Prove sostanziali hanno dimostrato come l’influenza dei social network sia strettamente correlata alla salute mentale e al benessere delle persone. Gli standard veicolati online e i rapporti che qui nascono conferiscono ai social un carico emotivo tale che può influire negativamente sulla visione del singolo riguardo temi come l’autostima, la soddisfazione, l’immagine del corpo e il benessere soggettivo generale, che possono essere ostacolate dagli standard veicolati online. I ragazzi vivono infatti una situazione di stabilità e pervasività di atteggiamenti stereotipati, pur sapendo che è necessario superare tali condizionamenti sociali. In un mondo pieno di pregiudizi e categorizzazioni, è importante stimolare una solida consapevolezza su temi così rilevanti.

Pandemia e tecnologia
L’impatto della pandemia ha aumentato considerevolmente le ore trascorse davanti ai device digitali, per un adolescente su due un terzo della giornata è davanti a uno schermo: più di 8 ore al giorno. Con la DAD poi i numeri sono cresciuti vertiginosamente, al di fuori della didattica, infatti, i dispositivi vengono usati prevalentemente per comunicare con gli amici, usare i social, guardare video o film, giocare ai videogame e solo marginalmente per fare ricerche. Il 25% dei giovani utenti è sempre connesso, always on appunto. Spesso i teenagers sacrificano le ore di sonno per rimanere online in piena notte: è il fenomeno del vamping, una vera e propria patologia per cui si rimane alzati buona parte della notte a causa della dipendenza dai device. Le misure restrittive, i vari lockdown per affrontare l’aumento dei contagi e la nuova condotta hanno creato per i teenagers condizioni di comportamento inconsuete e inaspettate. Le regole sociali che è stato chiesto loro di seguire sono del tutto in contrasto con le spinte naturali di questa fase del ciclo di vita in cui sono coinvolti nell’esplorazione nei confronti dell’esterno, nella ricerca di autonomia e di nuove esperienze, nella costruzione di relazioni significative al di fuori della propria famiglia di origine.

Solo effetti negativi?
I ragazzi e le ragazze hanno risentito molto del cambiamento forzato delle proprie abitudini e routine, essendo stati privati dei luoghi di frequentazione abituali quali scuola o spazi ricreativi e sportivi. In mancanza della frequentazione dei punti di ritrovo classici la tecnologia diventa l’unico strumento di “sopravvivenza”, il solo modo per creare o conservare relazioni umane, seppur indirette. Questo fenomeno non è senza conseguenze ma, nonostante si pensi sempre e solo a quelle negative, ci sono anche dei risvolti positivi nell’utilizzo dei social media e nel rapporto così “intimo” con il web 2.0: tramite i social i teenagers instaurano e rafforzano legami di amicizia e traggono dalle stories e dai profili esempi di vita sperimentata dai quali imparano a relazionarsi, soprattutto con l’altro sesso. I media svolgono un ruolo importante anche nel trattare e sensibilizzare su temi che normalmente offline sono spesso considerati tabù, come l’educazione sessuale, di cui si parla poco e spesso in termini errati. In conclusione, si capisce come i social network, tra benefici e rischi, siano in grado di modificare nettamente il comportamento dei giovani, introducendo quella dipendenza che oggi si cerca di combattere. Le relazioni sociali e familiari rappresentano senza dubbio i pilastri in grado di sensibilizzare gli adolescenti riguardo l’importanza del vivere la propria vita in maniera reale, “offline”, attribuendo la giusta importanza al mondo virtuale, che pure presenta i suoi aspetti positivi, senza però assolutizzarlo.