Traini e il contorno: “l’eterno ritorno” della banalità

Niente da fare: la storia non insegna. Non esistono ingiustizie che non vengano ricommesse.
Nietzsche aveva riconosciuto la circolarità del tempo e dunque l’inevitabilità delle ricorrenze e delle ricadute tragiche della storia. L’“eterno ritorno dell’uguale”, appunto.
E Luca Traini, l’“emarginato” – “Outcast” è il tatuaggio che compare sulle nocchie della sua mano – non fa eccezione. Lui, nient’altro che lo spiraglio e l’occasione per far esplodere frustrazione e insofferenza, è l’ennesima riproposizione di ciò che è già stato: sulla tempia del ragazzo è stigmatizzata la runa, il simbolo di Terza Posizione, il movimento Neo fascista.
Durante l’interrogatorio si è definito un emarginato, lo è stato per gli amici e forse anche in famiglia. Il raid razzista di Macerata è stato lo sfogo di un male che non sa riconoscere neanche la sua provenienza, le sue radici e per questo si manifesta nella forma più banale: l’odio verso gli altri. Soltanto una simile “banalità del male” (Hannah Arendt) può riproporsi con tanta frequenza e rapidità. L’isterismo razzista esploso in questi ultimi mesi e la solidarietà a Luca Traini – il martire/eroe – dimostrano l’inconsistenza di un pensiero senza basi, capace soltanto di discriminare.
Si legge di un Traini a metà tra il folle e il patriota coraggioso. Del suo ingresso trionfante nel carcere di Ancona, dell’ovazione che lo ha accolto, del suo mancato pentimento e della sua magnanimità. È dalle parole del suo avvocato difensore, Giancarlo Giulianielli, che emerge una realtà disarmante sotto un duplice aspetto. Innanzitutto la solidarietà da parte di cittadini italiani che in questi giorni stanno contattando il legale per offrire supporto economico e legale all’attentatore. Non ultimo un cittadino toscano, che ha chiesto all’avvocato delucidazione in merito alla possibilità di contribuire alle spese legali. Allo stesso modo diversi gruppi di estrema destra si dicono pronti a pagare le sue spese legali. Quanta solidarietà per un uomo che spara a gente (nera). L’eroe, dall’altra parte, si dichiara onorato di riscuotere tanto consenso, ma riferisce all’avvocato «che diano tutto alle famiglie bisognose. Ma che siano famiglie italiane». Che dire? Standig ovation.
Il nuovo Peter Pan nell’era dell’immigrazione selvaggia: spara ai neri per dare ai poveri (bianchi). Giulianielli: «mi ferma la gente per darmi messaggi di solidarietà nei confronti di Luca. È allarmante, ma ci dà la misura di quello che sta succedendo».
“Onore a Luca Traini” dice lo striscione di Ponte Milvio, sorretto da ragazzi con il viso coperto, la cui foto è apparsa, per qualche ora, sul gruppo Facebook dei tifosi laziali, “Forza Lazio carica”. Spuntano come funghi anche altri gruppi Facebook solidarizzanti con Traini.
Gli eventi della storia si ripetono in un eterno ritorno della banalità. Cambiano le città, i visi, le lingue, le esigenze, la musica, la poesia, ma non gli uomini, miseri e limitati. Veniamo sballottati dentro alle notizie, ma non attingiamo all’informazione – non ne abbiamo voglia – vogliamo solo un colpevole. Puntualmente il diverso. E guerra fra poveri sia. Tutti pronti a lottare con chi ci contende il pezzo di pane, ma mai contro chi lo ha tolto. Tutti pronti a difendere i diritti civili, oltraggiandoli.
Scontri a Macerata
Ieri sera si sono verificati momenti di tensione in Piazza della Libertà a Macerata, in seguito al presidio di Forza Nuova, che ha dunque disatteso il divieto di manifestare emanato dalla Prefettura maceratese. Erano una quarantina gli attivisti di Forza Nuova, guidati dal fondatore Roberto Fiore, bloccati dagli agenti di polizia. Circa una decina di questi sono stati portati in Questura al termine della manifestazione non autorizzata.
Inizialmente la manifestazione era prevista in piazza Oberdan, dove però intorno alle 20:30 si sono radunati gruppi di estrema sinistra, urlando slogan antifascisti. I due gruppi (ultradestra e estrema sinistra) si sono trovati faccia a faccia, divisi da una schiera di agenti di polizia, per poi allontanarsi spontaneamente poco dopo.
Ai microfoni di èTv Marche, Roberto Fiore parla del caso Traini: «quello che ha fatto Traini ovviamente non lo possiamo condividere, ma non vogliamo che venga criminalizzato. Noi vogliamo che da qui inizi un’inchiesta sulla mafia nigeriana», riconfermando poi, al ventottenne, il sostegno legale da parte di Forza Nuova.
Riguardo al corteo antirazzista di domani, 10 febbraio, in occasione del Giorno del Ricordo, le questure di diverse città marchigiane hanno concesso il permesso, a differenza della Questura di Macerata. Motivo per il quale sta aumentando il caos fra le organizzazioni di sinistra e non solo. Se, infatti, gli ispettori della Digos stanno contattando gli attivisti politici e sociali per chiedere in quanti prenderanno parte al corteo, non essendo giunte comunicazioni ufficiali dal Ministero dell’Interno circa l’annullamento della manifestazione, nella Questura di Macerata circolano informazioni diverse.
Due giorni fa, l’Anpi, l’Arci, la Cgil e Libera hanno rinunciato di scendere in piazza nella città teatro dell’attentato di sabato scorso, accogliendo di fatto lo stop del Viminale, preoccupato per gli scontri con Forza Nuova. Non si sono fatti attendere i ringraziamenti del ministro degli Interni, Marco Minniti, che ha dichiarato: «ringrazio Anpi, Cgil, Libera, Arci e le altre associazioni per avere rinviato la manifestazione del 10 febbraio raccogliendo l’appello del sindaco di Macerata. Hanno fatto un atto di amore verso la comunità. Mi auguro che anche le altre organizzazioni che hanno fatto richiesta di svolgimento manifestazioni accolgano la richiesta del sindaco. Se risponderanno positivamente sarà dimostrazione di responsabilità da parte loro, se così non fosse ci penserà il ministero dell’Interno a impedire che si faccia la manifestazione».
In ogni caso il Sindaco della città ha disposto la chiusura delle scuole per la giornata di domani e uno stop di alcune ore per i trasporti pubblici. Sembra mutata anche la volontà a partecipare di Anpi e Arci, dove sta crescendo la spinta a manifestare.
Speranza, Fratoianni e Civati si dissociano da Gentiloni e Minniti, definendo lo stop al corteo “sbagliato e pericoloso”. Il Pd, con Maurizio Martina, annuncia l’organizzazione di una grande manifestazione nazionale, assieme alle associazioni promotrici dell’appello “mai più fascismi”. I centri sociali e gli studenti, la Fiom, Nicola Frantoianni, leader di Sinistra Italiana, e il movimento di De Magistris confermano la loro presenza.
Dall’altra parte Matteo Salvini non perde occasione di raccogliere consensi imputando la colpevolezza della morte di Pamela al Pd. “Il sacrificio di Pamela non sarà invano”, ribadisce, mentre dichiara l’Islam “incompatibile con la Costituzione”.