Unioni Civili. Il ddl Cirinnà passa il primo voto al Senato

Palazzo Madama respinge la richiesta di non passaggio e il testo sulle unioni civili continua il suo iter legislativo. Ira delle opposizioni di centro destra, Calderoli (Lega): «Scelta politica».
Con 101 voti favorevoli, 95 contrari e un astenuto il Senato ha respinto la richiesta di non passaggio del disegno di legge Cirinnà. In caso di approvazione il disegno di legge sulle unioni civili sarebbe stato rinviato in commissione. La richiesta, presentata da 76 senatori fra cui Roberto Calderoli (Lega) e Gaetano Quagliariello (Idea), è stata bloccata anche grazie al voto decisivo del M5S che in questi giorni, tramite la capogruppo Paola Taverna, si è schierato compatto per il sì.
Piano fallito dunque per le opposizioni di centro destra, uscite borbottanti dalla decisione di palazzo Madama. «Arbitro di parte», così è stato definito il presidente del Senato Grasso da Gaetano Quagliariello, tra i firmatari della richiesta di non passaggio. «Trovo che la sua – ha detto Quagliariello in aula a Grasso – sia una scelta grave dal punto di vista della forma. Lei che è arbitro ha deciso con un’interpretazione che sembra il surrogato di una decisione della Corte costituzionale e ha deciso chi ha ragione e chi ha torto. Condivido l’opinione di Calderoli secondo cui era una decisione che spettava quanto meno alla Giunta del regolamento. Iniziare questa contesa e questa seduta con un arbitro che ha preso parte non è una buona sensazione». Il nocciolo della polemica ruota attorno alla questione del voto segreto, punto fondamentale secondo gli esponenti di centro destra che lo hanno proposto in 125 dalle fila di Ncd, Lega e Forza Italia. Un intervento quello di Quagliariello, al quale è seguito la risposta di Grasso che smentisce la posizione politica spiegando le pure motivazioni giuridiche sulla negazione del voto segreto: «non può essere concesso non solo ricorrendo a un giudizio di prevalenza sul contenuto complessivo del testo, ma soprattutto per il fatto che la disciplina delle formazioni sociali, dove si svolge la personalità dell’individuo – fra cui rientrano anche le famiglie non fondate sul matrimonio – trova il proprio fondamento costituzionale nell’articolo 2, che non è ricompreso tra le disposizioni tassative per le quali il voto segreto può essere concesso».
Al di la delle polemiche il disegno di legge sulle unioni civili ha un percorso ancora lungo e tortuosa davanti a se. Oltre alle divisioni interne alla maggioranza del Pd date dal no di Area Popolare, e la questione sulla libertà di coscienza all’interno del M5S che potrebbe spostare gli equilibri in votazione, l’approvazione del testo deve affrontare anche il fallimento dell’asse tripartitico Pd-Lega-FI per un accordo voluto dal Carroccio sul taglio degli emendamenti. Gianni Agnelli intervistato da Minoli, disse che in determinate circostanze «la maggioranza dovrebbe lavorare non curandosi delle opposizioni»: una frase certamente viziata dalle esperienze parapolitiche dell’avvocato, quanto spunto utile per arginare la stagnazione e l’ostruzionismo politico. Malgrado l’assenza di fermezza del Governo e un mancato percorso civile di gran parte della classe politica per creare una legge attenta alla questione in esame, si cerca la strada del compromesso con determinate fazioni con il rischio grave di legiferare un testo lacunoso.