Amministrative 2021: i ballottaggi premiano il centrosinistra.
Preoccupa l’astensione

Il secondo turno delle amministrative conferma l’affermazione del centrosinistra. Il Partito democratico conquista la capitale con Roberto Gualtieri e vince anche a Torino con Stefano Lo Russo. Trieste rimane in mano al centrodestra, per la quarta volta, con la vittoria di Roberto Dipiazza. Svolta a Latina, dove la città passa in mano al centrosinistra con Damiano Coletta, che supera l’ex sindaco (dal 2002 al 2010) Vincenzo Zaccheo. Vittoria per i democratici anche nei comuni di Verona e Savona. A preoccupare è però la bassa affluenza che si attesta al 43,94 %, secondo i dati relativi a tutti i 63 comuni al ballottaggio. Dato in calo rispetto al primo turno (54,69%).
Roma, è il momento della sinistra
“La città dei 15 minuti” sembra aver funzionato. L’idea del futuro sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, di creare una città più vivibile, in cui i principali servizi devono distare solo 15 minuti dalla propria abitazione, sembra aver convinto gli elettori. Nonostante la bassa affluenza registratasi nella capitale (40,68%), il Partito democratico ha conquistato il comune più ambito con il 60,15% dei voti, contro il 39,85% dei voti del candidato al centrodestra Enrico Michetti.

Gualtieri, ex ministro dell’economia e delle finanze del governo Conte II, ha riportato il partito alla guida del comune capitolino. L’ultimo rappresentante del centrosinistra era stato Ignazio Marino, seguito dalla prima candidata del Movimento 5 Stelle, Virginia Raggi. La ex sindaca ai ballottaggi resta neutrale ai ballottaggi, mentre il leader de Movimento, Giuseppe Conte, si esprime a favore del candidato di centrosinistra. Si conferma così l’asse Pd-M5S che un po’ in tutti i comuni sta prendendo piede. Insieme a loro, anche Carlo Calenda (Azione) ha sostenuto il candidato del Pd.
«Se il centrosinistra unito può vincere a Roma, come ha dimostrato, può farlo anche a livello nazionale. Parlerò con la Regione Lazio e lavoreremo insieme. Sarò il sindaco di tutti…»
Queste le prime dichiarazioni di Roberto Gualtieri che tra le priorità ha elencato anche il tema dei rifiuti e dell’emergenza cinghiali. Tra i temi principali spuntano anche l’Expo, il Giubileo e il PNRR.
A Torino, seconda importante vittoria per la sinistra
Anche nel capoluogo piemontese, il Partito democratico vince con il candidato Stefano Lo Russo. Docente di geologia al politecnico di Torino e da sempre vicino alle tematiche ambientali, il futuro sindaco ha vinto con il 59,32% dei voti contro il 40,77% del candidato di centrodestra Paolo Damilano. Tra i primi obiettivi del democratico, quello di collaborare anche con gli ormai ex sfidanti, per una ripartenza della città:
«Ora il mio primo compito sarà essere inclusivo e sostenere istanze sia di chi non mi ha votato, sia di chi non è andato alle urne…»
E sui risultati del centrosinistra anche Lo Russo evidenzia la forza d’unione che ha portato il partito alla vittoria:
«…è stato un risultato oltre le aspettative, erano tanti anni che il centrosinistra non era così unito e capace di fare squadra.»

Trieste si conferma città della destra
In Friuli, a vincere è la destra. Ancora una volta, a portare avanti i risultati più positivi per il centrodestra (come già accaduto alle regionali in Calabria) è la rappresentanza di Forza Italia. Il partito fondato da Silvio Berlusconi, è stato determinante per la vittoria del candidato Roberto Dipiazza. Con il 51,29% il sindaco del capoluogo si riconferma per il quarto mandato, battendo il candidato per la sinistra. Francesco Russo. Infatti, già come era stato anticipato al primo turno, rimane sotto a Dipiazza con il 48,71% dei voti.

