Decreto Aiuti Bis: dal superbonus alla questione energetica

Nella giornata di martedì il Senato ha dato il via libera in prima lettura al Decreto Aiuti Bis, un piano da 17 miliardi destinato a famiglie e imprese, specialmente per quanto riguarda la difficile questione energetica. Centrale anche lo sblocco della cessione del credito del Superbonus 110%, tramite un emendamento presentato in extremis. 182 i voti a favore della manovra. Il testo, dovrà essere convertito in legge entro l’8 ottobre.
Il superbonus
La soluzione approvata prevede che la responsabilità in solido per la cessione dei crediti edilizi e superbonus sia ristretta “al solo dolo e colpa grave” per i crediti maturati successivamente al decreto legge dello scorso novembre che introduce l’obbligo di visti di conformità, asseverazioni e attestazioni. Si parla di 5,2 miliardi di cessioni bloccate, ovvero i crediti prodotti dai bonus edilizi.
La questione energetica
Da questo inverno ci saranno risparmi forzati e tagli obbligatori all’elettricità del 5%. Questa la proposta che arriva dall’Unione europea per quanto riguarda l’elettricità, dopo la riduzione del consumo di gas. Sempre nella giornata di martedì, il Collegio dei commissari ha adottato una proposta di regolamento del Consiglio, per introdurre misure di emergenza volte a contenere i costi della bolletta: dunque il taglio all’elettricità comprenderà il 10% delle ore giornaliere di consumo e sarà previsto per una quota del 5%, oltre all’obiettivo di una riduzione mensile del 10%. I ricavi dall’elettricità (non da gas) avranno invece un tetto di 180 euro a megawattora. Inoltre, le aziende energetiche dell’Oil e Gas, dovranno versare un contributo pari al 33% sull’eccedenza di utile di oltre il 20%. Ma per far sì che il regolamento sia attivo, serve il via libera degli stati a maggioranza qualificata (15 paesi).
In Italia, con l’Aiuti Bis, sono state rinnovate per il terzo trimestre le misure a sostegno di imprese e famiglie per contenere le bollette, tramite l’azzeramento degli oneri di sistema, il taglio sull’Iva sul gas, il rafforzamento del bonus sociale e il credito d’imposta per le aziende. Sul caro energia si interviene anche in campo sportivo, con un fondo da 50 milioni per i gestori di impianti sportivi.
Inoltre, a fine anno dovrebbero arrivare tra i 5 e i 6 miliardi dalla tassa sugli extraprofitti delle aziende energetiche, secondo la stima del Governo. Insieme a quest’ultimo anche l’Europa punta a raccogliere gli extraprofitti, che ammonterebbero ad una cifra di oltre 140 miliardi. Una misura volta ad attutire costi sull’energia insostenibili per gran parte dei cittadini.
Il tetto agli stipendi
La questione del tetto agli stipendi ha invece suscitato non poche polemiche. Il Governo ha infatti presentato un emendamento soppressivo dell’art. 41 bis riguardante il tetto salariale ai manager pubblici di 240mila euro, per quanto riguarda le figure delle Forze dell’Ordine, delle Forze Armate e della Pubblica amministrazione. Una misura ristabilita nella serata di mercoledì, in Commissione bilancio della Camera, tramite un contro emendamento. Ora il Decreto Aiuti Bis dovrà quindi ritornare al Senato.

Le altre misure
Tra le misure, la proroga dello smartworking fino al 31 dicembre ma solo per i lavoratori fragili e i genitori di figli sotto i 14 anni, anche senza accordo.
Spunta anche il bonus da 200 euro per i lavoratori che non erano stati inseriti nel primo decreto della manovra e inoltre, viene rafforzato il bonus sui trasporti. Per quanto riguarda le pensioni, viene alzato il tetto dell’impignorabilità: il doppio della misura massima mensile dell’assegno sociale, con un minimo di mille euro.
Infine viene istituito il Copasir provvisorio, per consentire l’attività del comitato parlamentare anche tra una legislatura e l’altra. Dunque, dall’inizio di ogni legislatura, fino alla nomina dei nuovi componenti, le relative funzioni sono esercitate da un comitato composto dai membri della precedente legislatura che siano stati rieletti in una delle Camere. Un organo che comunque cessa le proprie funzioni dopo venti giorni dalla votazione di fiducia del nuovo governo.
Ad essere eliminata nella nuova manovra è invece la figura del docente esperto, cioè coloro che abbiano conseguito una valutazione positiva nel superamento di tre percorsi formativi consecutivi e non sovrapponibili e che di conseguenza, avranno diritto ad un incentivo di 5.650 euro l’anno. Con il Decreto approvato resta l’incentivo ma la progressione delle carriere è ancora da definire.