Bagarre diplomatiche in lingua spagnola

Tra Madrid e Buenos Aires non scorre buon sangue, ultimamente. Nelle ultime settimane il dibattito internazionale dei due paesi è stato dominato da una vera e propria faida che si è creata tra i due Capi di Stato, con conseguenze diplomatiche completamente inaspettate e di una certa gravità. I protagonisti della disputa, in questo caso, sono il Presidente argentino Javier Milei – in carica a partire dalle prime settimane di dicembre dello scorso anno – e il Presidente spagnolo Pedro Sanchez. Due figure politiche completamente diverse e distanti, il cui destino, ora, sembra essersi incrociato in maniera assai improvvisa a causa di una serie di particolari dichiarazioni fatte dai membri dei rispettivi governi. Dichiarazioni che, infine, hanno portato Madrid a richiamare in patria il proprio ambasciatore.
Il primo atto di questa disputa internazionale si registra ad inizio mese, quando il Presidente Milei viene accusato dal Ministro dei Trasporti spagnolo Oscar Puente di aver fatto uso di “sostanze” nel corso della campagna elettorale dello scorso anno. Tali dichiarazioni hanno rapidamente attirato le attenzioni del governo sudamericano che, nel corso delle settimane successive, non ha avuto peli sulla lingua nell’esprimere la propria posizione sul Presidente spagnolo e sulla linea politica del partito di governo. In particolare, è stato lo stesso Presidente Milei ad esporsi direttamente nella risposta, scegliendo come contesto ideale la convention “Viva Europa 2024”, tenutasi proprio nella capitale spagnola nelle giornate del 18 e 19 maggio.
Tale convention, organizzata e sponsorizzata dal partito politico spagnolo Vox, ha accolto fisicamente e virtualmente i principali esponenti delle maggiori realtà appartenenti all’area conservatrice, nazionalista o identitaria europea e mondiale. Al fianco del Presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni, del Presidente ungherese Viktor Orban e della leader del Rassemblement National Marine Le Pen, ha avuto modo di parlare anche il neopresidente Milei che, direttamente dal palco, ha lanciato una pesante campagna accusatoria nei confronti della controparte iberica. Oltre alle severe critiche nei confronti delle politiche progressiste del governo locale, Milei ha pubblicamente accusato la moglie del Presidente Sanchez di corruzione, facendo riferimento ad una denuncia per un presunto traffico di influenze. Denuncia che, nel corso dei mesi scorsi, ha provocato un vero e proprio terremoto politico nel paese, portando perfino alla proposta di dare le proprie dimissioni avanzata dal marito.
Il mondo politico e istituzionale spagnolo – come facilmente prevedibile – ha accolto tali accuse con profonda amarezza e ostilità, considerandole come la vera goccia che ha fatto traboccare il vaso. La questione, infatti, si presenta assai più complicata rispetto a quanto si possa immaginare, visto che la visita di Milei in terra spagnola non ha tenuto conto di alcun protocollo diplomatico ufficiale. L’ospite, differentemente da quanto previsto dalle classiche norme che caratterizzano le relazioni tra le figure di massimo rilievo di due nazioni, non ha manifestato alcuna intenzione di pianificare un incontro né con il primo ministro né tantomeno con il re Felipe VI. Si tratta, dunque, dell’ennesima, particolare, presa di posizione del carismatico politico argentino, i cui toni assai particolari e piuttosto non convenzionali hanno già attirato numerose antipatie nei suoi confronti.
Per quanto la sua dialettica sia stata sempre caratterizzata da eccessi e toni alquanto accesi, tanto da giungere a tensioni diplomatiche con numerose nazioni vicine – come Colombia, Cile, Messico e Venezuela – mai prima d’ora si era arrivati a tanto in fatto di conseguenze. Eppure, non è bastato nemmeno il ritiro dell’ambasciatore da Buenos Aires per riportare la calma tra i due offesi. Il governo argentino, infatti, ha risposto giustificando il tutto come la risposta alle precedenti gravi accuse mosse da oltreoceano, mantenendo pur sempre la propria massima figura diplomatica a Madrid.
Ci sono voluti, infine, un po’ di giorni prima che gli animi iniziassero a sbollire, da entrambi i lati, fino a giungere ad una riduzione drastica delle dichiarazioni ostili. Madrid, al contrario, ha ricordato che l’attuale crisi non sia degna della storia di due paesi così vicini e storicamente legati, pretendendo comunque le scuse ufficiali per quanto accaduto. Scuse che, però, non sono ancora giunte e che lasciano a metà la crisi diplomatica tra le due nazioni.
Tutto, al momento, resta sospeso in attesa della Conferenza di pace sull’Ucraina di Lucerna, in Svizzera, del prossimo 15 e 16 giugno, quando è praticamente sicuro che i due uomini si troveranno per la prima volta faccia a faccia in occasione di questo importante evento internazionale.