Final Fantasy XVI – Il Paradiso Perduto di Clive Rosfield
Siamo davanti, in alcuni casi, a quelli che sono dei parallelismi culturali, e non un elemento citato. Quindi è una mia considerazione su quella che però è una lettura che effettivamente funziona.
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Siamo davanti a quella che è una pluralità di interpretazioni. Qui come altrove, se qualcuno vuole affermare che i “Souls” hanno un unico significato, gli consiglierei di pensarci un attimino, persino se lo dicesse Miyazaki stesso.
Come insegnano anni di critica, quella che è la volontà dell’autore non esaurisce quella che è l’interpretazione dell’opera, che porta anche a volte a degli usi impropri.
L’interpretazione deve comunque seguire determinate indicazioni poste dall’autore in modo più o meno indiretto. Potrei prendere un romanzo rosa e leggerlo come un libro di cucina? Sì, ma sarebbe un’interpretazione probabile? Probabilmente no.”
Così parlava il professor Francesco Toniolo in un’intervista del podcast daddoask (trascritta anche in forma di articolo) rispondendo a una domanda sulla filologia e i parallelismi nei videogiochi.
In questo caso, l’argomento principe erano i “Souls”, le opere di FromSoftware, videogiochi che narrano tramite la lore e risultano quindi molto interpretabili, ma non è detto si possa avere una pluralità di interpretazioni anche senza la “narrazione silenziosa”.
Anche la narrazione classica può dirci qualcosa in più, permettendo anche di fare parallelismi come nel caso che si è deciso di analizzare, ovvero quello di Final Fantasy XVI.
La storia raccontata dall’ultimo capitolo della main series di Final Fantasy, può essere letta come una ribellione di Lucifero al contrario; una storia dove il Diavolo interpreta il ruolo del buono e Dio quello del cattivo, pur mantenendo le sembianze e l’atteggiamento di Dio e del Diavolo.
Un parallelismo difficile da spiegare senza fare spoiler, poiché il Dio di Final Fantasy XVI si mostra solo a metà dell’avventura, e solo nell’ultimo atto svela il suo obiettivo finale.
Curioso come, in particolare, sia possibile fare un parallelismo tra la storia raccontata in Final Fantasy XVI e il poema Paradiso Perduto, nota opera di John Milton che premette di narrare la caduta dell’essere umano dalle grazie del Signore, a causa del peccato originale verso il quale fu spinto da Satana, nascosto sotto le mentite spoglie del serpente.
Satana è il personaggio principale di Paradiso Perduto, come Clive Rosfield lo è in Final Fantasy XVI. Entrambi caduti per mano di Dio, entrambi privi della bontà estetica e spirituale che avevano un tempo, ma differenti nella responsabilità sull’accaduto: Satana ne è artefice, Clive ne è vittima. Entrambi si troveranno dinanzi alla loro colpa e la affronteranno in maniera diametralmente opposta, ed entrambi sono nemici di Dio, essendo contrari alla sua idea di “creato”.
Dio e il Diavolo – Le due figure in Final Fantasy XVI
Il parallelismo tra Final Fantasy XVI e Paradiso Perduto si è rivelato sorprendente, visto come l’intreccio narrativo del videogioco di Square Enix, dal punto di vista scelto, sembri voler seguire di pari passo i dodici libri in cui è diviso il poema di John Milton.
In entrambe le opere si ha una sequenza composta dalla brama di vendetta, lo stesso tipo di Guardiano della Soglia, il disgusto per quanto visto nel creato e l’azione per distruggerlo, il giudizio divino per punire il peccato originale, la chiave della salvezza e il rimorso per la perdita.
Tenendo conto della necessità di raccontare più di un evento dell’intreccio narrativo di Final Fantasy XVI, è bene iniziare ritagliando un profilo del Diavolo e del Dio presenti in quest’opera.
Clive Rosfield è il protagonista della storia. Un personaggio che, data anche la nazionalità di Square Enix, si potrebbe definire uno tsundere: una persona di base fredda e severa che va a sciogliersi nel tempo, pur mantenendo la propria personalità.
L’apertura di Clive nel corso della storia è fondamentale al fine dell’inversione di ruolo premessa, come potrebbe esserlo anche la sua caratterizzazione. Lo è soprattutto la sua capacità di trasformarsi in Ifrit, creatura ricorrente nella serie di Final Fantasy, ispirato proprio a un essere infernale appartenente alla cultura araba e islamica.
