La premier Meloni cade nel tranello comico russo

L’imbarazzo sale per la Premier italiana e Palazzo Chigi a seguito della diffusione dello scherzo telefonico subìto il 18 settembre, prima dell’intervento all’assemblea ONU. La Presidente Giorgia Meloni è caduta vittima del duo comico russo “Vovan & Lexus”, personalità vicine al Cremlino, che hanno impersonato leader della Commissione dell’Unione africana. L’errore di Palazzo Chigi, però, ormai è di dominio internazionale, data la pubblicazione della registrazione sulla piattaforma online canadese Rumble e ripresa dall’agenzia russa Ria Novosti, uno sbaglio che pone l’Italia sotto i riflettori di un palco di uno show comico.

Meloni parla di Ucraina, immigrazione e Francia. La politica estera al centro delle conversazioni
Sull’Ucraina Meloni si sbottona, dicendo che: “C’è molta stanchezza da tutte le parti”, ma “gli Ucraini stanno facendo quello che devono fare, quello che è giusto fare, e noi cerchiamo di aiutarli”. Si espone in maniera precisa e inconsapevole la Premier italiana, impartendo informazioni su strategie e posizioni rispetto agli operati di Roma in politica estera. Dai riferimenti all’Ucraina e Biden, per giungere alle problematiche di immigrazione, ai rapporti con la Francia e alla mossa del golpe in Niger. Nonostante le varie provocazioni il Presidente del Consiglio ha confermato le posizioni di sostegno all’Ucraina e di lotta all’immigrazione illegale, come già presentato nei piani politici, non andando, così, a ledere eccessivamente l’immagine dell’Italia, rimasta in una posizione neutrale e diplomatica.
Una falla microscopica: la caccia al responsabile continua.
L’Ufficio del consigliere diplomatico si prende le responsabilità dell’accaduto, dato il suo ruolo di assistenza rispetto all’operato del Presidente del consiglio, soprattutto per quanto concerne le relazioni internazionali. Ci si chiede come sia stato possibile imbrogliare in questo modo la squadra della Premier Meloni. Nel mirino per i colpevoli vi è il Consigliere diplomatico e ambasciatore Francesco Maria Talò, personalità con 38 anni di carriera e che durante il governo Draghi fu rappresentante alla NATO. Nonostante si pensi già di aver trovato a chi addossare le colpe, vi sono delle questioni che ancora rimangono in sospeso.

Numerose fonti di area diplomatica riconoscono che l’inglese parlato dai due comici detenesse influssi russofoni evidenti, motivo per cui cadere nel tranello e percepire un’inclinazione africana risulta essere una svista non di poca rilevanza. Lo stesso Consigliere diplomatico si era occupato dell’organizzazione di viaggi per la stessa Premier in Etiopia, per cui un errore sulla flessione linguistica comporterebbe un elevato grado di disattenzione. La caccia al colpevole continua, includendo altre personalità dell’Ufficio del consigliere diplomatico. Secondo il G7 e il G20 la falla nel sistema è stata resa possibile dall’operato dell’ambasciatore Luca Ferrari, con l’ausilio di Fausto Panebianco.
La vicenda evidenzia come da sempre il Governo italiano detenga una debolezza intrinseca, ovvero l’incapacità di circondarsi di persone di fiducia e di competenza. Il team di governo si sarebbe dovuto occupare di proteggere l’immagine dell’Italia e di esprimere un posizionamento chiaro sulle politiche internazionali del Paese.