Le mosse della Bce: dall’inflazione alla frammentazione finanziaria
A marzo il prezzo del gas sul mercato europeo di riferimento ha toccato il record di 207 euro a MWh mentre il tasso sull’inflazione dell’energia nell’euro a maggio si è attestato al 39%. A giugno ci sarà un ulteriore aumento.
Arrivati ad oggi, l’obiettivo della Bce è di mantenere l’inflazione al 2% nel medio termine e senza sbalzi nel breve. La Banca centrale europea è un’autorità apolitica coinvolta in un complesso sistema geopolitico che attualmente non riesce a fronteggiare. Un sistema dove i governi europei si trovano intrappolati in tutta una serie di episodi che girano intorno al conflitto in Ucraina: dalle mosse di Vladimir Putin per destabilizzare l’economia europea, prima fra tutte il taglio delle forniture di gas, alle risposte incerte dei grandi paesi. Pesano anche le strozzature lungo le rotte di beni industriali dalla Cina che però non sembrerebbe essere tra le cause principali. È proprio dall’aumento del costo dell’energia che il tutto si è propagato, fino a colpire gli altri mercati dipendenti da quello energetico. La Banca centrale ha dunque l’obbligo di garantire, entro un paio di anni, un carovita non superiore al 2% e se non seguisse questa linea guida? Ne va della sua credibilità e delle conseguenze politiche e sociali che potrebbero presentarsi nel prossimo periodo.
L’inflazione è più alta di quanto i dirigenti della Bce si aspettassero. Senza un progetto di riassestamento immediato, le famiglie più deboli, che spendono una grossa fetta del proprio reddito in luce, gas e beni di prima necessità, perderanno inevitabilmente fiducia nelle istituzioni. Una fiducia che vacilla già da adesso: gli aumenti dei tassi sono già pronti per il 24 luglio e sebbene la Bce stia studiando un nuovo strumento anti-frammentazione, per evitare che i paesi europei più deboli restino indietro, attualmente non sono ancora chiare le condizioni con cui si applicherà.
Gas, tassi e spread: la catena dell’inflazione
Secondo molti, la soluzione era dietro l’angolo: imporre un tetto sul gas importato in Europa. Il governo tedesco si è opposto: la preoccupazione era che Mosca potesse reagire tagliando le forniture. Ad oggi, nonostante l’assenza del blocco del prezzo, le forniture sono state tagliate lo stesso e il costo del gas è fuori controllo. Un periodo inflazionistico che continuerà per molto tempo. E come conseguenza, gli aumenti dei tassi hanno fatto salire lo spread fra titoli italiani e tedeschi. Ma all’estero, non tutti vedono la situazione così catastrofica, soprattutto per paesi come l’Italia. Ad esempio, secondo il quotidiano economico-finanziario Financial Times, molti strumenti aiuteranno i paesi più deboli a superare le difficoltà. Tra questi i 200 miliardi del Recovery Fund potrebbero portare il nostro paese ad una crescita di più dell’1%. La Bce ha inoltre creato degli strumenti per contenere il rischio di panico sul mercato obbligazionario. E ovviamente vi è anche la questione dell’inflazione: sempre secondo il quotidiano, quest’ultima renderebbe i livelli del debito nazionale più gestibili perché sono parametrati rispetto al Pil nominale, tendenzialmente più alto quando la pressione sui prezzi è elevata e quando questi aumentano, i governi raccolgono più tasse.
Ma la prospettiva del Financial Times non sembra convincere: giovedì le borse europee hanno bruciato 230 miliardi. Piazza Affari ha chiuso in calo del 3,32% dopo il dato finale dell’Istat sull’indice dei prezzi a maggio: dal 6,8% annuo al 6% di aprile. Nella giornata di venerdì invece la borsa di Milano ha subito un rialzo dello 0,29 dopo il calo del prezzo del petrolio e l’allarme inflazione lanciato dalla Federal Reserve Bank, facendo scendere lo Spread a 200 punti (rispetto ai 216 di giovedì).
Mossa Lagarde
All’Eurogruppo tenutosi a Lussemburgo nei giorni scorsi, la Presidente delle Bce Christine Lagarde, ha illustrato le decisioni della Banca centrale europea per il prossimo periodo. Si parlerebbe della creazione di uno scudo anti-spread, dopo la fine dell’accomodamento monetario con l’alleggerimento quantitativo, mediante l’acquisto di titoli di stato e tramite altre obbligazioni sul mercato, in un contesto totalmente opposto di rialzo dei tassi e di possibile stretta monetaria. Non una mossa facile per la Bce. Inoltre lo scudo anti-spread non sarà permanente ma verrà applicato in un lasso di tempo determinato: molto probabilmente sarà legato alla via del Recovery Fund senza però garantire acquisti illimitati.
A preoccupare sono poi le parole del ministro delle finanze tedesco, Christian Lindner, sull’Italia:
«quello che dobbiamo fare tutti è tornare ad una solida politica di bilancio riducendo il deficit e tornando ad un percorso solido per tagliare il debito, per salvaguardare la fiducia dei mercati mentre è responsabilità della Bce contrastare l’inflazione e per quanto riguarda l’Italia, deve mettere a posto i suoi debiti»
Parole condivise anche dal ministro austriaco Magnus Brunner. Ma dal nostro paese vi è una diversa prospettiva. Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, ha spiegato che il quadro macroeconomico del nostro paese non giustifica le tensioni sui titoli di stato verificatesi dopo l’annuncio della Bce di rialzare i tassi d’interesse di 25 punti a luglio. A detta del governatore, la situazione attuale è sicuramente migliore dell’anno del “whatever it takes” di Draghi, il 2012 in cui venne salvato l’euro e si fermò la speculazione sui titoli di stato italiani, ma oggi deve ridursi il peso del debito e l’unica soluzione è la crescita economica del paese. Anche per Visco, in questo momento non si possono abbassare le tasse ma serve una riforma fiscale organica.
«lo Spread giusto tra titoli italiani e tedeschi dovrebbe essere a 150 punti, al massimo a 200 (come avvenuto venerdì, rispetto ai 228 di mercoledì). Ha dunque funzionato la richiesta, dopo una riunione di emergenza della Bce, di accelerare il completamento del nuovo strumento contro la frammentazione dei mercati: lo scudo anti-spread.»
La normalizzazione della politica monetaria in Europa è legata al rialzo delle aspettative di inflazione al netto dei prezzi di energia e altri beni di prima necessità e l’aumento dei tassi sarebbe inevitabile anche per il Premier Draghi.
Per elaborare in fretta o meglio, alla stessa velocità di come stanno cambiando i mercati, la Bce punterà tutto sulla politica monetaria. Ma la stabilità finanziaria sarà un traguardo difficile nell’attuale contesto caratterizzato da più crisi in corso. La Banca centrale dovrà dunque reggere la pressione, dotandosi a sua volta di uno scudo che la protegga dalle tensioni geopolitiche in atto.