Diritto d’autore ed equo compenso. Al via la consultazione pubblica sul regolamento Agcom

L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Agcom, ha approvato ieri l’avvio della consultazione pubblica sullo schema di regolamento attuativo dell’art. 43-bis della legge sul diritto d’autore che, introdotta con il decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 177 (“Attuazione della direttiva (UE) 2019/790 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 aprile 2019, sul diritto d’autore e sui diritti connessi nel mercato unico digitale e che modifica le direttive 96/9/CE e 2001/29/CE. (21G00192) (GU n.283 del 27-11-2021) recepisce nell’ordinamento nazionale l’articolo 15 della direttiva copyright (UE 2019/790), con il quale “il Legislatore europeo ha inteso affrontare la questione dell’equa distribuzione del valore generato dallo sfruttamento sulla rete di una “pubblicazione di carattere giornalistico” tra l’editore (titolare del diritto) e le piattaforme che veicolano questi contenuti online”.
Un compenso equo
L’obiettivo è definire quale sia un “equo compenso” a favore dell’editore. L’Agcom ha tracciato un modello per la sua determinazione, operando già in questa fase una distinzione tra prestatori di servizi e le imprese di ‘media monitoring’ e rassegna stampa, in ragione delle differenze strutturali relative ai servizi offerti. Ora l’Autorità sottopone questo modello a consultazione pubblica auspicando di incentivare così accordi virtuosi tra editori e prestatori secondo criteri di ragionevolezza e proporzionalità, ispirandosi alle pratiche commerciali e ai modelli di ‘business’ adottati dal mercato”, come si legge nella nota pubblicata dall’Autorità stessa. “La consultazione è aperta a tutti i soggetti interessati per un periodo di 30 giorni a partire dalla pubblicazione della delibera, e consentirà all’Autorità di acquisire gli elementi di dettaglio necessari per definire, nel pieno rispetto dell’autonomia negoziale delle parti sulla scorta dell’iter già delineato nel documento di consultazione, i modello per pervenire alla determinazione dell’equo compenso, attraverso un’attenta ponderazione dei contrapposti interessi in gioco”.
Un diritto connesso
La direttiva europea sul copyright ha avuto una lunga gestazione in cui l’Italia è stata protagonista e ha rappresentato un grande passo avanti nella modernizzazione del quadro giuridico della UE in materia di diritto d’autore, che ha adattato all’ambiente digitale contemporaneo e assicurato così un più alto livello di protezione del diritto d’autore e dei diritti connessi. Lo sviluppo tecnologico ha stravolto infatti le modalità di fruizione dei contenuti creativi, e creato criticità legate ad una incontrollata circolazione delle opere dell’ingegno che ha richiesto un adeguamento normativo della legislazione sul diritto d’autore, perché si adattasse alle modalità di accesso ai contenuti online da parte degli utenti. In questo quadro europeo norme più chiare e confacenti all’ambiente digitale di cui possano beneficiare i titolari dei diritti, gli editori, i prestatori di servizi e gli utenti.
Il decreto di recepimento della direttiva europea, per quanto riguarda l’editoria giornalistica, prevede norme capaci di riconoscere agli editori, sia in forma singola che associata, un diritto connesso per l’utilizzo delle loro pubblicazioni di carattere giornalistico da parte dei prestatori di servizi delle società di informazione, delle società di monitoraggio media e rassegne stampa. In tal senso, viene riconosciuta agli editori la possibilità di negoziare accordi con tali soggetti per vedersi riconosciuta un’equa remunerazione per l’utilizzo dei contenuti da loro prodotti. Accanto a queste, norme per il buon funzionamento delle negoziazioni del diritto d’autore, come il riconoscimento del ruolo dell’AGCOM quale soggetto a cui rimettere la definizione del quantum di un accordo tra le parti in caso di difficoltà nella conclusione di una licenza per l’utilizzo di opere audiovisive sulle piattaforme video on demand tra i soggetti operanti nel settore e i titolari di diritti.
L’impegno del Governo per l’editoria giornalistica
In un recente convegno romano alla vigilia dell’avvio della consultazione pubblica sul regolamento Agcom, il Sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all’informazione e all’editoria, Sen. Prof. Giuseppe Moles, non aveva nascosto la sua soddisfazione per i risultati fin qui raggiunti a sostegno dell’editoria, citando “i circa 830 milioni di euro messi a disposizione di tutta la filiera, a partire dal Fondo straordinario dell’editoria” come risposta ad una necessità ineludibile, quella dell’appoggio al sistema editoriale professionale e certificato come unica arma contro il crescente fenomeno della disinformazione, da combattere anche con campagne istituzionali. In questa composita azione di sostegno rientra il regolamento Agcom ora sottoposto per 30 giorni a consultazione pubblica prima di approdare alla sua versione definitiva. E sempre Moles ha voluto in quel contesto sottolineare la formulazione innovativa della norma, diversa e di possibile ispirazione da quella messa in campo dagli altri Paesi UE, norma che di fatto impone alle parti ”l’obbligo di negoziazione in buona fede”, con l’Agcom chiamata in causa se il negoziato non raggiunge lo scopo, lasciando però spazio alle parti per rivolgersi al giudice ordinario.