Perché è così importante che la Cina sia responsabile della pandemia?

La Cina responsabile della pandemia e gli Usa di incolparla?
La Cina è responsabile della pandemia o gli Usa sono colpevoli di condannarla. Nonostante in queste ultime settimane negli Usa e ad Hong Kong si siano verificati degli eventi in grado di catalizzare l’attenzione del mondo intero, il Covid19 resta la tendenza principale cavalcata dai media e dai governi. Ora, però, che i numeri causati dalla pandemia sono in costante calo, l’informazione mainstream si costruisce attorno a discorsi più politici che scientifici.
Proprio mentre a Minneapolis veniva ucciso un uomo di colore da un poliziotto e la popolazione insorgeva violentemente per l’ennesima vittima di una cultura suprematista; e nello stesso tempo ad Hong Kong la Cina reprimeva le rivolte pacifiche dei manifestanti lasciando intuire che il suo comunismo non è tanto diverso da quello che nel ’56 invase Budapest; in tv, sui giornali, sui social era facile imbattersi in scritti che contenessero l’espressione di “nuova guerra fredda” scaturita in seguito alla pandemia.
In realtà la nuova guerra fredda è iniziata già da un po’, la pandemia ne velocizza soltanto alcuni meccanismi. Non è escluso che il fragore delle proteste a Minneapolis o ad Hong Kong possa essere incrementato da influenze esterne e quindi collocato all’interno della logica di guerra fredda. Durante una guerra si cerca di colpire il nemico in qualsiasi modo, interferendo nelle questioni delicate della sua politica interna legate ai retaggi politico-culturali dell’identità statuale oppure, semplicemente, incolpandolo.
Ecco perché scrivendo già della nuova guerra fredda che ha sullo sfondo il Covid19 si è detto che intorno all’attribuzione delle responsabilità sul virus si gioca una partita fondamentale per la decisione degli equilibri geopolitici globali. Ma non si tratta solo di questo, in questa battaglia è in pericolo l’ordine internazionale così come l’abbiamo conosciuto dalla Seconda Guerra Mondiale ad oggi. Non è lanciare delle frecciatine qua e là o far pronunciare a Montagnier verità congetturali. È stato riduttivo parlare di questo scontro solo a livello di soft power e di posizionamento nell’immaginario collettivo. Adesso è il momento di capire che cosa sta succedendo tra Usa e Cina e, soprattutto, perché serve il colpevole.
Un nemico fa sempre comodo e gli Usa sanno come combatterlo
Durante il lockdown i media ci hanno aiutato ad affrontare questa pandemia trasmettendoci messaggi di speranza (“andrà tutto bene”), conseguibile attraverso uno sforzo collettivo (“uniti ce la faremo”) per far cessare la guerra. Più volte era facile sentire il lessico bellico metaforizzato nella descrizione della pandemia e degli atteggiamenti necessari per sconfiggerla. Impiantare una visione del genere significa abituare a vivere l’evolversi di una guerra. Una guerra in quanto tale ha degli schieramenti, ma un solo responsabile. Trump e gli Stati Uniti si scagliano sempre più duramente contro la Cina, che è in una posizione di svantaggio netto ma impercettibile.
Pechino molto probabilmente sta reagendo male, molto male alle accuse che piovono dagli Usa. Ma, di fatto, il modo attraverso cui la Cina sta rispondendo non è possibile saperlo; o meglio, è possibile conoscere soltanto la rappresentazione che i nostri media danno della sua reazione. Per proseguire su questo discorso è importante far proprio un assunto: la realtà raccontata dai media è soltanto una rappresentazione della realtà, che come ogni rappresentazione dipende dal punto di vista di chi la produce. Ecco partendo da questa considerazione la Cina ha un peso mediatico globale irrisorio rispetto a quello statunitense e sbaglia nell’orientare questa battaglia in una dimensione fattuale più che ideologica.
Trump, invece, questo aspetto lo conosce bene. Dopo aver inspiegabilmente sottovalutato la pandemia, sebbene gli avvenimenti italiani potessero essergli da insegnamento, ha accusato la Repubblica Popolare di qualsiasi cosa. Un attento osservatore, seppure non abbia la possibilità di conoscere la verità sul virus, può notare come eventuali responsabilità cinesi non avrebbero pesato sulla salute degli statunitensi qualora il proprio presidente avesse usato un approccio diverso. Ma ogni azione del presidente americano potrebbe essere stata calcolata per infuocare un sentimento anticinese che negli Usa esiste dai tempi della guerra dell’oppio?
Trump ha deciso di interrompere i finanziamenti all’Oms
Anche se la Cina è lontana dal raggiungere la potenza egemonica statunitense, può competere sull’innovazione tecnologica ma in termini militari, navali e strategici la Repubblica Popolare è in una posizione notevolmente inferiore agli Usa, essa rappresenta una minaccia che Trump ha deciso di scongiurare nell’anno che conduce alle elezioni. Così l’armamentario mediatico americano in queste ultime settimane si è riversato prima contro Pechino per destabilizzare l’opinione pubblica e dopo contro l’Oms per catturarla.
Diversi Stati (non l’Italia) hanno dato adito alle promozioni anticinesi di Trump, che però non hanno chiaramente avuto il pieno appoggio dell’intelligence memore della pessima figura fatta sulla storia delle armi di distruzione di massa irachene. Una parte di America osteggia Trump, l’altra, invece, rappresentata dagli apparati statali militari della Difesa o dalle lobby industriali, lo supporta in direzione dello scontro.
Le parole del presidente americano chiamano la Cina ad una confessione, che non ci sarà mai; e nella logica della propaganda della politica trumpiana è conveniente così, in modo che il sentimento anticinese rafforzi l’ideologia nazionalista e isolazionista. Trump ha sempre odiato qualsiasi organizzazione internazionale costruita nel dopoguerra per erigere l’America come garante dell’ordine globale; ha definito la Nato obsoleta, l’Unesco così inutile da attaccare i siti archeologici iraniani. Adesso ha mille e una ragione in più per battersi contro l’Oms, acronimo che sta per Organizzazione Mondiale della Sanità.
Trump ha deciso di interrompere i finanziamenti statunitensi all’organizzazione ginevrina, figlia dell’ONU. La ragione di questa sua scelta rientra nella logica propagandistica della sua politica nazionale e internazionale L’Oms secondo Trump ha commesso errori nella gestione della pandemia di Covid19 e potrebbe aver insabbiato informazioni sulla diffusione del virus. Mike Pompeo diffonde il verbo del presidente, anche se la linea politica dei due non è perfettamente coincidente. Ogni tanto spuntano notizie di diverse fonti e con diverse testimonianze che si scagliano con più o meno violenza contro la Cina.
È importante che la Cina sia riconosciuto almeno a livello di opinione pubblica come responsabile, ne dipende la rielezione di Trump e la coesione di quello che una volta si chiamava blocco occidentale. Per concludere si può dire che il film è questo: Trump ha scelto di puntare sul sentimento anticinese per la sua campagna elettorale e fare gli interessi nazionali, che gioverebbero di eventuali sanzioni nei confronti di Pechino. In più attaccare l’Oms per rinvigorire il nazionalismo, per svincolare l’America dalle gravose relazioni internazionali. La Cina è ambigua e, probabilmente, ha davvero qualche responsabilità. La guerra del Covid19 è in realtà una battaglia della nuova guerra fredda. Se gli Stati Uniti non infondono sicurezza e lealtà, la Cina, in quanto regime dittatoriale, però, lo fa ancora meno: inoltre, per noi è difficile sentirla.