Amato fa rima con AI

Giuliano Amato, classe 1938. Presidente della Corte Costituzionale nel 2022, Premier dal 1992 al 1993, è stato Ministro per ben quattro volte oltre ad essere nominato Presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato nel 1994. Oggi, nel 2023, dopo aver fatto parlare di sé con le scottanti dichiarazioni sul Caso di Ustica, ritorna al centro delle polemiche per la sua nuova nomina: sarà alla guida della Commissione sull’intelligenza artificiale nel campo dell’editoria, istituita per la prima volta dal Governo Meloni. Una commissione fondamentale oggi per comprendere al meglio la nuova frontiera dell’AI e come questa potrà influire nei prossimi anni nei lavori attuali, primi fra tutti quelli legati al mercato, già in crisi, dell’editoria.
Ma il socialista Amato, nominato dal Governo di destra a guida Meloni, non sembra essere andato a genio alla stessa Premier. Il motivo? Da quanto si apprende la leader di Fratelli d’Italia era all’oscuro della nomina. La mancata comunicazione sarebbe responsabilità del sottosegretario con delega all’editoria, il forzista Alberto Barachini che avrebbe tenuto estraneo ai fatti Palazzo Chigi sulle sue scelte. A smentire le “voci di corridoio” ci pensa lo stesso Amato. Intervenendo a “Start” su SkyTg24 ha dichiarato:
«a me risulta che non c’è stata alcuna voce contraria e che la Presidente del Consiglio era irritata non per la scelta fatta dal Sottosegretario competente ma per il fatto che non gliela avesse tempestivamente comunicata.»
Amato ha poi risposto anche alle polemiche sulla sua nomina, criticata soprattutto per l’età del Presidente emerito e la poca competenza di quest’ultimo nel campo dell’AI:
«la Commissione è investita del compito di fare un rapporto sull’impatto dell’intelligenza artificiale sui mezzi di informazione, sui giornali e dell’editoria non del compito di costruire un cervello elettronico. Mansione che invece spetterebbe a persone che non hanno neanche trent’anni»
Oltre ai numerosi meme girati in rete negli ultimi giorni, la nomina di Amato è stata più volte paragonata ai suoi omonimi all’estero: alla guida di una Commissione molto simile a quella nostrana, a Londra c’è Ian Hogarth, 38 anni, imprenditore nel settore digitale, laureato in ingegneria e informatica e specializzato in machine learning.
I lavori della Commissione: quali compiti per Amato?
La Commissione guidata da Amato avrà il compito di valutare i rischi e le opportunità che l’applicazione dell’intelligenza artificiale può avere nel mercato dell’editoria e sul giornalismo. Dalle immagini o video deepfake all’uso massiccio di chatbot per la scrittura di articoli e libri, i rischi dell’AI in questo campo sono già noti da tempo. Dunque, un gruppo di persone nominate dal Governo che si occupa di valutare i limiti relativi ai diversi ambiti di applicazione possibile ma anche le potenzialità di sviluppo del settore, dovrebbero tranquillizzare soprattutto chi lavora in questo campo. Certo è che la figura di Amato poco si adatta al contesto: il costituzionalista vanta sicuramente un notevole curriculum nel campo dell’amministrazione e della politica, ma la sua carriera ha poco a che vedere con il mondo dell’innovazione. La mossa di Barachini ha quindi creato delle tensioni interne alla maggioranza, soprattutto tra Forza Italia e Fratelli d’Italia, quest’ultimi artefici invece della creazione di un comitato parallelo, sempre nel campo dell’Intelligenza artificiale.
