Renzi: nel 2016 Pil a +1,5%, gli italiani ci credano

“Nel 2016 tutti i segnali dicono che andremo ancora meglio: faremo più dell’1,5% sul Pil, ma l’importante è che ci credano gli italiani, è tutto nelle nostre mani”. Ecco, segnatevi questo dato perché Matteo Renzi è sicuro; l’anno che verrà il prodotto interno lordo avrà un’impennata finora neppure lontanamente immaginabile (fermo restando che, parole di un economista come Tremonti, che di crescite prossime allo zero durante i suoi incarichi ha dimostrato d’intendersene, “sotto al 2% non c’è reale ripresa”).
Intervenuto ieri a l’Arena di Giletti, il primo ministro si è detto fiducioso per il futuro anche se resta ancora insoddisfatto: “Nel 2015 facciamo un piccolo passettino in avanti, più 0,8% del Pil. Ma non sono ancora per niente soddisfatto. E’ come quando un bambino si ammala e la mamma dice: ora sei guarito ma mettiti il cappello quando esci”.
Renzi ha parlato anche a riguardo della legge di stabilità e nell’occasione non ha risparmiato attacchi ai 5 Stelle: “La legge di stabilità è stata approvata alle 2.58 di stanotte (sabato) e i 5 Stelle non erano in Aula perché purtroppo fanno un’opposizione che regge fino a che sono accese le telecamere. Forse è la famosa febbre del sabato sera, si sono ammalati tutto insieme”. Osservando i dati forniti dalla Camera dei Deputati si scopre però che i rappresentanti dei 5 Stelle in Aula c’erano eccome; non tutti, ma più della metà era presente alla votazione sul bilancio.
Gli studenti del polo universitario di Novoli, invece, ancora attendono spiegazioni per l’ammutinamento di Renzi dell’11 dicembre scorso (era in programma la partecipazione al convegno “L’economia pubblica tra teoria e policy” organizzato dal professor Alessandro Petretto); forse è stato colto da febbre del venerdì pomeriggio, non si sa, ma è certo è che il primo ministro ancora non ha dato spiegazioni e probabilmente mai lo farà. L’Arena di Giletti sarebbe stata un’altra ottima occasione per spiegare davanti a tutti i motivi della cancellazione della visita al polo universitario e allontanare i sospetti di voler aggirare sistematicamente le proteste ma così non è stato e i sospetti a questo punto restano e – naturalmente – si rinforzano.
Nel semi-monologo de l’Arena, Renzi è tornato invece sulla vicenda Banca Etruria, ribadendo che non c’è alcun conflitto d’interessi e che “questo governo non guarda in faccia nessuno, nessuno ha avuto un trattamento privilegiato”. Il primo ministro ha inoltre precisato che “Banca d’Italia e tutte le altre istituzioni godono del rispetto del governo italiano: la questione non è giocare allo scaricabarile”. Su quest’ultimo tema, Renzi ha anticipato le intenzioni future dell’esecutivo: “La prossima mossa che faremo sarà unificare sempre più le banche del credito cooperativo, che sono anche belle ma devono essere più solide. E poi ci sono troppe poltrone, è il momento di voltare pagina”.