Cheffou rilasciato per mancanza di prove, Bakraoui usò identità di un ex calciatore dell’Inter
Rilasciato il reporter freelance Faycal Cheffou
Faycal Cheffou, il reporter freelance arrestato giovedì scorso perché sospettato di essere l’uomo con il cappello ripreso assieme a due kamikaze all’aeroporto di Zaventem a Bruxelles, è stato rilasciato ieri su ordine della procura federale belga per mancanza di prove. Non sarebbe lui, dunque, il terzo attentatore, sebbene il tassista che accompagnò il commando a Zaventem lo avesse riconosciuto in un confronto all’americana. A seguito del rilascio, la polizia belga ha nuovamente diffuso il video delle telecamere dell’aeroporto in cui compare l’uomo con il cappello, chiedendo a chiunque abbia informazioni utili di farsi avanti e collaborare. Tuttavia Cheffou – riportano fonti belghe – rimane incriminato per partecipazione ad attività terroristiche, omicidio e tentato omicidio terrorista.
El Bakraoui usò l’identità dell’ex calciatore dell’Inter Ibrahim Maaroufi
Nuovi e inquietanti dettagli emergono invece dalle indagini su Khalid El Bakraoui, l’attentatore della metro di Bruxelles; l’uomo avrebbe infatti usato l’identità dell’ex calciatore dell’Inter, Ibrahim Maaroufi, per affittare un appartamento divenuto il covo del commando delle stragi di Parigi. Secondo le autorità, El Bakraoui sarebbe transitato dall’Italia a luglio 2015 prima di raggiungere Atene. Da lì si sarebbe spostato in Belgio dove, il 3 settembre, ha affittato per la durata di un anno un appartamento in Rue de Fort a Charleroi usando un falso nome, quello di Ibrahim Maaroufi, nato a Bruxelles il 18 gennaio 1989. Il 9 dicembre 2015 la polizia belga ha effettuato una perquisizione ma nell’appartamento gli agenti non hanno trovato né armi né esplosivo, ma le impronte digitali della mente delle stragi in Francia Abdelhamid Abaaoud e di Bilal Hadfi, il terrorista che si è fatto esplodere a Parigi all’esterno dello Stade de France.
La Grecia avvisò le autorità belghe dopo la perquisizione a casa di Abaaoud
Le autorità greche avevano trasmesso a quelle belghe i risultati delle perquisizioni di gennaio 2015 nell’appartamento di Abaaoud ad Atene, grazie alle quali furono ritrovate mappe e disegni dell’aeroporto di Zaventem. Stando a quanto riferito dai media, che citano fonti delle forze di sicurezza, la polizia ha inviato il materiale, trovato nell’alloggio nel quartiere Pangrati di Atene dove visse Abaaoud, direttamente in Belgio senza analizzarne il contenuto, dopo aver ricevuto il 2 gennaio 2015 l’avviso dalle autorità belghe della presenza di Abaaoud. Secondo la tv greca Ert, le autorità avevano convenuto con quelle belghe di procedere insieme alle perquisizioni dell’appartamento ma la collaborazione è saltata e i belgi hanno chiesto ai greci di procedere da soli.