Diabolos, un’altra creatura ricorrente nella serie, sarebbe stata forse più azzeccata in tal caso, ma Ifrit è sicuramente più noto ai fan per essere abbinato al protagonista di un Final Fantasy. Si tratta comunque di un essere infuocato (un Eikon del Fuoco, in questo caso), munito di corna, e con un attacco finale chiamato, appunto, Fuoco Infernale.
Dal lato opposto vi è Ultima, anche questo un nome ricorrente nella serie di Final Fantasy. Significa semplicemente “ultimo” in latino, il principio e la fine in questo caso, essendo il creatore dell’umanità e della magia in Final Fantasy XVI.
Spesso è stato anche tradotto come “Ultimate” nel corso della serie, dal giapponese “Atma” che potrebbe tuttavia intendere anche il termine sanscrito “Ātman”, indicante il sé stesso individuale e universale.
Quest’ultima osservazione tornerebbe utile con l’estetica di Ultima; un essere umanoide dalla pelle blu e munito di quattro braccia, come la divinità vedica Vishnu, che un po’ come Ultima è protettrice del mondo e del suo stesso culto.
La figura di Ultima rispecchia il concetto dell’uomo creato a immagine e somiglianza di Dio, ma anche la narrazione che vede gli dei essere in realtà delle specie mortali extraterrestri, talmente potenti per gli umani da essere considerati divini.
Il ruolo che è solito di queste due figure, nella religione così come nel poema Paradiso Perduto, si inverte in Final Fantasy XVI, con Dio che disprezza l’umanità e il Diavolo che invece, nonostante i difetti, intende salvarla.
La caduta di Lucifero e la vendetta di Satana
Paradiso Perduto è un poema che inizia in medias res. Dei dodici libri da cui è composto, bisogna attendere il Libro V e il Libro VI per conoscere gli eventi sulla ribellione e la caduta di Lucifero, narrati a Adamo dell’arcangelo Raffaele.
Si potrebbe dire lo stesso di Final Fantasy XVI, tenendo conto che l’antefatto, avvenuto tredici anni prima, viene proposto come una sorta di sogno del protagonista, dopo che questo ha perso i sensi in battaglia. Tuttavia si tratta praticamente del prologo del gioco, essendo una sessione tutorial.
I personaggi principali delle due opere, Satana e Clive Rosfield, vengono entrambi presentati in una condizione disperata. Anche Clive, come Satana, è stato costretto a vivere in un inferno: appartenente alla categoria dei Portatori, gli umani in grado di usare la magia senza l’uso dei cristalli da cui proviene; discriminati, schiavizzati e marchiati sulla guancia sinistra per essere riconosciuti come tali dalla società.
Per tredici anni Clive è stato sfruttato come mercenario, fino a ritrovarsi nel mezzo di una battaglia surreale all’inizio di questa storia.Eppure anche lui, come Satana, piange per il suo Paradiso perduto.
Clive Rosfield, figlio primogenito dell’Arciduca Elwin Rosfield del Gran Ducato di Rosaria, appartenente alla terra di Valisthea nella quale è ambientato questo videogioco fantasy medievale.
Disprezzato da sua madre, la Duchessa Anabella, per non essere stato scelto dalla Fenice (una delle creature divine note come Eikon) come suo Dominante, ruolo che è invece spettato a suo fratello minore Joshua.
Clive riceve invece l’amore di suo padre e suo fratello, e decide di sfruttare il suo talento nel combattimento per aspirare a divenire il Primo Scudo di Rosaria, la guardia del corpo di Joshua.
La vita di Clive viene stravolta una notte a Porta Fenice, luogo dove suo fratello Joshua, in quanto Dominante della Fenice, avrebbe dovuto avere una rivelazione grazie alla benedizione del suo Eikon.
Quella notte i Sangue ferreo, nemici di Rosaria, attaccarono a sorpresa Porta Fenice, sorprendentemente sostenuti dal Sacro Impero di Sanbreque che domina sulle terre nordorientali di Valisthea. L’Arciduca Elwin viene ucciso davanti agli occhi di Joshua, scatenando la manifestazione del suo Eikon.
Trasformato in Fenice, Joshua combatte senza controllo, ma la visione da parte di Clive di un uomo incappucciato che gli parla in una lingua misteriosa, scatena un evento strano e maligno: la manifestazione di un secondo Eikon del Fuoco pronto a battersi con l’altro.
