Fuochi di San Silvestro 2018, dai sequestri ai divieti

Sulla soglia del nuovo anno si è già accumulata una notevole mole di ordigni e “botti” sequestrati, perché illegali e altamente pericolosi. È ormai palese che l’accoglimento dell’anno entrante con i fuochi d’artificio abbia perso il suo significato simbolico e propiziatorio, riducendosi a triste occasione di scompiglio, caos e peggio ancora. Nella tradizione i giochi pirotecnici nascono con lo scopo di difendere e purificare la società e la persona dal male del periodo antecedente, ma allo stato attuale costituiscono l’inaugurazione di un dolore presente e futuro.
La stagione dei sequestri
Il 24 dicembre, i carabinieri della stazione di Torre del Greco hanno arrestato un operaio 24enne incensurato, trovato in possesso di 12 rendini (ordigni esplosivi di fabbricazione artigianale) e di 120 chili di artifici pirotecnici. Inoltre nella sua abitazione sono stati rinvenuti 3 chili di polvere da sparo e altro materiale per la produzione di materiale esplosivo.
Il giorno prima, ad Acerra, sono stati arrestati due conviventi (33 e 28 anni), che detenevano in casa 900 fuochi pirotecnici artigianali, per un totale di 360 chili di ordini sequestrati.
È invece a Casoria che i carabinieri, alla fine del mese scorso, hanno effettuato il primo maxi sequestro dell’anno: 400 chili fra batterie, botti e ordigni esplosivi realizzati artigianalmente nel garage di un 63enne di Teverola, nel Casertano. Carmine Menditto, il proprietario e artificiere su commissione, è stato arrestato. Nel garage, situato ai piedi di una palazzina messa gravemente a rischio distruzione, così come l’intera zona circostante, era custodito anche un apparecchio elettronico a tempo, con cui poter programmare a distanza l’accensione delle batterie.
A Bari, nella zona di Caldarola, sono stati sequestrati 90 chili di artifici pirotecnici nel portabagagli dell’automobile di un 34enne. Sempre a bordo dalla sua vettura è stato fermato anche un 31enne, dai militari della Stazione di Bari Japigia, che trasportava 150 chili di materiale pirotecnico. E ancora a Bari un 21enne è stato trovato in possesso di 40 chili dello stesso materiale.
A Trani, nei giorni delle festività natalizie, una perquisizione domiciliare nella villa rurale di un 25enne ha permesso di scovare un vero e proprio laboratorio allestito per la fabbricazione di fuochi d’artificio artigianali. Bobine di miccia pirotecnica da mt. 50, circa 1,3 chili di polvere di alluminio, 540 grammi di miscela pirica, 144 grammi di polvere nera in grani, vari accenditori elettrici e diversi ordigni di fattura artigianale e oltre 12,3 chili di artifici pirotecnici, già confezionati.
A Ruvo, durante gli stessi giorni, nella villa rurale di un 32enne sono state sequestrate 770 bombe carta nascoste all’interno di un container. I due, detentori di circa quattro quintali di materiale pirotecnico, si trovano attualmente agli arresti domiciliari.
Il 20 dicembre, a Licata, nell’Agrigentino, i militari hanno trovato 1.140 confezioni di prodotti pirotecnici, 62 batterie di supporti per il lancio dei fuochi e diverse bombe carta. Il tutto era nascosto in due distinti depositi, ricavati in un garage e in una cucina di due condomini del centro. Per un totale di oltre tre quintali di giochi pirotecnici vietati, particolarmente pericolosi a causa dell’elevato potenziale esplosivo. Si è reso necessario l’intervento degli artificieri antisabotaggio, unità speciale dei carabinieri, per la messa in sicurezza della zona. La mente del mercato illegale è un 33enne licatese, impiegato e incensurato, condotto nel carcere Petrusa di Agrigento.
A Siracusa, la Guardia di finanza ha sequestrato, all’interno di un garage privato, 380 chili di fuochi pirotecnici di quarta e quinta categoria, 10.300 razzi esplosivi riuniti in batteria.
A Roma, la Divisione amministrativa della Questura di Roma ha sequestrato 600 chili di botti illegali, nella zona Nord della Capitale, tra Fiano Romano e Formello. Il proprietario del magazzino di Formello è stato denunciato con l’accusa di aver allestito una vera e propria attività abusiva.
Comuni italiani che vietano l’utilizzo dei fuochi
A vietare l’utilizzo dei botti sono Venezia, Bologna, Cortina d’Ampezzo, Vicenza, Brescia, Lecco, La Spezia, Torino, Cesenatico, Cosenza. In Toscana e Puglia il divieto vale in quasi tutta la regione. Mentre tra i comuni e le province minori che hanno emesso l’ordinanza di divieto per petardi, razzi e mortaretti: Massa, San Benedetto del Tronto, Terni, Campobasso, Quartu Sant’Elena e San Giorgio a Cremano. In molti comuni sono anche vietate le bottiglie di vetro.
