Caccia all’Audi gialla: una vicenda che diviene beffa

Intercettata l’Audi il 16 gennaio per la prima volta
Continua la caccia all’Audi rubata a Malpensa lo scorso 26 dicembre e che sta spaventando tutta la zona a nord-est della Penisola. Il 16 gennaio è arrivata la prima segnalazione da parte degli abitanti di un quartiere di Abano Terme in provincia di Padova, insospettiti dalla presenza di tre uomini che si aggiravano a bordo di un’Audi Rs4 , hanno chiamato le forze dell’ordine che una volta accorse, si sono trovate dinanzi ad un “bolide” in grado di passare da 0 a 100km/h in quattro secondi e a quel punto nulla hanno potuto. L’Audi scompare.
Giovedì 21 L’Audi gialla torna a seminare il panico e mentre muove verso il Friuli, trova ad attenderla uno sbarramento della Polizia di Trieste che li aveva intercettati.
Il conducente però, non curante né del posto di blocco né delle pattuglie che si stavano portando dietro, ha aumentato la pressione del suo piede sull’acceleratore e di nuovo: testacoda e via! Si dilegua verso il Veneto.
Viene intercettata la targa, i banditi si trovano a San Donà di Piave, purtroppo sono fermi in coda come le altre macchine in autostrada a causa di un incidente e sanno perfettamente che così la Polizia non ci metterà molto a raggiungerli allora il colpo di genio del conducente: uscire e rientrare in autostrada, stavolta però contromano e oltre 150 km/h.
Questa loro manovra azzardata però, è costata la vita ad una donna a bordo della sua Opel Astra.
Sembra essere inarrestabile l’Audi gialla che sta terrorizzando e mettendo in difficoltà tutto il Nord-est, forze dell’ordine in primis.
I banditi, a bordo di questo “bolide” modificato ad hoc per le loro fughe e in grado di sfiorare i 300 km/h, hanno messo a segno alcuni furti per un bottino complessivo di circa 70 mila euro.
Certo, il loro esser costretti ad una fuga costante sta perlomeno impedendogli di compiere altri furti, rendendoli però un pericolo stradale da allarme rosso. Un arma a doppio taglio è stata definita questa situazione, anche perché le forze dell’ordine non hanno molte accuse da rivolgere ai banditi che al momento potrebbero essere accusati solo di furto, eccesso di velocità e resistenza a pubblico ufficiale; la Polizia si vede allora costretta a bilanciare i mezzi e le modalità di cattura. Una vicenda assurda se si pensa a quanto panico hanno già seminato per strada e a cosa siano potenzialmente in grado di combinare ogni secondo che passa.
La beffa dell’Audi ai danni delle forze dell’ordine
Il comandante provinciale dei carabinieri di Padova, Stefano Iasson, ha dichiarato: «Attualmente potremmo accusarli di violenza e resistenza a pubblico ufficiale – ha detto l’ufficiale – ricettazione, furto e tentato furto. Di fronte a reati di questo tipo noi come istituzioni dobbiamo riuscire a bilanciare l’azione. Dobbiamo operare senza mettere a rischio la vita degli altri».
In queste ore è stata potenziata l’azione delle forze dell’ordine che sono state fornite di due Lamborghini (di gran lunga superiori alla potenza dell’Audi gialla) e un elicottero che però sembra faticare ad individuarli.
Eppure proprio perché l’intervento degli agenti non può servirsi di metodi estremi, sembrano essere con le mani legate; inoltre è stata creata una pagina Facebook per segnalare gli avvistamenti che sono innumerevoli e all’aumentare di queste segnalazioni, agli occhi dell’opinione pubblica sembra diminuire la credibilità delle forze dell’ordine che di contro però, continuano a ribadire che hanno le mani legate e che un intervento con la forza non è permesso ora, non con queste accuse che pendono ora sui tre banditi esaltati.
Nell’attesa di sapere come andrà a finire la vicenda dell’Audi gialla, sembra che l’unica soluzione sia l’attesa che resti senza carburante e stando all’ultimo avvistamento in area di servizio, tra qualche ora l’auto avrà bisogno di rifornirsi.
Il proiettile delle strade intanto continua a scappare e ad arrancare i nostri agenti che non possono fermarli, perlomeno non tempestivamente e forse i tre banditi sembrano essersene accorti e proprio per questo, oltre al danno, questa vicenda ha il sapore di beffa.