Lo scontro tra i due Eikon causa morte e distruzione nel luogo, finché Clive non assiste, da un punto di vista sconosciuto, alla sconfitta e alla morte di Fenice.
Il tradimento di Rosaria è stata opera della Duchessa Anabella, in seguito divenuta moglie dell’Imperatore e Viceregina di Rosaria. Il Gran Ducato è stato ufficialmente considerato invaso dai Sangue ferreo e salvato dall’Impero.
Clive viene risparmiato da sua madre ma consegnato come un Portatore, venendo costretto a combattere qualsiasi battaglia nei tredici anni successivi.
La differenza con Paradiso Perduto sta nel fatto che Satana ha scatenato una battaglia in Cielo mosso dalla sua ribellione verso Dio, venendo poi sconfitto dal Figlio di Dio e scacciato violentemente dal Paradiso insieme agli altri angeli ribelli. In Final Fantasy XVI, la devastazione scatenata da Clive per la quale egli ha perso il suo Paradiso, è stata innescata da Dio stesso.
Diciotto anni dopo gli eventi di Porta Fenice, Dio si rivelerà essere molto vicino ad Anabella, e in un certo senso, anche su Valisthea Dio è onnipresente.
Anche se inizialmente inconsapevole dell’identità del suo nemico, Clive, esattamente come Satana, brama vendetta contro Dio, continuando a sopravvivere nella speranza di trovare il secondo Dominante del Fuoco che ha ucciso suo fratello.
Ancora una volta, Satana e Clive, simili per fato, carattere ed estetica, si ritrovano in posizioni diametralmente opposte: è l’odio a spingere il primo ad agire, discutendo e pianificando con gli altri diavoli il modo per colpire il Cielo, scegliendo infine di voler distruggere le nuove creazioni di Dio, più sicuro di un nuovo scontro in campo aperto col Paradiso.
Una scelta infame ma razionale, a differenza di quella fatta da Clive, mosso dall’irrazionalità dell’amore. La fiamma della rivolta si accende finalmente in lui quando scopre che la Dominante di Shiva, l’Eikon del Ghiaccio, che lui e la sua squadra erano stati incaricati di uccidere, è Jill Warrick, sua cara amica d’infanzia catturata e resa schiava dai Sangueferreo dopo gli eventi di Porta Fenice.
Clive si ribella al suo comandante e lo uccide in duello, a costo di ritrovarsi senza speranze a proteggere Jill contro un’orda di Sangueferreo. Il rischio viene comunque premiato, venendo entrambi salvati da Cidolfus “Cid” Telamon, Dominante di Ramuh (Eikon del Fulmine).
L’incontro con Cid inizia a dare un’ordine all’irrazionalità di Clive, rendendo man mano più chiara quella che effettivamente è una lotta contro Dio.
Arrivati a questo punto, sia a Satana che, soprattutto, a Clive serve ancora tempo, fatica, e nuove scoperte da fare per raggiungere l’obiettivo finale. Il Diavolo di John Milton parte come un sovrano che erge persino il suo palazzo, il Pandemonio, ma in un regno di oscurità, rabbia e sofferenza; il Diavolo di Final Fantasy XVI rimane un reietto, ma inizia a vedere uno spiraglio di vera luce in mezzo alle tenebre nelle quali è precipitato da anni.
Ad accomunarli è un pensiero, maturato da entrambi, rivolto ai rispettivi mondi: meglio regnare all’Inferno, che servire in Paradiso.
Morte e Colpa
La ricerca di Clive Rosfield risulta quasi superflua agli occhi del giocatore: è palese (anche per via del marketing di Square Enix) che sia lui il secondo Dominante del Fuoco, nonché colpevole della catastrofe di Porta Fenice.
Clive scopre la verità nello scontro con Benedikta Harmond, Dominante di Garuda, Eikon del Vento, manifestando nuovamente l’Eikon noto come Ifrit.
Si è giunti dinanzi all’archetipo del Guardiano della Soglia, con il quale Clive deve fisicamente scontrarsi, in una misteriosa esperienza durante il ritorno a Porta Fenice.
Le rovine di Porta Fenice a testimoniare la tragica notte che cambiò per sempre il Granducato di Rosaria; Ifrit come incarnazione della colpa di Clive, e uno scenario di rovine ancor più antiche custodito da una porta che solo la benedizione della Fenice, parzialmente presente in Clive, è in grado di aprire.
Forte è il parallelismo con i Guardiani della Soglia incontrati da Satana in Paradiso Perduto: Morte e Colpa, a guardia della porta dell’Inferno.
