Bufera nel calcio: evasione e falso, 64 indagati. Galliani, Lotito e De Laurentis nel mirino degli inquirenti

Trema, di nuovo, il sistema calcio italiano. Nella mattinata la Guardia di Finanza ha avviato le prime perquisizioni nell’ambito di ‘Operazione Fuorigioco’, inchiesta condotta dai pm della procura di Napoli Danilo De Simone, Stefano Capuano e Vincenzo Ranieri, coordinati dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli. I movimenti sotto la lente degli inquirenti si riferiscono agli anni che vanno dal 2009 al 2013, in cui sarebbe stato organizzato un meccanismo fraudolento atto a sottrarre ‘imponibile alle casse dello Stato’. 64 persone indagate tra dirigenti, procuratori e calciatori e 35 club di serie A e serie B coinvolti, numeri che superano anche i precedenti di ‘Calciopoli’ e ‘Last bet’. Tra i dirigenti marcano presenza i soliti noti, Galliani e Lotito, in compagnia del patron del Napoli De Laurentis e dell’ex dirigente della Juve Jean Claude Blanc; Alessandro Moggi è il procuratore più famoso tra quelli indagati, mentre Hernan Crespo, ora allenatore del Modena, ed Ezequiel Lavezzi guidano l’attacco di un ipotetico 11 dei calciatori coinvolti. L’inchiesta è partita nel 2012 quando la finanza entrò nelle sedi del Napoli e della Figc e acquisì i contratti di Lavezzi, ceduto dal Napoli al Psg, e dell’attaccante argentino Cristian Chavez. L’indagine era nata per episodi di rapine ai calciatori, mutando quando venne intercettata una telefonata dello stesso Lavezzi con il suo procuratore Mazzoni in cui si faceva riferimento ad un conto svizzero. Concentriamoci ora su quello che, secondo gli inquirenti, era il meccanismo d’evasione. I procuratori, dalle ricostruzioni, fatturavano alla sola società calcistica la propria prestazione, come se la loro intermediazione fosse nell’interesse esclusivo del club, mentre di fatto tutelavano gli interessi dei loro atleti assistiti. Le società potevano così dedurre dal reddito imponibile queste spese, beneficiando di detrazioni di imposta sul valore aggiunto relativo proprio a questa pseudo prestazione esclusiva. E i calciatori non dichiaravano quello che era sostanzialmente un “fringe benefit” riconosciuto agli stessi dalla società calcistica che si accollava, a vantaggio dell’atleta, anche la spesa per l’intermediazione. In altri termini, l’importo pagato dai club costituiva un reddito da imputare effettivamente al calciatore: di conseguenza, la società calcistica ometteva il pagamento delle ritenute fiscali e previdenziali sul maggior reddito lordo ascrivibile all’atleta. Secondo gli investigatori all’origine c’è la “progressiva ed esasperata” lievitazione degli oneri relativi agli ingaggi dei calciatori, un fenomeno generalizzato nel mondo del calcio che con il sistema di evasione veniva assecondato e sostenuto. I primi controlli sono stati fatti negli uffici della sede del Milan, con i militari delle Fiamme Gialle che si sono presentati in via Turati verso le 8.30. Intorno a mezzogiorno un comunicato ufficiale del Milan definisce la vicenda “marginale e non fondata. La sua risoluzione tributaria e penale sarà una doverosa archiviazione”. De Laurentis ha nicchiato sulla vicenda, definendola “tutta fuffa”, mentre il legale della Lazio Gian Michele Gentile ha fatto sapere che a Lotito non è stato notificato ancora nulla e ha appreso la notizia dai giornali. I prossimi giorni chiariranno sviluppi e possibili ripercussioni della vicenda.