Regeni, l’Italia brancola nel buio egiziano
Sono passati due mesi dalla morte di Giulio Regeni e nonostante il tempo trascorso il tira e molla diplomatico tra Italia e Egitto prosegue, incessante e vergognoso. Quasi giornalmente vengono alla luce nuovi elementi che potrebbero essere utili a fare chiarezza ma allo stesso tempo le autorità egiziane soffiano sulla fioca luce del lanternino italiano, mantenendo il buio sull’intera vicenda.
In mezzo, come sempre accade, c’è chi soffre in prima persona e piange la morte di un proprio caro e si appella con tutte le forze affinché lo Stato che li rappresenta faccia valere il suo peso specifico. In mezzo, da qualche parte nel buio egiziano, c’è ancora l’anima di Giulio Regeni che attende giustizia. A poco serve l’incontro della famiglia del ragazzo con il capo dello Stato Mattarella, ancora meno servono i tweet come quello recente del ministro degli Esteri Gentiloni: «Al fianco della famiglia #Regeni, non ci accontenteremo senza arrivare alla verità». Dopo 2 mesi di vana attesa condita da false speranze e promesse non mantenute da parte egiziana ci si aspetta qualcosa di più concreto rispetto all’esternazione della propria vicinanza al dolore della famiglia; aspetto, quest’ultimo, che dovrebbe essere talmente ovvio da non essere neppure diffuso a mo’ di proclama, specie se rivolto dall’autorità ai propri connazionali.
La famiglia Regeni, frustrata e amareggiata per l’atteggiamento assunto dagli egiziani, ha riposto, com’è logico, la propria fiducia nel Governo italiano ma quest’ultimo, almeno finora, non è sembrato essere all’altezza del compito, sballottato quà e là tra mille versioni e tenuto a distanza con facilità disarmante. Il Governo chiede che l’Egitto dica la verità ma almeno per il momento sembra la richiesta insistente di un bambino a cui l’adulto ha già dato risposta negativa.
Mentre l’Italia chiede – a distanza – che sia fatta chiarezza, appellandosi a quanto pare più al buon senso degli egiziani (finora inesistente) che a mezzi politico-economico-istituzionali, le autorità del Cairo hanno gioco facile e propongono giorno dopo giorno versioni diverse e discordanti, col fine comune di mantenere quel buio che da due mesi continua ad uccidere Giulio e ridicolizza al contempo il nostro Paese.