Emergenza plastica: l’America spinge per riversarla in Kenya

Le potenze mondiali e le multinazionali da un lato, il Kenya dall’altro. Al centro la plastica. Mentre il mondo rincorre la soluzione green dell’ultimo momento, il Kenya, ormai da qualche anno, ha deciso di muovere una guerra aperta alla plastica monouso attraverso una regolamentazione molto rigida. Sono vietati dall’agosto del 2018 tutti i sacchetti, gli involucri e i composti in plastica. Può apparire molto strano, ma c’è una causa. Il Kenya, oggi, è il piatto più ambito dalle multinazionali di tutto il mondo in termini di smaltimento di rifiuti plastici.
La partita tra America e Kenya
Il 2020 è l’anno della consapevolezza sul reale problema della plastica. Se da un lato le multinazionali e l’economia mondiale producono campagne pubblicitarie che spingono alla traduzione da plastica a compostabile/bio, dall’altra parte tutta la plastica da smaltire, fatica sempre più a trovare una collocazione di stoccaggio. Se c’è un posto ghiotto per le grandi aziende multinazionali questo è il Kenya.
I mercati sono saturi e i paesi già fortemente in surplus di stoccaggio. L’Africa è la soluzione a questo problema. Secondo un report prodotto dal New York Times, l’American Chemistry Council, nonchè l’associazione che rappresenta nel mondo le grandi industrie chimiche, sta interagendo nei negoziati tra Stati Uniti e Africa in modo da ottenere un alleggerimento delle norme che permetterebbero alla plastica di entrare nel paese.

Il New York Times denuncia apertamente le politiche di stoccaggio rifiuti americani e di molte multinazionali, ribadendo come il Kenya, in un imminente futuro, possa essere visto come la discarica del pianeta. Inoltre, l’America potrebbe usare il Kenya come hub per la fornitura di prodotti chimici e plastici verso mercati in tutta l’Africa. A questo si aggiungono anche le pressioni delle compagnie petrolifere che potrebbero rendere vano l’impegno delle battaglie dei centinaia di ambientalisti Che si battono affinchè non entrino rifiuti all’interno del paese. Una risposta chiara e decisa in questa direzione arriva dal ministro del commercio Betty Maina: “Nei suoi negoziati commerciali con gli Stati Uniti d’America, il Kenya non accetterà alcuna proposta che vada contro le leggi ambientali”.
Il Kenya, negli anni, ha conosciuto una crescita incontrollata di plastica, data anche dagli scarsi controlli e dalla facile corruzione dei governi locali che permettevano, e in parte permettono ancora oggi, lo stoccaggio abusivo nelle vaste aree inabitate del paese. Proprio per questo, al fine di ridurre la plastica e di dare un chiaro segnale verso il mondo, il governo Kenyota ha deciso di bandire l’uso della plastica nel paese.
Il Kenya e il divieto dei sacchetti di plastica
Ricordiamo che il Kenya, oggi, è uno dei paesi che ha deciso di fare della lotta alla plastica la sua bandiera, bandendo completamente nel 2018 l’uso di sacchetti monouso, seppur con alcuni problemi nella gestione.
Al 31 di marzo 2019, una nota del Ministero dell’Ambiente Kenyota sancisce il divieto di utilizzo, vendita e importazione di sacchetti di polipropilene simil-tessuto oltre che quelli in plastica. Lo stesso Kenya invita la popolazione all’uso di sacchetti in juta, carta, amido di mais e cassava.

La plastica nel mondo
Il paese che oggi produce più plastica al mondo è la Cina. Nel 2016, secondo un rapporto dell’Associazione Europea Produttori di Plastica, la Cina è responsabile del 29% del totale di materiale plastico del pianeta. Al secondo posto c’è l’Europa al 19% e il Nord America al 18%. Oggi la produzione mondiale della plastica è in continua crescita, si è passati dai 322 milioni di tonnellate del 20116 ai 335 del 2018, trend questo che ci fa ben comprendere come l’emergenza plastica, nonostante alcuni paesi adottino politiche ecologiche, sia ancora una emergenza. Basti pensare che nel 2009, la plastica prodotta nel mondo toccava 250 milioni. Nel 1989, nel mondo sono stati prodotti 100 milioni di tonnellate di plastica.
L’industria della plastica, negli ultimi dieci anni, ha speso 200 miliardi di dollari per la produzione di materiali plastici, nei soli Stati Uniti d’America. Tutto questo senza alcuna prospettiva ecologica o ecosostenibile. Nel solo 2019 gli esportatori di plastica hanno inviato 500 milioni di chilogrammi di rifiuti, suddividendoli in 96 paesi del mondo incluso il Kenya.