viene presentata una vasta selezione del cinema internazionale, caratterizzata da uno spirito di libertà e di dialogo.
Da sempre un evento magico, sia per l’ambientazione lagunare di Venezia sia per la presenza di cineasti di livello internazionale. Tanti i titoli italiani, quasi tutti stimolanti, ma qualcuno riuscirà a portare a casa il premio?
Quest’anno la Mostra è diretta da Alberto Barbera che sembra puntare su una scelta di opere dallo stile filmico giovane, fresco e immediato.
Ecco una guida semplificata sui film consigliati.
In concorso, tra i 21 lungometraggi in prima mondiale in assoluta, troviamo alcuni dei titoli più chiacchierati del momento:
–White noise di Noah Baumbach, il film apocalittico tratto da un romanzo di Don De Lillo, ma non sembra carico di pathos;
–L’immensità di Emanuele Crialese, una storia delicata che parla dell’identità di genere, con una punta di diamante che è rappresentata da Penelope Cruz, ma il resto del cast non eccelle;
–The whale di Darren Aronofsky, infine, si serve di un tema toccante come l’obesità e tenta di delineare i sentimenti più profondi dei personaggi, senza riuscire nell’intento.
I nostri consigli in concorso
Promettenti, invece, risultano molte altre pellicole in concorso.
Il signore delle formiche di Gianni Amelio è il racconto di un caso mediatico che fece scalpore negli anni ’60. Quando l’omosessualità non era accettata (e forse nemmeno considerata) si trovavano altri espedienti per condannare le persone considerate “diverse” e renderle fuori legge. Il regista presenta una storia corale, in cui, la voce dell’imputato si confronta con quella degli accusatori e dei sostenitori, ma soprattutto si scontra con quella inesistente di un’opinione pubblica indifferente.
Saint Omer di Alice Diop si sofferma sull’umana capacità di giudizio, dipanando una vicenda tragica in cui l’accusa di colpevolezza e l’innocenza si confondono. Il giudizio dipende da chi sentenzia o esiste un livello di oggettività?
Blonde di Andrew Dominik è il biopic di Marilyn Monroe, un po’ inquietante e un po’ realista perché fa riflettere su ciò che è realtà e ciò che è finzione, esplorando la scissione tra l’io pubblico e quello privato.
Tár di Todd Field ha un sapore surrealista e frammentato, una regia originale che delinea la figura carismatica e ambigua della prima donna della storia a divenire direttrice di una importante orchestra tedesca.
Love life di Kōji Fukada: una nota orientale, sempre delicata nell’affrontare tematiche complesse come il dolore e il senso di colpa. Se da una parte la tristezza è personale, dall’altra la solitudine invece è tipica della condizione umana. In questo film però si analizza l’incapacità di condividere il dolore, un passo difficile per tutti ma che si può tentare di fare con le persone giuste.
Bardo, falsa crónica de unas cuantas verdades di Alejandro González Iñárritu ci porta in un viaggio intimo con il protagonista, che cerca risposte a domande personali ma universali. Un’esperienza immersiva e visivamente straordinaria, dai tratti epici, che si muove tra i ricordi, le emozioni, le fragilità dell’uomo e la storia del Messico. Un’analisi approfondita sul significato di essere umano.
Bones and all di Luca Guadagnino che con il suo sguardo disinvolto riesce a comunicare con la parte più recondita delle persone. I protagonisti vivono ai margini della società e si destreggiano tra incombenti ostacoli ma si amano, riusciranno a ritrovarsi nello sguardo l’una dell’altro?
Shab, dakheli, divar di Vahid Jalilvand: un uomo e una donna vogliono fuggire, lui dalla sua immaginazione mentre lei dalla realtà. Vite diverse che si incontrano per caso e, sullo sfondo dei tumulti iraniani, si legano fortemente. Non importa quanto distante può essere la vita di qualcuno che non conosciamo, il suo mondo interiore, le sue emozioni sapranno sempre trovare il modo di comunicare con noi.
Sono tanti, è vero, ma siamo certi di aver fatto breccia sul cuore dei più curiosi.
Fuori concorso ma comunque in gara
Fuori concorso troviamo i film degli autori affermati e i documentari, opere dalla dimensione spettacolare e connotate da forme di originalità espressiva.
Siccità di Paolo Virzì ha un appeal particolare perché tocca un tasto tanto dolente quanto attuale: la scarsità idrica. In una Roma distopica le vite dei personaggi sono legate in un unico disegno, mentre ognuno cerca la propria salvezza.
Kõne taevast di Kim Ki-duk è la pellicola postuma portata a termine dai colleghi, dopo la sua scomparsa. Il regista conduce una ricerca sul significato profondo dell’amore, quello puro e passionale. Un sentimento universale che si vive in maniera individuale e che si fonde con il sogno.
