Gli accordi Italia-Algeria per il gas

Il conflitto in Ucraina ha reso evidente, per la prima volta, una forte assenza in Europa: quella di un piano di sicurezza energetica. “E’ come avere una Ferrari in garage e scoprire di essere senza benzina” spiega l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, in merito al viaggio istituzionale di Giorgia Meloni in Algeria. A porre rimedio alla situazione del caro energia, in cima alle problematiche principali del Belpaese dallo scoppio del conflitto in Ucraina, ci sarebbero alcuni accordi siglati tra i due paesi e nello specifico tra Eni e Sonatrach, l’azienda petrolifera algerina. L’idea principale: rendere l’Italia un hub energetico per l’Europa. Un progetto che sempre per Descalzi, sarebbe possibile ma che avrebbe bisogno di continuità politica sui progetti strategici e di un’unione tra destra e sinistra per l’interessa nazionale.
Un partner strategico
Quella ad Algeri è stata la prima visita ufficiale bilaterale Italia-Algeria, per la Premier Giorgia Meloni. Ma quest’ultima aveva già incontrato il Presidente della Repubblica algerina, Abdelmadjid Tebboune, nel corso dei lavori in Egitto per la Cop27. I rapporti Italia-Algeria sembrano dunque essere cruciali per la sicurezza economica del nostro paese. Una centralità fatta presente anche dall’ex Premier, Mario Draghi, che già ad aprile del 2022 si era recato nella capitale algerina con l’ex ministro degli Esteri, Luigi Di Maio e l’ex ministro alla Transizione ecologica, Roberto Cingolani, per firmare un contratto tra Eni e Sonatrach per l’aumento delle esportazioni di gas verso l’Italia. A novembre del 2021 invece, dopo 18 anni Algeri aveva visto il ritorno di un presidente della Repubblica italiano in visita ufficiale, Sergio Mattarella e nel corso della pandemia, l’Algeria aveva ospitato l’ex Premier Giuseppe Conte, l’ex ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese e di nuovo, l’ex ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. Ad oggi Meloni punta a lanciare il “Piano Mattei per l’Africa” che si basa su diversi accordi nel campo dell’energia e dello sviluppo industriale, considerando il Mediterraneo come luogo dove “viaggia la stragrande maggioranza degli interessi nazionali”.
Un Hub per l’Europa e l’indipendenza dalla Russia
L’obiettivo principale, che vede in accordo la Premier con l’Ad di Eni, sarebbe quello di fare dell’Italia l’Hub europeo non solo per il gas ma anche per l’idrogeno verde. Ma per rendere indipendente l’Italia dalle forniture di gas russo, serve arrivare ad avere entro l’inverno 2024-2025 tra i 50 e i 70 miliardi di metri cubi di gas l’anno:
«il nostro Paese ha caratteristiche geografiche, logistiche e infrastrutturali uniche e siamo gli unici ad avere una connessione via gasdotto con l’Algeria, che ha una capacità di 36 miliardi di metri cubi ancora sottoutilizzata, una connessione via gasdotto con la Libia che ha una capacità di circa 13 miliardi di metri cubi e che può salire ancora di parecchi miliardi. Poi abbiamo il Gnl dell’Egitto e tutti gli altri paesi africani con cui lavoriamo, oltre al Tap. Anche questa rete ci ha consentito di rimpiazzare fino ad oggi metà del gas russo.»
(Claudio Descalzi- ai colloqui con il Corriere, La Repubblica, Il Messaggero e la Stampa, 24 gennaio)

Stando ai progetti della Premier infatti, gli interventi per l’azzeramento delle forniture russe, agirebbero sul rafforzamento del gasdotto Tap che arriva dall’Azerbaigian e che passa per la Libia, la quale potrebbe aumentare le sue esportazioni da 2 a 9 miliardi di metri cubi. Oltre a ciò, cruciale è anche l’aumento delle esportazioni dall’Egitto con la messa a disposizione di 7 rigassificatori (oggi sono 3) e l’utilizzo dei nuovi giacimenti scoperti da Eni nel pozzo esplorativo Nargis-1 nel Mediterraneo orientale oltre a nuovi investimenti sulle nuove forniture provenienti da Israele e ovviamente, incrementando le esportazioni dall’Algeria, sia attraverso il Transmed che tramite il nuovo gasdotto Galsi, che giungerebbe fino alla Sardegna per poi arrivare a Livorno e successivamente in Germania. In questo modo, il nostro paese riuscirebbe sia a soddisfare il proprio fabbisogno nazionale che a rifornire gli altri paesi europei (Germania, Austria, Ungheria e Polonia).
Gli accordi siglati con l’Algeria
Nel palazzo del Presidente algerino sono state sottoscritte due nuove intese tra Eni e Sonatrach con l’obiettivo di potenziare ulteriormente il fabbisogno energetico, sia tramite la creazione di un nuovo gasdotto, funzionale anche per il trasporto di idrogeno che alla posa di un cavo elettrico sottomarino e all’aumento della capacità di produzione di gas liquefatto. Descalzi e il suo omonimo algerino hanno anche firmato un Memorandum per ridurre le emissioni di gas ad effetto serra e ridurre le quantità di Co2 emesse nelle strutture produttive di idrocarburi. Presente agli accordi, anche il Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che ha firmato un accordo con il Consiglio di rinnovamento economico algerino (Crea) proprio per rafforzare la presenza di aziende italiane nel Paese africano e contrastare quindi la forte presenza della Cina e della Russia sul territorio africano. Ma per Descalzi, l’aumento delle forniture non è sufficiente se non “si eliminano i colli di bottiglia sulla rete” come quello di Sulmona, in Abruzzo che impedisce di dirottare verso Nord tutto il gas di cui già oggi si può disporre. Motivo per il quale si è deciso di collocare due nuovi rigassificatori a Piombino e Ravenna.