Questa seconda vittoria per Forza Italia sembra far ritornare in auge nel centrodestra il partito di Berlusconi. Ma secondo le statistiche, nonostante i risultati negativi, Fratelli d’Italia e la Lega sembrano ancora in testa tra le preferenze. Il partito di Giorgia Meloni sembra risalire, rispetto all’11 ottobre, con una stima degli orientamenti di voto del 21,1% seguito dalla Lega che si ferma al 19,4%. Il Partito democratico però rimane in salita, distante solo di due punti da quello di Salvini, con il 19,2% delle preferenze.
Le manifestazioni no green pass che hanno bloccato il porto di Trieste (sebbene in altre città hanno avuto un impatto forte sulle sconfitte della destra), non sembrano aver fermato l’avanzata di Dipiazza. Forza Italia però, è tra le forze di centrodestra che si sono espresse a favore delle nuove norme riguardanti il green pass. Lo stesso sindaco ha dichiarato di essere contrario alle proteste.
Il punto della situazione, cosa si può dedurre dal risultato dei ballottaggi
Il segretario del Pd, Enrico Letta, si è dichiarato soddisfatto dei risultati, ammettendo però di voler rimanere “con i piedi per terra”:
«Le amministrative sono un trionfo che non voglio celebrare con il trionfalismo perché ci sono tanti elementi che impongono di rimanere con i piedi per terra…oggi è un risultato che è andato oltre le aspettative. Oggi il Pd è rilanciato di fronte ad una destra diversa da qualche anno fa, fatta di molti alleati europei e non…»
Queste amministrative stanno poi a riconfermare il ritorno di un bipolarismo, che negli scorsi era venuto meno con la nascita del Movimento Cinque Stelle e la successiva affermazione dei grillini alle comunali di cinque anni fa. Un assetto confermato anche dalle dichiarazioni della leader di Fratelli d’Italia. Giorgia Meloni, nella conferenza stampa di lunedì, ha anche ammesso la sconfitta legandola però ad “una lotta nel fango” da parte della sinistra. Gli scandali usciti nelle ultime settimane (tra cui spicca l’inchiesta di Fanpage) e la linea presa nei confronti del green pass, sembrano aver giocato un punto a sfavore dei due partiti più grandi di destra. Matteo Salvini è il secondo sconfitto a queste comunali ma, al contrario della Meloni, ribadisce che la destra ha conquistato più comuni:
«Passiamo da 8 a 10: al momento il centrodestra ha più sindaci rispetto a 15 giorni fa…»

Le comunali sono quindi state un “campo di prova” dei nuovi assetti che si sono venuti a formare negli ultimi anni e che hanno subito una svolta radicale negli ultimi mesi. Principale complice è sicuramente la situazione pandemica che ha creato nuove divisioni. Il vaccino e la conseguente istituzione del green pass hanno creato due fazioni distinte tra pro e contro. All’ interno di questo universo, i vari partiti hanno appoggiato o meno le decisioni prese prima dal governo Conte e poi da quello di Draghi. La figura del premier, ex presidente della banca centrale europea, ha sicuramento portato dei cambiamenti anche all’interno delle varie fazioni: la destra si trova divisa tra chi appoggia Mario Draghi (Forza Italia, Lega) e chi no, rimanendo quindi fuori dal governo (Fratelli d’Italia). Una divisione che però non sembra rispecchiarsi fuori da Palazzo Chigi, dove Lega e Fratelli d’Italia rimangono in testa e insieme si schierano contro l’obbligatorietà del passaporto verde. La figura di Draghi ha sicuramente dato un nuovo aspetto alla nazione, soprattutto all’interno dell’Unione Europea.
Rimane però il dato preoccupante dell’astensionismo, simbolo della perdita di fiducia nella politica, da parte dei cittadini. Una riflessione merita il Movimento 5 stelle, che ha sicuramente bisogno di un riassetto interno; al momento non disdegna una politica fatta di alleanze: prima con la destra al governo e ora con la sinistra alle comunali. Dove non vi sono state alleanze (Roma e Torino), ha quindi dimostrato di non avere più il consenso di cinque anni fa. Bisognerà capire nei prossimi anni come si evolverà questa situazione, partendo dall’attuale governo e dal suo futuro, fino alla formazione di altri equilibri governativi che riconfermeranno o meno le posizioni attuali.
