Sant’Egidio: una rete di solidarietà al servizio degli ultimi

Secondo i dati dell’Istat sono 5 milioni e 600 mila le persone sotto la soglia di sussistenza, quasi il 10% della popolazione italiana. E’ in questo contesto che operano le “Case dell’Amicizia”, i centri di ascolto e distribuzione della Comunità di Sant’Egidio, presenti in molte città italiane. Sant’Egidio è una realtà importante che opera sia a livello nazionale che internazionale, dove il tasso di povertà è più alto. Nata nel 1968 all’indomani del Concilio Vaticano II, per iniziativa di Andrea Ricciardi, negli anni la Comunità è divenuta una rete di solidarietà in più di 70 paesi del mondo. In un periodo difficile come quello attuale, pervaso dalla guerra in Ucraina e dalla conseguente crisi economica, sempre più persone si trovano in difficoltà. Come ogni anno, nel periodo natalizio Sant’Egidio prosegue la sua missione in aiuto dei più bisognosi. Ne abbiamo parlato con Sergio Rivabene, responsabile della Rete di solidarietà della Comunità di Sant’Egidio.
Una mission importante quella perseguita dalle Rete di Solidarietà...
Sì, siamo una luce, una speranza per le tantissime famiglie e persone che si ritrovano senza una casa, senza uno stipendio e che soprattutto, necessitano di cure e assistenze che dovrebbero essere alla base dei diritti del cittadino. La Comunità di Sant’Egidio è un faro importante che dalla sua fondazione, nel 1968, si è allargato a più di 70 paesi e ha sviluppato una rete sempre più efficiente nelle varie città italiane.
In questo contesto, la rete delle Case dell’amicizia svolge un ruolo importante. Può raccontarci come operate?
Importantissimo. Le Case dell’Amicizia sono i nostri centri di ascolto e distribuzione, presenti in molti capoluoghi italiani da più di due anni. Abbiamo già offerto un milione di pasti, un numero più che raddoppiato rispetto agli anni precedenti. L’esperienza della pandemia ha consentito in questi anni di verificare la capacità di risposta a situazioni di emergenza da parte della rete di servizi di Sant’Egidio. Attualmente siamo presenti in 14 regioni e 16 città italiane. Oggi, questi centri rappresentano un punto di riferimento importante, un faro appunto, per quelle numerose realtà che attualmente vivono una situazione di povertà assoluta. Attraverso i servizi di ascolto, consulenza e orientamento e la fiducia che le persone ripongono nei nostri volontari, ciascuna persona viene supportata nell’identificazione di problemi, bisogni, priorità e soluzioni. Un lavoro di squadra, una grande rete che negli anni ha collaborato con servizi pubblici e privati del Terzo Settore a livello territoriale, permettendo lo sviluppo di varie soluzioni diversificate e di rispondere in maniera sempre più efficacie ai vari problemi che ci siamo ritrovati davanti.
La comunità di Sant’Egidio nasce con l’obiettivo di soccorrere situazioni di estrema povertà. Quali sono le forme di aiuto principali?
Sì, come dicevo negli anni abbiamo sviluppato varie forme di aiuto che vanno dall’accesso agli alimenti e generi di prima necessità, al supporto all’iscrizione dei figli a scuola, fino all’accesso alle visite mediche e all’orientamento per l’ottenimento dei sussidi e all’inserimento nel mondo del lavoro. Una domanda che negli anni ci ha portato ad attivare nuovi progetti come l’inserimento di Hub Vaccinali, di ambulatori e presidi sanitari in prossimità dei centri, per facilitare l’accesso alle cure alle persone più fragili e infine, alla creazione di nuove reti di collaborazione con gli enti pubblici e le aziende per l’inserimento lavorativo. Inoltre, la capacità di affiancare situazioni differenti e attivare le necessarie risposte, rappresenta un metodo di intervento sul quale Sant’Egidio intende definire un modello tramite una pubblicazione ufficiale. La nostra mission poi, persegue anche gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, rispondendo a 2 dei 17 obbiettivi che la caratterizzano: il primo, quello che mira alla “povertà zero” e il secondo, “fame zero”. Porre fine alla povertà in tutte le sue forme e alla fame, garantendo la sicurezza alimentare, sono dunque anche le nostre missioni che ci trovano in totale accordo con le Nazioni Unite.
Come è cambiata la vita delle persone in difficoltà, dopo la pandemia e le emergenze dettate dalle guerra?
Rimaniamo il faro degli ultimi, come abbiamo sempre fatto, ma sicuramente la situazione attuale è molto difficile da affrontare: nel 2022 la domanda di supporto presso i centri e le sedi di Sant’Egidio è rimasta stabile e in molti casi è cresciuta, rispetto agli anni precedenti in cui la Pandemia ha inciso fortemente sul tasso di povertà in Italia. Su tutto il territorio italiano, i Centri di ascolto, distribuzione e orientamento sono aumentati da 3 a 32 nella città di Roma dal 2020. Continuiamo a ricevere tantissime richieste di aiuto, molto spesso tramite domande di sostegno materiale, attraverso le distribuzioni dei pacchi alimentari e di generi di prima necessità. Un primo aiuto che sempre più spesso rappresenta l’inizio di un percorso di ascolto e supporto per far fronte a necessità meno immediate e più profonde. Sono sempre più ampie e differenziate le storie che raccontano la povertà in Italia: da chi, pur avendo un alloggio, è impossibilitato al lavoro da condizioni di tipo anagrafico e sanitario a chi vive in condizioni di precarietà abitativa e che necessità di sostegno sul piano lavorativo.
I dati parlano chiaro…
I dati disponibili ci mostrano una situazione drammatica: 5,6 milioni di persone in povertà assoluta e 1,4 milioni i minori che vivono in queste condizioni. La povertà assoluta riguarda l’11% circa delle persone tra i 18 e i 34 anni. In Italia le persone che vivono in queste condizioni hanno subito un drastico aumento dal 2005 ad oggi. Ma sono altrettanto importanti i dati che raccontano le nostre azioni e quanto siamo riusciti ad intervenire in questi anni di volontariato: sono 5 mila le persone sostenute e prese in carico con interventi di ascolto, orientamento e risposta alle necessità primarie nei Centri i quartiere e di queste, almeno 2 mila sono state supportate da percorsi di reinserimento lavorativo, sociale e abitativo. E’ evidente che c’è ancora molto da fare. La povertà è un problema gigante del nostro paese ma allo stesso tempo quasi trasparente alla maggior parte delle persone. C’è bisogno di consapevolezza, che tutti facciano la propria parte in aiuto degli ultimi. Soprattutto nel periodo natalizio, un momento conviviale che richiama alla solidarietà e all’unione, la Comunità di Sant’Egidio si adopera per far sì che gli ultimi non siano più ultimi, ma parte attiva della nostra società. E per farlo, sviluppiamo una rete di aiuto che puntiamo ad ingrandire con il coinvolgimento di tutta la comunità territoriale.
È in corso la campagna di donazioni in vista del Natale. Puoi fare la tua parte inviando un contributo agli estremi bancari della Comunità.
Bonifico Bancario
IBAN: IT67D0760103200000000807040o0dice BIC/SWIFT: BPPIITRRXXX
Beneficiario: Comunità di S.Egidio-ACAP Onlus
Piazza S.Egidio 3/a, 00153 Roma
Causale: NATALE 2022- Progetto Povertà