Metodo Stamina bocciato dal comitato scientifico. Vannoni: ‘Aspetto le motivazioni’

Il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha affermato stamani che il comitato scientifico nominato per esaminare l’attendibilità del metodo Stamina, si è espresso negativamente sulla possibilità di iniziare la sperimentazione clinica in quanto non vi è “alcuna consistenza scientifica”.
Queste le parole del Ministro della Salute: «Oggi abbiamo ricevuto il parere del Comitato scientifico chiamato a valutare l’avvio della sperimentazione del metodo Stamina. Sarei stata lieta di annunciare a tante famiglie che la loro speranza su questa nuova cura era fondata. Purtroppo, secondo il Comitato scientifico, non è così: le conclusioni, assunte all’unanimità, sono negative».
Ora l’ultima parola spetta proprio alla Lorenzin che ha aggiunto: «Fin dal primo momento ho affrontato questa vicenda con rigore, trasparenza e la massima libertà di giudizio, attuando le determinazioni assunte dal Parlamento. Studieremo attentamente le motivazioni prima di prendere le nostre decisioni. Intanto consulterò subito i capigruppo delle commissioni Affari sociali e Sanità di Camera e Senato per informare il Parlamento».
Ricordiamo che il metodo Stamina è stato creato dallo psicologo Davide Vannoni, presidente della Stamina Foundation, e consiste nell’utilizzare le cellule staminali (estratte dal midollo osseo dei paziente, poi tenute in coltura nell’acido retinico diluito, in modo da farle differenziare in cellule nervose e quindi reimpiantarle nello stesso paziente) per curare vari tipi di malattie causate da lesioni o deterioramenti di cellule cerebrali, come il Parkinson e l’Alzheimer. Il mondo della medicina è diviso su questo metodo. Da una parte c’è chi ne intravede grandi potenzialità, dall’altra chi lo boccia e fa notare la mancanza di dati scientifici certi senza i quali resta difficile procedere ad una sperimentazione su larga scala.
Il parere della maggior parte dei pazienti che hanno cominciato la cura Stamina è però diversa. Lo stesso Vannoni, dopo aver saputo della bocciatura del comitato scientifico, ha affermato: «Aspetto di conoscere le motivazioni della presunta bocciatura del mio metodo ma abbiamo già fatto ricorso al tar contro la composizione del comitato ministeriale, che si era già espresso contro Stamina. Sono tranquillo, noi abbiamo quaranta pazienti in cura agli Ospedali Civili di Brescia che stanno meglio e questo vale più di qualsiasi documento ufficiale».
La decisione della commissione indetta dal Ministero della Salute ha scatenato la rabbia di molti cittadini che, attraverso i principali social network, hanno espresso la loro contrarietà. Fra loro molti sono parenti di pazienti che vorrebbero cominciare, o continuare la cura Stamina.
Uno dei casi più popolari, di cui si sono occupati anche gli inviati del programma ‘Le Iene’, è quello della piccola Sofia, una bambina diventata nel corso di questi mesi uno dei simboli del metodo Vannoni. Sofia difatti una volta cominciata la cura Stamina ha mostrato incredibili segni di miglioramento, ma per continuare la terapia c’è bisogno del via libera del Ministero della Salute.
Suo padre, Guido De Barros, ha dichiarato alla stampa che la decisione resa nota quest’oggi dalla commissione: «ci lascia basiti. Colpisce la velocità con cui hanno voluto chiudere. La sensazione è che invece di risolvere un problema, trovare una soluzione, abbiano voluto chiudere il problema. La nostra sensazione è confortata dal fatto che tuttora è disattesa la legge 57, per noi peraltro una normativa pantomima, nata per tutelare e regolare, ma di fatto non attuata compiutamente. I nostri sforzi, come la manifestazione di ieri a Roma per i fratelli Viviano, ci appaiono nulli rispetto a una politica assurda verso diritti fondamentali dei cittadini come il diritto alla salute».
Guido ha inoltre aggiunto che Sofia, grazie al metodo Stamina è «stabile e presente più che mai», e che in questi giorni dovrebbero arrivare i risultati della quarta infusione alla quale la bambina si è sottoposta ad inizio agosto.
È quindi chiaro come il metodo Vannoni rappresenti un tema controverso e di difficile interpretazione. Per questo motivo prima di ogni bocciatura dovrebbero esser effettuati il maggior numero di controlli e di studi.
Enrico Ferdinandi
12 settembre 2013