10 Downing Street: e adesso arriva Liz
La ministra degli Esteri in carica, Mary Elizabeth Truss è stata eletta nuova leader del Partito Conservatore britannico, forza di maggioranza alla Camera dei Comuni, e dal 6 settembre subentrerà come Prima Ministra del Regno Unito a Boris Johnson, alla fine costretto alle dimissioni da scandali e dissidi interni ai Tories. Truss ha sconfitto l’ex ministro dell’Economia Rishi Sunak, di origini indiane – che se eletto sarebbe stato il primo premier britannico proveniente da una minoranza etnica dell’ex impero – nel ballottaggio finale deciso dal voto postale dei quasi 20.000 iscritti al partito (circa il 57% dei voti espressi dagli iscritti contro circa il 43% per cui Truss ha ottenuto 81.326 dei voti espressi, come dal risultato dello spoglio reso noto dopo le 12.30 locali di oggi, contro i 60.399 andati al rivale). Si tratta della terza donna della storia britannica a Downing Street, dopo la leader di ferro Margaret Thatcher e dopo la meno carismatica, isolata e ostracizzata Theresa May, tutte del partito conservatore, tutte di destra. Come Ministra degli Esteri nel governo Johnson aveva assunto una posizione particolarmente rigida nei confronti di Russia e Cina.
Liz
Mary Elizabeth Truss, 47 anni, detta Liz, ministra degli Esteri da 12 mesi, che ha raggiunto l’obiettivo dopo una campagna di immagine fortemente orientata al richiamo al modello Thatcher, per i suoi detrattori pecca di mancanza di autentico carisma e autorevolezza. A lei invece il compito improbo di rinsaldare l’unità del suo partito e quella di un governo messo in crisi da scandali, emergenze ambientali ed economiche, problematiche ricaschi del Covid e della Brexit. Un richiamo ad un modello basato soprattutto sull’aspetto esteriore, come è stato notato, e attraverso accenni a politiche aggressive e radicali. Ambiziosa, dal personale percorso politico ondivago, Liz nasce ad Oxford nel 1975 da una famiglia simpatizzante laburista. La madre, infermiera, è un’attivista per la pace. Studia in Canada e poi consegue una Laurea triennale in Scienze Politiche ed Economiche ad Oxford, nel frattempo lavorando e iniziando la sua militanza politica: prima nella minoranza repubblicana del partito liberaldemocratico britannico, europeista, poi tra i conservatori. Nel 2010 è deputata in un collegio blindato del Norfolk. La sua carriera prosegue con l’incarico di sottosegretaria all’Istruzione nella compagine di coalizione guidata da David Cameron, con quello di ministra dell’Agricoltura. Nel governo di Theresa May passa alla Giustizia, poi, come Vice, al Tesoro. Con Boris Johnson titolare del Commercio Internazionale, nel 2021 il premier le assegna il Ministero degli Esteri. Sposata, due figlie, le si attribuisce lo scandalo di una relazione col suo mentore, il deputato Mark Field, che le costerà la temporanea separazione dal marito, il commercialista Hugh O’Leary, con il quale tuttavia ritornerà.
