La Russia attacca l’Ucraina. Ferma condanna dall’Occidente

Sono le 3:58 in Italia quando le agenzie cominciano a rilanciare la notizia dell’avvio dell’operazione militare in Ucraina. Poco prima era stato chiuso il suo spazio aereo “a causa dell’alto rischio per la sicurezza”, con i viaggi interrotti poco dopo la mezzanotte, e il presidente Volodymyr Zelensky aveva informato sulla presenza di quasi 200mila soldati russi “ammassati” al confine ucraino. Circa un’ora dopo è l’annuncio dell’invasione russa a Kiev a rimbalzare sui media.
Vengono così a cadere anche le ultime illusioni di chi sperava, ancora ieri, che stessimo assistendo ad una, per certi versi anacronistica, partita a scacchi, il cui esito avrebbe potuto emergere “a tavolino”. La scacchiera invece si è animata, Putin ha chiuso le porte alla diplomazia e il rischio è quello di un’ennesima catastrofe umanitaria in cui potrebbero perdere la vita migliaia di persone e altrettante passare, sta già avvenendo, dalla condizione di abitanti del proprio Paese a quella di profughi.
Si era messa in moto da giorni e con forza la macchina di disinformazione russa per cercare di giustificare l’attacco militare fabbricando una falsa narrazione per giustificare l’invasione, sulle presunte provocazioni ucraine per evacuare i civili da alcune aree dell’est, quando è chiaro che l’Ucraina non stava commettendo un genocidio, Kiev non stava attaccando il Donetsk o il Luhans né stava conducendo attacchi terroristici, come ribadito da ultimo ai media dal portavoce del Dipartimento di Stato USA.
E questa narrativa continua con Putin che dichiara di stare agendo solo per proteggere il Donbass e di voler smilitarizzare l’Ucraina con una “operazione militare speciale”, dichiarazione in sé spaventevole, una dichiarazione di guerra de facto, seppure nell’ambito dell’azione per difendere i separatisti nell’Est del Paese. Putin ha annunciato la decisione dell’avvio di una operazione militare in una apparizione non programmata in televisione, poco prima delle 6 di questa mattina con queste parole: “L’operazione militare russa mira a proteggere le persone e le circostanze richiedono un’azione decisiva dalla Russia” parlando inoltre della intenzione di “smilitarizzare e de-nazificare” l’Ucraina, invitando i soldati ucraini a deporre le armi e a tornare a casa, affermando che la responsabilità dello spargimento di sangue sarà nelle mani del “regime ucraino”.
Prime reazioni
Su tutte quella del presidente ucraino Volodymyr Zelensky che chiede in un tweet di “fermare Putin e la guerra contro l’Ucraina e il mondo. Costruire una coalizione anti-Putin. Sanzioni immediate e sostegni all’Ucraina”, presidente che nel contempo ha chiesto all’esercito di “infliggere il massimo delle perdite” alle forze russe supportato dalle parole del ministro degli Esteri ucraino Kuleba su una “Ucraina che si difenderà e vincerà” se il mondo “fermerà Putin: il momento di agire è ora”. Imposta la legge marziale al Paese mentre si diffonde il panico fra la popolazione civile con code a Kiev davanti alle pompe di benzina e intenso traffico di macchine che provano a lasciare la città o almeno ad allontanarsi dal centro.
Ovviamente ferma e unanime la condanna da parte dell’Occidente. Biden ha annunciato a Zelensky dure sanzioni contro Mosca insieme con gli alleati per la scelta di Putin “di una guerra premeditata che porterà una catastrofica perdita di vite umane e sofferenza”. Il premier britannico Johnson cita una frase celebre, quella dell’ “ora più buia” confermando l’impegno della Gran Bertagna. Macron chiede “la fine immediata” delle operazioni e la ministra tedesca degli Esteri Baerbock sembra ancora dominata dallo stupore. Più deciso Bruxelles dove la presidente della Commissione Ue Von der Leyen, il presidente del Consiglio europeo Michel e l’Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera Borrell, nelle more della riunione del Consiglio Ue e del G7, assicurano ulteriore assistenza politica, finanziaria e umanitaria a Kiev attraverso un pacchetto di sanzioni – “le più dure mai adottate” – tese ad un deciso indebolimento dell’economia russa. Ed è l’ora più buia, il momento più triste, anche per il segretario generale dell’Onu Guterres, che ha parlato di guerra senza senso in violazione dei principi della Carta dell’Onu. Prudente il commento cinese che ha criticato l’uso della parola “invasione”. In Italia, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha convocato per il pomeriggio di oggi il consiglio supremo della difesa, mentre il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha parlato di “attacco ingiustificato e ingiustificabile” mettendosi a disposizione di Europa e Nato per rispondere. Convocata nel frattempo l’unità di crisi da parte del ministro degli esteri Di Maio, con la convocazione dell’ambasciatore russo, mentre si è riunito nella sede del Governo il Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica. Condanna unanime naturalmente anche da parte del mondo della politica italiana.
Corollario
Come prevedibile, subito il calo delle Borse: Mosca -45%, Milano -3,5%, spread a 175 punti base. In alto beni rifugio come l’oro, +1% con 1.928,80 l’oncia, mentre schizzano pure in alto i prezzi di gas (+25,5% con 111,5 euro al megawattora) e petrolio 103 dollari al barile.
Нет войне!!! No guerra!!!
Tra le notizie frammentate, la testimonianza di Tamara Senyushko, dalla Regione sudoccidentale di Cernivtsi, riportata dall’Ansa, che parla di stato di guerra, tra posti di blocco e punti di ritrovo militari dove stanno convogliando i volontari. “L’Ucraina non si è messa mai in ginocchio e ha sempre combattuto per sua sovranità e indipendenza, combatterà anche questa volta”, dice. Arrivano testimonianze di esplosioni a Kiev, la capitale, dove sembra si stia tentando di occupare l’aeroporto, e poi a Leopoli, Kharvik, Odessa, Mariupol. È la CNN a dare, ancora in modo confuso, i primi numeri parlando di centinaia di vittime in Ucraina causate dagli attacchi russi mentre la presidenza ucraina parla di 40 soldati e 10 civili ucraini uccisi. È guerra. Ma c’è chi ancora si appella alla diplomazia, chi, come la Comunità di Sant’Egidio, che ha promosso per stasera a Roma una veglia di preghiera per la pace in Ucraina, ammonisce che “non ci si può rassegnare alla guerra come ultima parola”. E dallo sport russo un “Нет войне!!!” (No guerra!!!) accompagnato da un’ eloquente immagine di uno sfondo nero, dalla sigla dell’Ucraina (UA) e da un cuore infranto. Lo posta su Instagram Fedor Smolov, attaccante della Dinamo Mosca, schierandosi così apertamente contro l’attacco armato all’Ucraina.