Abusi sugli uomini: un problema di cui non si parla

Asia Argento e Jimmy Bennett
Il caso che ha visto protagonisti Asia Argento e Jimmy Bennett è, sotto questo punto di vista, assolutamente emblematico. Tralasciamo tutte le critiche mosse ad Asia Argento e le offese inviate via social di cui facciamo volentieri a meno, per soffermarci sulle reazioni dell’opinione pubblica italiana, nella maggior parte, rispetto alla figura di Jimmy Bennett. Di fronte alla violenza si è trovata difficilmente una voce che, come dovrebbe essere normale, solidarizzasse con la vittima, perché l’uomo non può subire violenza da parte di una donna e se anche questo accadesse dovrebbe ritenersi fortunato. La summa di tali espressioni credo sia stata sagacemente riassunta nel lapidario tweet del mai banale Vittorio Feltri.
La molestata Asia Argento molestò un minore americano. E rimedia una figura pazzesca. Ma è pazzesco anche che un diciassettenne si spaventi davanti alla passera.
— Vittorio Feltri (@vfeltri) August 20, 2018
Identità di genere
L’uomo è un guerriero che, dritto sul proprio cavallo, sguaina la spada e corre a salvare la principessa nel castello, tenuta lì contro la sua volontà da un malvagio carnefice. Quanta bellezza negli stilemi della narrativa medievale, chi non desidererebbe avere un cavallo e cavalcarlo con la propria spada luccicante? Sfido chiunque essere umano, indipendentemente dal sesso. Dal medioevo è passato qualche anno, circa, eppure determinati schemi sociali sono ancora lì al loro posto originale. L’uomo è tuttora visto come il sesso forte, la donna come quello debole ovviamente, e poco importa se le cose non stanno così, anzi, non sono mai state così. Il problema della violenza di genere in cui gli uomini sono delle vittime risulta un problema, ma al contrario di quella subita dalle donne, non se ne parla ed uno dei motivi di questo silenzio condiviso è, molto probabilmente, dovuto alla storia del cavallo di cui sopra.
Abusi sugli uomini: un problema che fingiamo di ignorare
Reperire dati è estremamente difficile ed inspiegabilmente quello che maggiormente emerge da una rapida ricerca su Google proviene da ambienti vicini alla destra (Il primato nazionale, Il Giornale). Tuttavia il problema è reale, com’è stato anche rilevato da una ricerca Istat presentata nel febbraio 2018, relativa ai dati raccolti nel biennio 2015-2016. 3milioni e 754mila uomini hanno subito una molestia nel corso della loro vita. Di queste, quelle con un contatto fisico non voluto (toccati o baciati contro la loro volontà) riguarda il 3.6%. Sul posto di lavoro il 2.7% ha ricevuto molestie o ricatti negli ultimi tre anni. Inoltre ci sono anche casi di pedinamento e stalking.
Ovviamente il problema è decisamente minore rispetto a quello della violenza effettuata dagli uomini sulle donne, tuttavia c’è e soprattutto è ancor più problematico il fatto che non se ne parli in alcun modo. Una parziale sensibilizzazione è iniziata da parte di alcune persone celebri. Shia LaBeouf, ad esempio, ha raccontato di esser stato molestato da una donna durante una performance artistica a Los Angeles nel 2014. Ancora più emblematico è il caso denunciato da Terry Crews, che ha raccontato di esser stato molestato dal suo agente, Adam Venit, durante una festa. L’attore ha raccontato che Venit gli avrebbe afferrato e stretto i genitali sorridendo e fissandolo, al fine di fargli capire chi aveva il potere della sua carriera. Il fatto risale al 2016, ma Crews riuscì a trovare il coraggio di dichiararlo pubblicamente solo dopo le prime denunce del movimento MeToo. Ovviamente ha anche dovuto rispondere a chi gli ha chiesto il motivo per cui non ha alzato le mani contro il suo molestatore ed ha risposto di non aver voluto passare per «Uomo nero che alza le mani su un uomo bianco di Hollywood». Tuttavia dovette rinunciare al ruolo nel film I Mercenari 4, poiché un produttore, coinvolto anch’esso nelle vicende delle molestie ad Hollywood, lo chiamò per dirgli che se non avesse fatto cadere le accuse contro il suo agente sarebbe rimasto fuori dal film.