Attueremo il programma
Ripete tre volte questa frase Liz Truss nel suo discorso dopo l’annunciodi Graham Brady, presidente del Comitato 1922, organismo interno al gruppo parlamentare conservatore incaricato di gestire la procedura elettorale per la leadership del partito, che ne ha fatto la nuova leader Tory e di conseguenza la premier britannica entrante, la quale ha anche detto: “Ho vinto da conservatrice e mi comporterò come tale“. Nel programma, tagli a pioggia alle tasse (30.000 sterline entro la fine del mese…), slogan di matrice thatcheriana contro la redistribuzione delle ricchezze in politica economica a dispetto di crisi e inflazione, linea dura johnsoniana (e sua personale seguita fin qui nel suo Ministero) nei confronti della Russia di Putin in Ucraina e nei confronti della Ue. Tra le sue promesse, anche quella dell’aumento del bilancio della difesa al 2,5% del Pil entro il 2026 e al 3% entro il 2030 per sostenere lo sforzo bellico in Ucraina e prepararsi a ogni eventualità dinanzi al deterioramento delle relazioni con la Cina. Un “piano audace” – come lo definisce lei stessa – volto anche a recuperare la crisi energetica nel Regno Unito e nell’Nhs, il servizio sanitario nazionale, sicuramente difficile da perseguire in questi anni di inflazione, alto costo della vita, caro-bollette, bolle immobiliari. Di più. Il Regno Unito attraversa una imponente ondata di scioperi e proteste in quasi ogni settore economico, innescate dal crollo del potere d’acquisto a causa dell’inflazione che potrebbe arrivare al 18 per cento nel corso dei prossimi mesi. Problemi che accomunano l’Europa tutta, ma che qui sono inaspriti dalle privatizzazioni e dalla debolezza dei sindacati che hanno avuto come conseguenza la riduzione del potere contrattuale dei lavoratori, quegli stessi lavoratori che Liz Truss aveva definito “scansafatiche”, con salari fermi da anni. Un piano audace difficile da attuare soprattutto se, come sembrano dire i giornali inglesi, portato avanti da una leader non così diffusamente popolare nel Paese, che anzi tramite alcune correnti invoca fin d’ora per lei una eventuale legittimazione popolare attraverso elezioni anticipate, al momento decisamente escluse da Liz Truss.” Populista come il suo predecessore, ma molto più di destra” è la definizione della neo-leader che circola tra gli esperti di politica britannica, che pure sottolineano però la dura realtà con la quale la Truss si scontrerà nello svolgere il suo compito, che potrebbe anche indurla a rivedere certe sue fin qui professate posizioni ideologiche liberiste. Almeno in casa. Mentre nell’ambito dei rapporti internazionali il percorso tracciato sembra essere sempre più orientato in direzione anti-Cina e anti-Ue. Mentre proprio la presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen si è congratulata oggi con Liz Truss augurandosi un rapporto costruttivo “nel pieno rispetto dei nostri accordi’, e parlando di Ue e Regno Unito come “partner” ad affrontare le sfide dell’attuale momento storico.
Un leader uscente fiero del suo operato
Nel discorso di Liz Truss alla cerimonia della proclamazione a Westminster, nel Queen Elizabeth Center, davanti a parlamentari e delegati Tory, non è mancato un omaggio al suo predecessore, che ha ringraziato per la Brexit, per la campagna vaccinale contro il Covid, per la politica attuata nei confronti di Putin. Si è detto del resto fiero del suo operato Boris Johnson nel congratularsi con la nuova leader del partito che da domani siederà sulla sua poltrona. Intervenendo sui social ha parlato per Liz Truss di “vittoria convincente” e della necessità che tutto il Partito Conservatore sia “al 100% dietro di lei“, appoggiandone “il piano giusto per affrontare la crisi del caro vita, per riunificare il partito e per continuare nel lavoro per il levelling up nel Paese“. E allo stesso tempo si è detto orgoglioso del suo servizio – tre anni – nel Regno Unico come Leader del Partito Conservatore, ricordando la più ampia maggioranza parlamentare in tanti anni e naturalmente il compimento della Brexit, la rapidità delle sue azioni di contrasto al Covid e l’appoggio all’Ucraina.
Protocollo
Martedì 6 settembre Liz Truss sarà formalmente designata dalla regina Elisabetta II, che ha convocato l’incontro con i due premier nella sua residenza di Balmoral, in Scozia, invece che a Buckingham Palace, rompendo così la tradizione esclusivamente per motivi di salute e di mobilità. Boris Johnson si recherà dalla sovrana per rassegnare le sue dimissioni anticipate dalla carica di primo ministro e per raccomandarle, come da protocollo, di designare al suo posto la nuova leader della formazione di maggioranza. Subito dopo, la regina sovrana riceverà separatamente Liz Truss, quindicesimo primo ministro dei suoi settanta anni di regno, e la inviterà a costituire il nuovo governo. Nel corso della stessa giornata, Liz Truss inizierà a formare la sua compagine governativa. Il primo Questione Time che si troverà ad affrontare è previsto alla Camera dei Comuni mercoledì.