Il lavoro “gemello” del sottosegretario Butti
Parallelamente al lavoro di Amato ci sarà infatti un secondo gruppo che si occuperà di intelligenza artificiale: la nomina di 13 esperti dell’AI arriva quasi in contemporanea a quella della nuova Commissione. A capo dell’iniziativa il sottosegretario della presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’innovazione, Alessio Butti (Fdi). Nei giorni scorsi c’è stata infatti la firma del decreto che istituisce il team di personalità che forniranno consulenza al dipartimento per la trasformazione digitale nella scrittura di un piano sull’AI: il comitato avrà tempo fino al 31 gennaio 2024 per stilare una serie di indirizzi nel campo dell’intelligenza artificiale da fornire a Butti. Il Sottosegretario punta anche ad attivare un veicolo dedicato all’AI con una dote di 800 milioni, gestito insieme al Fondo nazionale innovazione di Cassa depositi e prestiti e all’Agenzia nazionale sulla cybersecurity (Acn), presso cui verrà istituita una segreteria tecnica che affiancherà il comitato nell’organizzazione delle attività e nella stesura dei documenti. La stessa Agenzia infatti, era stata da tempo indicata come quella preposta a occuparsi di intelligenza artificiale e nei prossimi anni e a fungere da autorità dedicata per il controllo della nuova frontiera dell’informatica sulla base dell’AI Act, il nuovo pacchetto di regole attualmente in discussione in Europa.
Chi sono gli esperti nominati da Butti
Il Comitato verrà coordinato da Gianluigi Greco, direttore del dipartimento di informatica e matematica presso l’Università degli Studi della Calabria. Insieme a lui troviamo l’astrofisica Viviana Acquaviva; Padre Paolo Benanti, docente presso la Pontificia università gregoriana; Virginio Cantoni, docente emerito dell’Università di Pavia; Guido Boella, prorettore dell’Università di Torino; Agostino la Bella, docente dell’Università Tor Vergata; Giuliano Noci, prorettore del Politecnico di Milano; Ranieri Razzante, docente di tecniche e regole della cybersecurity presso l’università Suor Orsola Benincasa; Edoardo Carlo Raffiotta, avvocato costituzionalista; Maria Chiara Carrozza, presidente del Consiglio nazionale delle ricerche; Rita Cucchiara, docente dell’Università di Modena e Reggio Emilia; Silvestro Micera, docente all’Ecole polytechnique fédérale de Lausanne e Marco Camisani-Calzolari, giornalista esperto di digitale e già consulente di comunicazione per il team di Butti.
Niente paura, l’AI rimane in mano a Fratelli d’Italia
La nomina di Giuliano Amato, uomo storico del partito socialista e scelto da un membro di Forza Italia, aveva “preoccupato” l’opinione pubblica: la Premier sembrava non avere il controllo sulla nuova frontiera dell’intelligenza artificiale. Ma a quanto pare non è così: l’istituzione del comitato a guida Butti, la nomina del prefetto Bruno Frattasi al vertice dell’Agenzia nazionale sulla cybersecurity e il rinnovo del consiglio d’amministrazione di Cdp Venure Capital, il fondo nazionale per le strartup, guidato da una rosa di nomi voluti dal sottosegretario Giovanbattista Fazzolari, fanno pensare l’opposto.
Non si comprende inoltre quale sarà la differenza tra il ruolo della “Commissione Barachini” e del “Comitato Butti”: ad esempio, già nell’AI Act sono presenti le regole su come affrontare le ricadute in ambito media. Inoltre ad intervenire sull’Intelligenza artificiale ci aveva pensato già il Governo Conte, istituendo sempre una commissione ma in questo caso, per stabilire una strategia sull’intelligenza artificiale: 60 esperti per scrivere due piani nazionali tra cui, Cucchiara e Benanti, chiamati ad oggi per il comitato voluto da Butti. E dal 2018 ad oggi siamo al punto di partenza, con due gruppi paralleli di cui non si comprende ancora come si interfacceranno e come si “divideranno i compiti”. La preoccupazione più grande da parte dei cittadini, in un momento di crisi economica come quella di oggi è sicuramente lo spreco di risorse e l’aggiunta di poltrone a carico dello Stato.