Stop alla Pirateria digitale: dal Senato via libera alla legge

Si puntava a dare il via libera definitivo nel minor tempo possibile. E così è stato: in Senato, il disegno di legge volto al contrasto della pirateria online è stato approvato all’unanimità. Il testo è passato nella stessa versione approvata alla Camera lo scorso 22 marzo, quindi è legge. Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale i procedimenti contenuti nel Testo saranno ufficialmente applicabili. Nell’era delle piattaforme streaming a pagamento, le disposizioni approvate daranno il “colpo di grazia” a quelle illegali.
Risposte tempestive: chiusura del sito illegale entro 30 minuti
La tempestività è alla base del Ddl approvato. Non a caso tra le misure maggiori troviamo la risposta, entro 30 minuti, delle autorità competenti (Agcom) alla chiusura dei siti denunciati d’illecito. Dopo la segnalazione delle parti lese infatti, l’Autorità garante per le comunicazioni può, con proprio provvedimento “ordinare ai prestatori di servizi, tra cui quelli di accesso alla rete, di disabilitare l’accesso ai contenuti diffusi abusivamente mediante il blocco della risoluzione DNS dei nomi di dominio e il blocco dell’instradamento del traffico di rete verso gli indirizzi IP univocamente destinati ad attività illecite”. Dopo la richiesta di Agcom, le società di Telecomunicazioni saranno chiamate ad agire “entro 30 minuti al massimo”. Al contempo l’autorità potrà informare subito la magistratura competente facendo partire un’informativa di reato. I giudici potranno quindi risalire al titolare della pagina e accedere alle sue informazioni personali tramite il tracciamento dei pagamenti.
Un intervento particolarmente voluto dalla Lega Calcio e dalle società che parteciperanno alla gara per l’assegnazione dei diritti sulle prossime cinque stagioni del campionato di Serie A: le dirette delle partite, sono la vera problematica dello streaming illegale. Nonostante i film restano il contenuto più piratato, stando ai dati Fapav è lo sport live a registrare dati preoccupanti in continua crescita (+26%). Solo nel 2022 poi, si sono registrati 30 milioni di atti di pirateria in più (+9%) rispetto all’anno precedente, per un totale di 345 milioni di visioni illecite.
L’inasprimento delle sanzioni e la costituzione del tavolo tecnico
Tra le iniziative contenute nella Legge anche l’inasprimento delle pene: si passa al carcere fino a 3 anni per chi trasmette in maniera illegale con sanzioni fino a 5mila euro per chi invece ne usufruisce, contro i mille previsti oggi. Sono anche previste campagne di sensibilizzazione e comunicazione. Inoltre, verrà istituito un tavolo tecnico “entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge” convocato dall’Agcom in collaborazione con l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale in modo tale da poter definire i requisiti tecnici e operativi e gli strumenti necessari a consentire “la disabilitazione dei nomi di dominio o degli indirizzi IP” grazie ad una piattaforma che dovrà essere pronta entro sei mesi. Al momento la legge prevede una copertura finanziaria per questa nuova attività di Agcom fino al 2032.
Una legge modello
Tra i primi a parlare Federico Mollicone, Presidente della Commissione cultura ed editoria della Camera e primo firmatario, insieme alla deputata leghista Elena Maccanti, di quella che è stata definita anche “legge anti pezzotto” dal nome di uno degli strumenti utilizzati per diffondere in rete materiale illegalmente:
«Abbiamo dotato la nazione di una tutela adeguata al diritto d’autore e ai diritti connessi, nel rispetto dei diritti alla libertà di manifestazione del pensiero e di cronaca. Il danno della pirateria in termini di Pil è di oltre 700 milioni di euro, mancati introiti fiscali per 319 milioni di euro e perdite anche in termini di occupazione con una stima di circa 10 mila posti di lavoro messi a rischio. Abbiamo approvato una vera e propria legge quadro, la più all’avanguardia d’Europa. Si tratta di strumenti legislativi e operativi snelli, su cui il Parlamento ha trovato unanime condivisione.»
Soddisfatto anche il Commissario Agcom, Massimiliano Capitanio che ha definito la legge “un faro nel contrasto alla pirateria che verrà studiato anche in altri paesi”.
Pagine legali e illegali: come capire chi è chi?
Ma il nodo principale sarà quello di capire come andare a colpire gli indirizzi Ip illegali senza oscurare le pagine legali, dato che molto spesso gli indirizzi regolari vengono usati per nascondere quelli irregolari. Stando a quanto dichiarato da Capitanio, sarà costituita una “white list” di segnalatori preferenziali. Non si consentirà quindi al singolo cittadino di segnalare, procedura che potrebbe essere fatto in maniera anche errata, apportando danni a chi agisce legalmente ma prevalentemente le segnalazioni arriveranno dai detentori dei diritti (Lega di Serie A, Serie B, Lega Pro e produttori audiovisivi). La piattaforma costituita per vagliare le segnalazioni, verificherà l’indirizzo Ip servendosi anche di documentazioni fotografiche, evitando il più possibile l’errore. Ma non c’è la certezza che l’errore sia escluso al 100%. Il passaggio successivo sarà aggredire i “complici”: le società di cloud che permettono alla criminalità di mascherare alcuni indirizzi.
Giudizi sulla nuova legge arrivano anche dalla filiera delle Telecomunicazioni. Laura di Raimondo, direttore generale di Assotelecomunicazioni (Asstel) ha dichiarato:
«Come operatori abbiamo condiviso la necessità di strutturare una piattaforma pubblica e centralizzata che permetta di automatizzare gli interventi ma gli operatori devono restare sollevati dagli oneri derivanti dal funzionamento della stessa piattaforma, vista anche le forti difficoltà di sostenibilità economica che sta attraversando la Filiera Tlc»