Addio al Reddito di Cittadinanza: l’Italia passa a Mia

Era stata una delle promesse più importanti della campagna elettorale del centrodestra: eliminare il Reddito di Cittadinanza. Ma come? Con un nuovo strumento di sussidio, ancora in fase di studio da parte del Ministero del Lavoro: potrebbe chiamarsi Misura di inclusione attiva (Mia). Per quanto riguarda il vecchio sistema del Reddito di cittadinanza, dal primo agosto 404mila famiglie, di cui 300mila single, non potranno più usufruirne mentre i non occupabili (famiglie con minori, disabili, over 60) lo materranno fino al 31 dicembre del 2023. Gli occupabili dal primo settembre e in seguito tutti dal 2024, per avere accesso a Mia dovranno sottoscrivere il Patto di attivazione digitale sulla piattaforma del ministero. Inoltre, ci sarà un’app per la piattaforma dove verranno presentate le offerte di lavoro e formazione, con l’obiettivo di tenere il meno possibile gli occupabili nella misura.
Mia: dalle smentite sulla bozza alle dichiarazioni del Ministro
Per accedere alla Misura di inclusione attiva, gli anni di residenza in Italia scenderanno dai 10 previsti per il Reddito di cittadinanza a 5 anni, per evitare nuovi richiami dalla Commissione europea, che ha bollato il periodo per l’accesso al Rdc come “discriminazione indiretta”. Una stretta maggiore arriva dalla proposta del sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, di cancellare la possibilità di rinnovare ripetutamente la richiesta del sussidio come avviene per il Reddito: secondo la bozza girata lunedì che, stando a fonti interne al Governo, non corrisponderebbe al testo a cui sta lavorando l’esecutivo, basterà un solo rifiuto di un’offerta di lavoro per non avere più diritto a Mia. Nel caso della prima domanda, per nuclei con persone occupabili la misura avrà una durata di 12 mesi. Nel caso della seconda domanda, la durata si dimezza a sei mesi e per un’eventuale terza domanda, si potrà presentare solo dopo una pausa di un anno e mezzo. Inoltre, sempre nella bozza, per i non occupabili l’importo sarà di 500 euro al mese, mentre per gli occupabili cala a 375 euro mensili. Nell’intervista rilasciata per Repubblica la Ministra del lavoro, Marina Elvira Calderone, ha invece dichiarato:
«l’occupabile non avrà un sussidio ma una politica attiva definita anche da un’indennità di partecipazione. La vecchia logica del Reddito di cittadinanza non c’è più e la nuova non è punitiva, non è questo l’obiettivo del Governo. Anzi le famiglie numerose in difficoltà riceveranno un sostegno più alto dell’attuale perché i minori vanno protetti»
La Misura consentirà di risparmiare tra i 2 e i 3 miliardi di euro sugli 8 attuali di spesa. Molto probabilmente la platea dei beneficiari sarà tagliata di un terzo. Ma per la Ministra, sarà difficile quantificare la platea dato che Mia “non è statica” come il Rdc:
«se lo fosse ricadremmo in una logica di assistenza permanente che ci è costata 25 miliardi in tre anni, senza diminuire la povertà né aumentando l’occupazione»
Nella bozza si parlava anche del requisito di accesso sulla base dell’Isee, abbassato da 9360 a 7200. Stando invece alle dichiarazioni della Ministra l’Isee terrà conto dell’apporto fornito dall’Assegno unico per i figli, in modo tale da ricevere più di ora, andando a correggere una delle storture del Reddito che erano state segnalate anche dal Comitato scientifico guidato da Chiara Saraceno, che su incarico dell’allora ministro del Lavoro, Andrea Orlando, a fine 2021 aveva effettuato una valutazione del Rdc, giudicando la scala di equivalenza “penalizzante” per tutte quelle famiglie che con questo meccanismo ricevono un contributo non adeguato alle loro necessità, proponendo non solo di equiparare i minori agli adulti (alzando il coefficiente di riferimento per il calcolo del Reddito da 0,2 a 0,4) ma anche di alzare il coefficiente nei nuclei con disabili, attribuendo loro il valore massimo della scala di equivalenza (2,9). Seguendo questa logica, a detta della Ministra l’aiuto per l’affitto andrà a “chi ne ha davvero bisogno”, come le famiglie con figli e gli over 60 e la pensione di cittadinanza, sarà inglobata nella nuova misura. Tra i 404mila occupabili infatti, che oggi beneficiano del Reddito, il 75% sono singoli. Una platea che andrebbe messa “nelle condizioni di attivarsi”. Dunque, chi richiede il nuovo sussidio dovrà necessariamente iscriversi e sottoscrivere il patto di attivazione digitale, dopodiché avviene la presa in carico e in seguito, il sistema in automatico invia il soggetto al Centro per l’impiego oppure all’assistenza sociale dei Comuni e del Terzo Settore. Ma per la definizione di occupabili si terrà conto di alcuni fattori: se ad esempio un giovane single non sarà in grado di lavorare, verrà indirizzato all’assistenza mentre un beneficiario di Reddito con determinate caratteristiche e con 160 ore di formazione mirata e orientata alle esigenze delle imprese, dopo 3-4 settimane potrà uscire dal sussidio.
Ma a destare preoccupazione da parte dell’opposizione, sono state soprattutto le dichiarazioni riguardanti la probabile esclusione dei single occupabili. Stando ai dati dell’Istat in Italia sono 8 milioni le persone che vivono da sole e ogni mese spendono circa il 47% in più di chi vive in coppia e l’87% in più di un componente di una famiglia di tre persone.
Nel prossimo periodo si vedrà quali saranno le mosse del Governo e quelle dell’opposizione. Si prospetta un lungo dibattito sia all’interno della Camera che tra l’opinione pubblica.