Pannella ha vissuto lottando e se n’è andato dormendo

“Sei duro come un abruzzese!”, così da noi in Ciociaria sì suol dire riferendosi a qualcuno che sostiene le proprie idee con particolare convinzione.
Non ho conosciuto molti abruzzesi, ma se penso a Giacinto detto Marco Pannella, credo che questo modo di dire sia vero; 86 anni, una forza indescrivibile e tante, innumerevoli battaglie portate avanti.
Oggi, poco prima delle 14 presso la clinica della Capitale Nostra Signora della Mercede, dopo un giorno da sedato a causa dei forti dolori che la malattia ormai al culmine gli procurava, se n’è andato dormendo.
Un sonno forzato dai medicinali, ma che gli ha permesso di lasciare il suo Paese e i suoi cari nella serenità che i grandi meritano.
A prescindere dalle ideologie, dai partiti, radicali o meno, Pannella ha contribuito alla riuscita di tante conquiste, molte di queste importantissime per un Paese che vuole e che deve progredire.
Nato nel 1930 a Teramo e laureatosi in legge nel 1950, cinque anni dopo fondò il partito radicale con Carandini, Cattani, Pannunzio, Scalfari e Ungari.
Già nel 1965 mostra la sua verve e forza ai cittadini, ai politici e ai media, si fa promotore e forte sostenitore della campagna divorzista con Loris Fortuna; un rivendicatore “anticipatario” dei tempi stessi, sempre, o forse uno di quei pochi che guardavano giustamente alla realtà, ai tempi che si evolvevano e ai bisogni che scaturivano da questi cambiamenti storici.
Il divorzio, la depenalizzazione delle droghe (già negli anni ’70), il caso Tortora, i diritti civili, la fame nel mondo, la situazione dei detenuti nelle carceri italiane; tutte denunce di situazioni che stonavano con la democrazia a cui Pannella auspicava e tutte denunce che davano vita a lotte personali ma con il sapore collettivo, spesso portate avanti con scioperi che l’abruzzese amava definire “Digiuni di proposta”.
Da molti visto non come politico, ma come un portavoce dei diritti dei più che non venivano presi in considerazione; Pannella ha avuto il merito di portare avanti un’ideologia condivisibile o meno, ma di accendere con questa un riflettore su questioni che lasciavano alla deriva uomini e diritti fondamentali.
Oggi, per l’importanza che ha rivestito un personaggio avanti con l’età e con i sogni di diritti e battaglie, giungono messaggi di cordoglio e di rispetto a questa figura, tanto importante per l’Italia forse perché appartenente ad un tempo passato, in cui i sogni si mescolavano ai bisogni della realtà e divenivano realizzabili con lo strumento politico.
La Bonino dichiara: “è stato molto amato, ma poco riconosciuto nei meriti”; poi ancora Mattarella: “Ho avuto modo di parlare più volte negli ultimi tempi con lui, anche in questi giorni di sofferenza. Non ha mai smesso di pensare al domani, un domani migliore per il nostro paese. Protagonista della politica italiana, senza mai essere legato al potere, ha combattuto battaglie di grande importanza, particolarmente nel campo dei diritti. Ha rappresentato con passione tanti cittadini, riuscendo non di rado a trasformare una condizione di minoranza nell’avvio di processi di cambiamento”.
In tanti, dalle più alte cariche, fanno giungere il loro pensiero e ricordo per Marco Pannella, il Leone delle lotte politiche e civili.
Tra i tanti messaggi anche un grazie dall’arcigay: “Salutiamo il pioniere dei diritti e il politico appassionato, […] un uomo che ha fatto della laicità il motore e il cuore delle proprie rivendicazioni”.
Insomma, in tanti, oggi senza badare alle correnti politiche, sembrano rivolgere il loro pensiero a un uomo importante, storico e porgergli una rosa di gratitudine.