Esistono due modi per affrontare la propria colpa, rappresentanti proprio dalle strade differenti scelte dai due diavoli: Clive decide di accettarla, Satana di scaricarla sugli altri.
Accettando la verità, Clive riesce a vincere un duello contro un suo clone d’ombra, sbloccando la capacità di manifestare parzialmente il suo Eikon, sebbene continui a non controllare appieno il potere di Ifrit. Si tratta di una palese allegoria sul superamento di un male spirituale interiore: accettarlo, affrontarlo, vincerlo, e farne tesoro.
Satana non affronta invece alcuna battaglia per varcare la soglia; offre semplicemente a Morte e Colpa la possibilità di scatenarli sul creato, una volta compiuta la sua missione.
Sbalordito il Diavolo rimase…
Il viaggio di Clive verso Porta Fenice serve come costruzione narrativa per il cambiamento del suo personaggio, caduto nello sconforto totale dopo la rivelazione su Ifrit.
Lungo la strada che passa per il Rifugio di Marta e Pozza Orientale, Clive assiste alla situazione dei Portatori nella società: Marchiati come lui, ma con una differenza abissale nelle capacità magiche e nella tolleranza dell’etere (l’energia naturale assorbita dai cristalli e dai Portatori per creare la magia) essendo egli il Dominante di Ifrit, in possesso anche della misteriosa capacità di assorbire il potere degli altri Dominanti.
Marta, una locandiera amica di Cid, acquista un gran numero di Portatori al fine di garantire loro una vita migliore e anche una morte rispettosa. Difatti, l’uso della magia prosciuga lentamente l’essenza vitale dei Portatori, fino a mutare il loro corpo in pietra, destinandolo a una fine dolorosa che Marta cerca almeno di allietare, in un’abbazia segretamente adibita a ricovero per Portatori in fin di vita.
Inoltre, Clive si ritrova a sperimentare di persona il disprezzo che la società ha dei Portatori. Nonostante il suo potere, le sue abilità in battaglia, e persino l’aver mantenuto un aspetto regale, basta il marchio sulla sua guancia sinistra per meritare una mancanza di rispetto in questa società, persino dopo aver aiutato qualcuno.
Anche se nel giusto, è pur sempre un diavolo, sia agli occhi del mondo che a quelli, come scoprirà in seguito, di Dio.
Un altro pericolo per i Marchiati proviene dall’autorità di Rosaria, affidata all’ex Duchessa Anabella, madre di Clive e ora moglie dell’Imperatore.
Al tempo dell’Arciduca Elwin, il Gran Ducato di Rosaria trattava i Portatori con dignità, pur tenendoli “in catene”, ma Anabella disprezza i Portatori e sta inviando l’esercito imperiale, guidato dagli Scudi Neri di Rosaria, a uccidere loro e chi cerca di proteggerli.
La strage di Pozza Orientale per mano dell’Impero di Sanbraque, è la goccia che fa traboccare il vaso per Clive, spingendolo ad abbracciare lo scopo di Cid: distruggere i Cristalli Madre per creare un mondo senza magia, donando una terra sana e permettendo a chiunque di essere libero.
I Cristalli Madre sono strutture colossali che danno vita a tutti gli altri cristalli. La quantità di etere che assorbono è tale da portare su Valisthea la Piaga, un male che uccide lentamente la terra, rendendola una irrecuperabile landa di polvere. Ma nonostante le dimensioni e il potere che possiedono, i Cristalli Madre svaniscono se viene distrutto il nucleo.
Cid il Fuorilegge
Giunti a questo punto, il parallelismo tra Final Fantasy XVI e Paradiso Perduto diviene più sottile, almeno dal punto di vista dell’intreccio narrativo.
Rimane forte nella condizione in cui si ritrovano Satana e Clive: fuorilegge nel creato, ricercati dagli emissari di Dio e disprezzati dal mondo intero.
Satana lo è per ragioni ovvie a chiunque abbia anche solo dimestichezza con il libro della Genesi: vuole condannare l’umanità spingendola verso il peccato.
In Paradiso Perduto, Adamo ed Eva vengono avvisati dell’arcangelo Raffaele della presenza del nemico.
Gli angeli vengono allertati non appena Satana giunge nell’Eden, e inganna l’arcangelo Uriele per farsi rivelare del frutto proibito dell’Albero della Conoscenza.
