Il naufragio dello Yacht Bayesian: quali evoluzioni sul caso?
Il disastro che ha coinvolto l’imbarcazione nota come Yacht Bayesian nelle acque della provincia palermitana. tra il 19 e l’alba del 20 agosto, oltre ad apparire nelle prime pagine dei giornali, ha interessato l’intera penisola italiana. Molti sono i dubbi e le domande a cui la popolazione e gli agenti preposti alle indagini cercano di dare una risposta chiara. Straziante il racconto di chi è riuscito a sopravvivere a questa tragedia dovendo affrontare l’ira di un ambiente marittimo che si da subito non si è minimamente rivelato clemente, tanto che sono serviti giorni interi per ritrovare i corpi dei dispersi.
Le cause di questo avvenimento sarebbero imputabili ad una tempesta seguita addirittura da un downburst: difficile quindi per l’equipaggio intervenire per gestire una simile complessità di eventi. La barca apparteneva alla moglie dell’imprenditore inglese Mike Lynch , il quale è rimasto coinvolto a sua volta nell’incidente, perdendo la vita insieme ad una delle sue figlie e alla moglie. Il Businessman aveva da poco evitato una condanna a 25 anni di carcere in America, con l’accusa di frode.
Dopo le prime perlustrazioni, i sommozzatori hanno stabilito l’assenza di problemi nello scafo e l’integrità dell’albero maestro. L ricerche dei corpi non rinvenuti sono continuate anche grazie all’ausilio di robot subacquei. Anche all’interno dell’imbarcazione sono stati ritrovati due persone scomparse ormai senza vita. Nella giornata del 23 agosto è stato ritrovato il corpo dell’ultima persona dispersa: si tratta proprio della figlia di Mike Lynch. La famiglia, dopo il termine delle ricerche avrebbe ringraziato le autorità italiane. Gli stessi ausiliari sono stati poi accolti dagli applausi delle persone al rientro sul molo di Porticello.
Il Procuratore capo di Termini Imerese, Ambrogio Cartosio ha giustificato il proprio silenzio sulla vicenda all’inizio della conferenza stampa del 24 agosto sul tragico evento, attestando che la legge italiana 106 del 2006 gli ha vietato di fare qualunque dichiarazione sul caso. A quanto pare, prima della conclusione di una ricerca, un PM non può dare alcun giudizio sulla vicenda. Tuttavia Cartosio ha poi specificato che le indagini potrebbero partire ancor prima che il relitto venga recuperato, ma c’è chi come il noto avvocato ed ex-pm palermitano, Antonio Ingroia, ritiene assurdo che non ci siano ancora iscrizioni sul registro degli indagati. Com’è logico che sia, sono fuoriusciti cavilli giudiziari ed opinioni discordanti degli esperti sull’accaduto, ma anche questo fa parte della grande macchina burocratica italiana.
Ad ogni modo, la notizia di questa mattina ha visto il capitano neozelandese James Cutfield nel registro degli indagati, sul quale pende un’accusa di naufragio ed omicidio colposi. Certamente non una buona notizia dopo la sopravvivenza ad una simile sciagura. La sua presenza nelle indagini è – per il momento – preparatoria in vista dell’autopsia per i 7 corpi delle persone rimaste coinvolte nell’incidente marittimo.
Una storia che fino a questo momento sembra essere frutto di una terribile casualità, quasi una testimonianza della crudeltà naturale a cui ogni essere umano e vivente può essere predisposto nelle peggiori condizioni atmosferiche. Magari con il passare del tempo si giungerà a nuove conclusioni, per il momento le informazioni restano limitate all’ostilità dell’ambiente marino che ha provocato tutto questo.