Goletta Verde rende noti i rilevamenti: molte le aree inquinate
Si è conclusa ieri, 14 agosto, la navigazione della Goletta Verde di Legambiente che, dal 21 giugno scorso, circumnavigando la penisola, ha raccolto e analizzato diversi campioni di acqua marina. I risultati ottenuti, discussi in conferenza stampa, hanno evidenziato che la cattiva depurazione delle acque continua ad arrecare danno al mare italiano. Per Legambiente: “Su 264 campioni analizzati dal laboratorio mobile, il 55% è fuori legge a causa dei parametri microbiologici che superano quelli previsti dalla normativa. In sostanza c’è un punto inquinato ogni 51 km di costa (un dato peggiore rispetto a quello del 2013, in cui si registrò una zona ogni 57 Km ndr). Sono 124 i campioni risultati fuori norma prelevati presso foci di fiumi, canali e scarichi, mentre sono 22 quelli relativi a spiagge affollate di turisti”. Le regioni che presentano le criticità più marcate sono: Abruzzo, con l’89% dei punti inquinati rispetto al totale dei campioni prelevati, le Marche, con l’83%, la Calabria, 79% e il Lazio con il 75%. Situazione leggermente migliore in Toscana, con il 33% e in Sardegna, 10%.
Sono state 32 le tappe dell’imbarcazione di Legambiente che, oltre ai campionamenti, ha proceduto attraverso lo staff a denunciare, informare, coinvolgere i cittadini e promuovere esempi positivi all’insegna della sostenibilità ambientale. La situazione piuttosto grave evidenziata da Goletta Verde richiama di nuovo l’attenzione verso le due sentenze di condanna, emanate tra il 2012 e il 2014, da parte della Commissione europea: anche per quest’anno, infatti, l’Ue ha avviato una nuova procedura d’infrazione per il mancato rispetto della direttiva sulla depurazione degli scarichi civili. Come riferito da Legambiente: “Il procedimento riguarda 880 agglomerati urbani italiani, il 28% del totale, per l’inadeguato trattamento degli scarichi fognari”. Le regioni più colpite sono: Campania, con il 76% degli agglomerati sul totale regionale in procedura, la Calabria, 53%, la Sicilia, 52%, e le Marche, 50%.
Per quanto riguarda il rifiuto “non trattato”, a riversare le sostanze inquinanti nei fiumi e nei mari italiani con maggiore assiduità sono la Campania, che conta 2.4 milioni di abitanti serviti da inadeguati sistemi depurativi, il Lazio, 1.8 milioni, la Lombardia, 1.6, e la Puglia, 1.5 milioni.
Stefano Ciafani, vicepresidente di Legambiente ha osservato: “I tanti punti evidenziati dai nostri monitoraggi e denunciati da diversi anni meritano, una volta per tutte, un vero approfondimento da parte degli enti competenti. In questi anni Goletta Verde ha censito costantemente lo stato di salute delle acque e avanzato più volte il problema di una mancata depurazione dei reflui civili. Lo stesso Governo ricorda che, attualmente, solo il 64% degli italiani è servito da impianti di depurazione e il ritardo rispetto agli obiettivi imposti dall’Europa ci potrebbe costare mezzo miliardo di euro, che ricadrebbe sulla collettività. Il governo Renzi sblocchi opere utili come quelle a tutela del mare, invece di ricorrere al solito lungo elenco di opere stradali e autostradali”.
L’associazione ambientalista attacca il Governo anche dal punto di vista della mancata informazione alla cittadinanza, che dovrebbe invece essere fornita dal portale realizzato dal Ministero della Salute, che viene additato dagli ambientalisti come “un bluff”. Sempre secondo Legambiente: “Sul fronte dell’informazione, in Italia, stenta ancora a decollare un sistema davvero integrato tra i vari enti preposti per fornire dati chiari, intanto i cittadini navigano in un mare di disinformazione. Lo stesso portale del Ministero della Salute è poco chiaro: sul sito ci sono simboli e grafiche in contraddizione tra di loro, oppure dati discordanti rispetto al giudizio delle agenzie regionali”.
Davide Lazzini
15 agosto 2014