Clive, invece, ha innanzitutto aiutato Cid a distruggere il Cristallo Madre della capitale, prendendone successivamente il nome e il ruolo di leader della loro comunità, essendo Cid stato ucciso da un mostro fuoriuscito dal Cristallo noto come Typhoon: una manifestazione di Ultima.
Come previsto da Cid, la distruzione dei Cristalli Madre è un duro colpo per una società dipendente dalla magia, il che attira il disprezzo persino da parte degli stessi Portatori che intendono liberare, essendo in tal caso ancor più richiesti da chi intende sfruttarli.
La maggioranza della popolazione di Valisthea è favorevole alla cattura di “Cid il Fuorilegge”, al punto tale da sottostare a coloro che, in realtà, sono gli angeli inviati da Dio per scovare Satana.
Il più determinato è Hugo Kupka, Dominante di Titano, Eikon della Terra, bramoso di vendetta per la morte di Benedikta Harmond, della quale era innamorato. Titano e i suoi uomini hanno devastato, con un attacco a sorpresa, il rifugio di Cid, uccidendo molte persone della sua comunità. Nei cinque anni successivi, Clive ha guidato i superstiti alla creazione di un nuovo rifugio e alla ripresa delle attività di Cid.
L’altro emissario di Dio è ancora una volta Anabella, segretamente in accordo con Kupka quando le rispettive fazioni sono in guerra tra di loro, al fine di catturare Clive.
Entrambi sono vicini a Ultima, anche se inconsapevolmente. Da un lato il supporto del regno di Waloed, dove il re è palesemente un servitore consapevole di Ultima, e dall’altro la corruzione del principe Olivier, giovanissimo figlio di Anabella avuto dall’Imperatore Sylvestre.
Se è vero che in questo punto della storia, il parallelismo tra le due opere in questione viene meno, resta interessante analizzare le controparti.
Da notare come sia in Paradiso Perduto che in Final Fantasy XVI, gli angeli rappresentano benissimo la volontà del Signore.
Nel Libro III del poema di John Milton, Dio profetizza agli angeli il fallimento dell’uomo nel resistere alla tentazione di Satana. Nonostante ciò, gli angeli cercano di fermare l’Avversario in diversi modi, fallendo infine e venendo consolati dal Signore, proprio in virtù dell’aver profetizzato il Peccato Originale.
L’importanza del libero arbitrio viene spiegata da Dio nel Libro III:
Il valore degli angeli in occasione del fallimento dell’uomo, sta nell’aver tentato di impedire il peccato originale nonostante fosse già stato scritto.
In Final Fantasy XVI invece, Ultima disprezza il libero arbitrio, generato autonomamente nell’umanità come reazione alla mancata risposta del Creatore (causata dal suo sonno secolare) alle loro preghiere. Non era lo stato attuale di Valisthea lo scopo della magia e dell’umanità.
Gli “angeli”, anche se inconsapevoli di tale ruolo, rispecchiano il Signore. Hugo Kupka è potente, feroce, senza scrupoli, astuto, doppiogiochista, avido, e con la superbia degna del Dominante di Titano; Anabella è ancor più simile a Ultima, essendo interessata solo a preservare la nobiltà di Valisthea, a costo di fare cadere regni e regnanti per poi crearne di nuovi, incurante della volontà popolare.
Un’altra differenza sta nei mondi che i due Diavoli intendono distruggere. Il mondo desiderato da Clive non ha l’agevolazione della magia, dovrebbe continuare a vivere nell’incertezza data dal male insito nella natura umana, ma la terra di Valisthea è destinata all’estinzione proprio a causa della magia. L’Eden, invece, è il paradiso terrestre, e Satana intende rovinarlo solo per l’odio che prova verso Dio.
Non indifferenti sono anche i due metodi opposti di azione di Satana e Clive.
In Paradiso Perduto, Satana agisce da solo. Non avrebbe trovato aiuto né in cielo né in terra e nessun altro angelo caduto dell’Inferno lo segue nell’impresa, ma nel Libro II viene detto che fosse anche una scelta volontaria, al fine di avere la gloria dell’Inferno tutta per sé.
Clive invece sarà anche un fuorilegge in tutta Valisthea, ma troverà diverse persone, al di fuori del rifugio di Cid, disposte a battersi per la sua causa. Come egli afferma anche durante lo scontro finale con Ultima, non ce l’avrebbe mai fatta da solo, soprattutto senza l’aiuto di suo fratello Joshua, rivelatosi sopravvissuto alla caduta di Porta Fenice e fondamentale per realizzare quel che viene raffigurato in un antico murales.
