Starlink: che cos’è e a cosa serve

Dopo la notizia, lanciata da Bloomberg, di un possibile accordo tra Musk e il governo italiano per l’uso di Starlink, la tecnologia di satelliti a bassa orbita nata da SpaceX, ci si domanda effettivamente come funzioni questa nuova tecnologia e quale sia il reale uso che si può fare di essa.

Starlink altro non è che una tecnologia per l’accesso a internet dallo spazio, SpaceX – fiore all’occhiello di Elon Musk – ci lavora ormai da più di vent’anni al fine di implementare sempre di più quella che è stata definita più volte una “costellazione di satelliti” che ormai ha superato le 7.000 unità. I satelliti necessari alla comunicazione sono stati portati, sempre dagli shuttle di Musk, a un’orbita relativamente bassa rispetto a quelli tradizionali (circa 500 km dalla Terra) permettendo così una copertura capillare e una velocità di connessione, in zone prive di infrastrutture comunicative, prima impensabili. La vera rivoluzione consiste appunto nella qualità della trasmissione dati e nella copertura garantita, con un abbattimento di quelle che possono essere le problematiche legate al traffico dati via cavo, e quindi terrestre.

Quello che invece non sembrava essere chiaro era quando Starlink sarebbe stato disponibile, almeno in Europa, dato che sono i singoli a governi a permetterne l’operato. In verità, Starlink è già disponibile in Italia dal 2021, per privati e aziende. Girovagando sul sito italiano si può facilmente sottoscrivere due tipologie di abbonamenti: il Residenziale con dati illimitati e il Residenziale lite a bassa priorità, rispettivamente a €40 e a €29 al mese. Con il pagamento una tantum di € 373 si riceverà il kit Starlink standard che comprende router e ricevitore dal design avveniristico. Un po’ caro, e non è una Tesla.

In Italia, alla data odierna, risultano abbonati circa 4,5 milioni di utenti ma il numero sembra crescere, così come gli investimenti di Elon Musk nel settore. Dopo la vittoria di Trump alle presidenziali, il patron di Tesla ha subito iniziato a giocare il ruolo di alfiere che tutti si aspettavano. Le sue aziende hanno numerosi contratti col governo americano, tuttavia, sembra che il Nuovo Continente non basti al multimiliardario.

Il possibile accordo, di oltre 1,5 miliardi di euro, tra il governo italiano a guida Meloni e la SpaceX, qualora andasse in porto, sarebbe finalizzato a garantire un tipo diverso di tecnologia destinata a coprire esigenze di tipo militare e difensivo. Musk, difatti, ambisce ad ampliare ulteriormente Starlink iperspecializzando il suo esercito di satelliti in attività di tipo militare e di spionaggio, il progetto dovrebbe chiamarsi Starshield.
La Commissione Europea, nel frattempo e in smodato ritardo, sta avviando il progetto Iris2, con l’obiettivo di creare una propria costellazione di satelliti a bassa orbita terrestre per le stesse finalità. Intanto Giorgia non attende, stringe mani e fa occhiolini.