Tritolo in Puglia, l’obiettivo era Giovanni Colangelo
Il mezzo chilo abbondante di tritolo rinvenuto a Bari sabato scorso dalle forze dell’ordine nei pressi dell’abitazione di Almilcare Monti Condesnitt, sarebbe servito alla malavita organizzata per eliminare il procuratore di Napoli, Giovanni Colangelo. A rivelare il piano agli agenti della Dda di Bari è stato un collaboratore di giustizia che, durante la permanenza in carcere, avrebbe avuto contatti con alcuni detenuti a conoscenza del progetto omicida.
Contestualmente al sequestro del materiale esplosivo avvenuto nei giorni scorsi, gli uomini della squadra mobile di Bari hanno arrestato Amilcare Monti Condesnitt (48 anni), il suo complice, Francesco Paolo Ciccarone (41) e 3 persone ritenute responsabili di aver consegnato a Monti il tritolo: Antonio Saponaro (36), Giuseppe Piscopo (24) e Paolo Paterno (33). Attualmente gli arrestati si trovano tutti in carcere, in esecuzione del provvedimento d’urgenza firmato dal pm antimafia Roberto Rossi.
Almilcare Monti Condesnitt, di professione giostraio ma ritenuto dagli agenti un navigato trafficante di armi e droga, avrebbe tenuto nascosto il tritolo nei pressi della sua proprietà a Gioia del Colle perché l’obiettivo, il procuratore Colangelo, abita proprio in quel comune; secondo le rivelazioni del collaboratore di giustizia, la malavita stava infatti monitorando da tempo gli spostamenti del magistrato e avrebbe deciso di colpire proprio nel comune pugliese. All’arresto di Monti Condesnitt hanno partecipato anche i carabinieri del Nucleo investigativo, che su di lui hanno un’altra indagine.
La pista che ha portato al ritrovamento del tritolo nasce dall’inchiesta sul tentato omicidio di Giuseppe Drago, avvenuto il 14 febbraio scorso. Il ferimento di quest’ultimo sarebbe, secondo gli inquirenti, la reazione all’omicidio di Gianluca Corallo, ucciso una settimana prima. Gli agenti della squadra mobile che stavano indagando su Drago, hanno intercettato alcune delle conversazioni tra i 3 soggetti riconducibili alla fazione contraria al boss Saverio Faccilongo, che preparavano la consegna del tritolo per Monti. Il lavoro degli investigatori ha consentito di seguire e documentare tutte le fasi; dall’acquisto dell’esplosivo a Bitonto, al viaggio per Gioia del Colle, il momento in cui il tritolo fu nascosto nel terreno e infine il momento in cui Monti saldò il conto per il trasporto. Nonostante le rivelazioni del collaboratore e la ricostruzione delle forze dell’ordine, al momento rimangono ignoti i destinatari del tritolo. Nell’ambito della stessa operazione, condotta con l’ausilio dei colleghi del Reparto prevenzione crimine, delle unità cinofile e della polizia scientifica, è stato arrestato nel quartiere San Girolamo di Bari Nicola Lorusso (23), trovato in possesso di una pistola semiautomatica calibro 9 e di un revolver magnum.