“I botti spaventano gli animali…e non solo”, la campagna di sensibilizzazione per la salvaguardia degli animali
A Torino, dove l’articolo 9, comma 23, del Regolamento n. 320 della Città per la Tutela e il benessere degli animali vieta di far esplodere petardi, botti, fuochi d’artificio e articoli pirotecnici in genere”, sta avendo luogo una campagna di sensibilizzazione per richiamare l’attenzione sul malessere degli animali esposti a rumori fortissimi, improvvisi e prolungati. La campagna segnala chi poter contattare in caso di violazioni alla legge cittadina (Centrale Operativa della Polizia municipale, tel. 011 011 1), a chi rivolgersi in caso di animali selvatici feriti o terrorizzati (Canc. Centro Animali Non Convenzionali, tel. 011.6709157 e notturno 366.6867428) e indica una serie di consigli utili ai cittadini con cani, gatti e altri animali sensibili ai rumori. “I botti spaventano gli animali…e non solo” è lo slogan della locandina realizzata con i disegni della classe 2D della scuola elementare Manzoni, che sottolinea la posizione dell’amministrazione, intenzionata a richiamare l’attenzione sulla pericolosità di petardi e dei fuochi d’artificio. Le sanzioni previste per chi non rispetta le regole vanno da un minimo di 25 a un massimo di 500 euro.
Anche a Catania è stata emessa un ordinanza, dall’Amministrazione Comunale e dal sindaco Bianco, di “divieto di scoppi di petardi e simili dal 30 dicembre al 7 gennaio”. In caso di violazione, sono previste sanzioni amministrative – pecuniarie a partire da 100 fino a 500 euro.
A Rende il “No ai botti, petardi e fuochi artificiali durante le festività di fine anno” arriva dal coordinamento regionale della sezione Lipu di Rende. È rivolto ai sindaci di 58 comuni calabresi, ma finora ad accoglierlo è stato soltanto il Sindaco di Scalea, il quale ha emanato un’apposita ordinanza sul territorio comunale vietandone l’utilizzo fino al 15 gennaio 2018. Una delle motivazioni principali della scelta è il rispetto verso la fauna selvatica, in particolar modo per l’avifauna. Lo scoppio dei fuochi artificiali in piena notte provoca danni inimmaginabili: un botto causa uno spavento tale che può provocare la morte per infarto o può indurre gli animali a fuggire dai dormitori costituiti da alberi e a volare al buio alla cieca anche per chilometri, andando a morire addosso a vetrate, edifici o cavi elettrici; quelli che invece riescono ad atterrare, spesso muoiono investiti, predati o assiderati dal freddo o dalla mancanza di un riparo. Per quanto riguarda, invece, gli animali domestici (soprattutto cani e gatti), un botto crea forte stress e spavento tali da indurli a fuggire dai propri giardini, per scappare dal rumore a loro insopportabile, finendo spesso vittime del traffico o di ostacoli non visibili al buio.
Gli incidenti dei nuovi anni
Alle porte della vigilia del 2018 ci si augura che l’imminente notte di San Silvestro sia la quarta consecutiva a non registrare morti per l’utilizzo di fuochi d’artificio. I dati del 2017, monitorati dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza, hanno mostrato un leggero miglioramento rispetto all’anno precedente: 184 feriti, di cui 44 ricoverati, contro i 190 registrati il primo dicembre del 2016. Sono state invece sei le persone ferite da arma da fuoco. Dei 44 ricoveri, dodici con prognosi superiore a 40 giorni. Il peggior dato del 2017 è stato quello relativo ai minori: 48 feriti, dieci in più rispetto al 2016. Gli ultimi decessi per fuochi d’artificio sono avvenuti nel 2013, con due vittime, così come nel 2012 e nel 2008. Una vittima nel 2009 e nel 2011, nessuna nel 2010.
Non solo botti, ma anche spari
Due dei feriti dello scorso anno sono stati colpiti, nella zona di Napoli, da proiettili vaganti. Un uomo di 59 anni, residente ad Avella, colpito al collo mentre era alla guida di un camioncino e operato per l’estrazione del proiettile all’ospedale Loreto Mare. Sulla vettura dell’uomo, la polizia ha infatti rilevato la presenza di tre fori di proiettile. L’altra ferita è una donna di 64 anni, residente a Ponticelli: si trovava sul balcone di casa quando è stata colpita alle ginocchia da un proiettile vagante.
Risale invece a qualche giorno fa l’ultimo caso di ferimento “accidentale”: è successo a Parete, nel Casertano, dove un ragazzo di 14 anni, Luigi P., è stato colpito alla testa da un proiettile vagante, probabilmente sparato da un balcone. Luigi è stato operato per l’estrazione del proiettile, che aveva attraversato la scatola cranica, ed è ora ricoverato in prognosi riservata nel reparto di Rianimazione dell’azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta. Ha riportato un importante edema cerebrale e si trova in coma farmacologico. Dalle indagini, in fase di svolgimento, risultano vari bossoli, segno che chi ha sparato lo ha fatto più volte, puntando in alto l’arma, probabilmente per provarla. Intanto il sindaco di Parete ha emesso un’ordinanza che vieta l’utilizzo dei botti, in segno di rispetto per la famiglia del ragazzo.