Kapag Wala Nang Mga Alon di Lav Diaz pone un quesito molto spinoso (soprattutto nelle Filippine): cosa accade quando un’istituzione, che ha il compito di proteggere i cittadini e assicurare che vengano rispettate le leggi dello stato, diviene responsabile di violazioni dei diritti umani?
Living di Oliver Hermanus ha un unico protagonista, un uomo ordinario, oppresso dalla sua routine lavorativa e da un’esistenza vissuta in disparte. Quest’uomo ricorda il personaggio del quadro Decalcomania di Magritte, perché ha un cilindro ed è sdoppiato: da una parte rimane atrofizzato nel buio della sua monotonia, dall’altra sogna una vita vissuta appieno, degna di esser chiamata tale.
Farà di tutto per trasformare la noia in stupore e vitalità.
Per quanto riguarda i contenuti Non fiction abbiamo, tra i più interessanti, A compassionate spy di Steve James, Nuclear di Oliver Stone e The matchmaker di Benedetta Argentieri.
I cortometraggi più audaci sono due: Camarera de piso di Lucrecia Martel e A guerra finita di Simone Massi con la voce di Gino Strada.
“Un mondo senza guerra è un’altra utopia che non possiamo attendere oltre”
(Gino Strada)
Orizzonti da scoprire
Alla sezione Orizzonti sono destinati i film che rappresentano le nuove tendenze estetiche ed espressive del cinema mondiale, che strizzano l’occhio agli autori emergenti, agli esordi e alle cinematografie minori.
En los margines di Juan Diego Botto racconta tre storie parallele ma differenti, mettendo in luce l’impatto della crisi economica sui rapporti personali, e mostrando come l’amicizia e la solidarietà possano essere d’aiuto per superare i momenti più difficili della vita.
Tra le protagoniste, ancora una volta, la regina indiscussa del cinema internazionale: Penelope Cruz.
Blanquita di Fernando Guzzoni incentra la sua prospettiva dagli occhi di una ragazza, testimone di uno scandalo a sfondo sessuale. Quello che vediamo viene raccontato da qualcuno che sembra dire la verità o forse adatta le sue emozioni per necessità, per piacere, per amore.
Aru toku di Kei Ishikawa esplora il famoso tema dell’identità: quanto conosciamo le persone che ci circondano e di cui ci fidiamo? A seguito della scomparsa, una donna scoprirà la vera identità di suo marito e in questa ricerca aprirà grandi interrogativi su cosa renda una persona veramente reale.
A noiva di Sérgio Tréfaut dipana un argomento intricato ma affascinante, narrando di una ragazza europea divenuta una sposa Jihad. Il film descrive il cambiamento che avviene in lei dopo aver subito l’esperienza della guerra e del lavaggio del cervello.
Ti mangio il cuore di Pippo Mezzapesa è una scommessa. La presenza della cantante Elodie in qualità di protagonista femminile risulta bizzarra, ma tutto è da scoprire perché la trama è accattivante. Gli elementi ci sono tutti: la Puglia, la criminalità, il sangue, l’amore, la speranza per un destino diverso e il bianco e nero. In una società dominata dalla ferocia c’è una donna che non ha paura di vivere le sue emozioni e di lottare contro ciò che è già scritto da secoli.
Ti cortometraggi della categoria non passano inosservati Tria- Del sentimento del tradire di Giulia Grandinetti, Alt på en gang di Henrik Dyb Zwart e Nocomodo di Lola Halifa-Legrand.
Orizzonti extra(ordinari)
Orizzonti extra è una selezione di lungometraggi che spiccano per innovazione e originalità creativa nei confronti del pubblico cui sono rivolti.
Notte fantasma di Fulvio Risuleo è carico di dettagli poiché l’intera vicenda si svolge in una notte, quindi c’è il tempo di soffermarsi su tutti i dialoghi e di approfondirne le parole. Una vittima e un folle carnefice trascorrono una notte insieme, cosa succederà?
Zapatos rojos di Carlos Eichelmann Kaiser è una riflessione implicita sul femminicidio, sul dolore per un’assenza vissuta dal punto di vista paterno, di un padre che soffre per aver perso la figlia e si interroga sui propri errori, in cerca di redenzione.
Intramontabili classici
Venezia classici, infine, riporta alla luce i migliori restauri di film classici realizzati nell’ultimo anno dalle cineteche.
Un’occasione per rivedere e fruire di grandi film che hanno segnato i nostri tempi, con un sapore nuovo e dinamico, grazie ai colori più vividi e all’audio nitido.
Non poteva mancare Teorema di Pier Paolo Pasolini, imperdibile!
Ma consigliamo anche Mes petites amoureuses di Jean Eustache e The Draughtsman’s Contract di Peter Greenaway.
Nella sezione Non fiction dei classici è interessante, infine, il documentario su Godard intitolato Godard seul le cinéma di Cyril Leuthy.