Primogenesis e il “Figlio di Dio”
Clive riesce infine a distruggere tutti i Cristalli Madre di Ciclonia, il continente occidentale di Valisthea; rimane soltanto il Cristallo Madre di Dorso di Drago, nel continente orientale noto come Cineria.
Come per Adamo ed Eva colpevoli del Peccato Originale, e per Satana che li ha tentati, è giunto il momento per l’umanità di ricevere il giudizio di Dio. Il giudizio di Ultima, che scatena sul mondo primogenesis, un incantesimo che oscura il cielo con nubi perenni e scatena flussi di etere per il mondo, i quali trasformano gli esseri viventi in creature prive di controllo note come Akashic. Inoltre, Ultima invia il suo “Figlio vicereggente” per occuparsi di Clive.
E’ il momento di scontrarsi con Barnabas Tarhmr, re di Waloed e Dominante di Odino, l’Eikon dell’Oscurità, nonché la persona più vicina a Ultima in tutta Valisthea.
Barnabas sposa appieno il culto dimenticato di Ultima, vero creatore dell’umanità. Crede che il libero arbitrio sia il peccato originale, avendo condotto l’uso della magia per i propri scopi e causato la Piaga su Valisthea, e solo coloro che rinunceranno a tutto ciò avranno accesso al Paradiso.
Odino è un’invocazione ricorrente nella serie di Final Fantasy, seppur lontano dal concetto di “Padre di tutti” nella mitologia norrena. Andando a guardare l’etimologia del nome, che significa “furore”, ben si sposa con il personaggio di Barnabas in questo momento della storia, per il resto bisogna nuovamente guardare il parallelismo, in questo caso non solo per via del ruolo di Barnabas ma anche per la sua potenza.
Viene narrato nel Libro VI di Paradiso Perduto di come il Figlio di Dio sia stato determinante nella battaglia contro gli angeli ribelli, scendendo in campo con la certezza della vittoria e scatenando un potere mai visto prima.
Odino dovrebbe essere l’Eikon più potente di Final Fantasy XVI, forse lo è ma non ha mai voluto dominare Valisthea, come non è intenzionato a uccidere Clive nonostante riesca a batterlo facilmente per due volte.
La lancia Gungnir della mitologia è presente nel suo arsenale, ma la sua arma principale è una spada in grado di recidere ogni cosa. Un’arma più fedele alla tradizione di Odino nella saga di Final Fantasy, al solito capace di sferrare l’attacco Zantetsuken, dal nome decisamente nipponico (apparteneva alle spade del fabbro Kobayashi Yasuhiro) e in grado di sconfiggere qualsiasi nemico istantaneamente.
Odino si manifesta in sella a quello che dovrebbe essere il suo mitico cavallo Sleipnir, sebbene tale nome in Final Fantasy XVI sia stato utilizzato per Sleipnir Harbard, braccio destro di Barnabas che si rivelerà essere un suo costrutto, a dimostrare che il re di Waloed possiede un potere che va oltre la forza in battaglia, potendo ad esempio controllare gli Akashic.
Ma non è la punizione ciò che spetta al Diavolo di Final Fantasy XVI. Clive riesce a sconfiggere Barnabas al loro terzo scontro, eppure è il re stesso, prima di morire, a donargli forzatamente il potere di Odino.
Il Paradiso perduto di Ultima
Le vicende di Final Fantasy XVI si potrebbero anche considerare come la punizione di Ultima per gli esseri umani, ma la verità è che il creatore non ha intenzione di punire nessuno, bensì rimediare ai propri errori.
Ultima appartiene a una specie che donò la magia al proprio mondo, scatenando tuttavia la Piaga. Sedici membri di questa specie lasciarono quella terra ormai condannata, scoprendone un’altra dove avrebbero potuto ricostruire: Valisthea.
Dei sedici Ultima, otto vennero rinchiusi nei Cristalli Madre che generarono; gli altri rimasero dormienti nell’arca con la quale sono fuggiti, chiamata Origine, nella quale finisce in verità l’etere assorbito dai Cristalli Madre. Prima però crearono l’umanità, nell’attesa del giorno in cui sarebbe nato Mythos: un ricettacolo in grado di contenere tutte le forme più pure dell’etere, ovvero gli Eikon.
Nessun paradiso per l’umanità, non c’è la redenzione di cui parlava Barnabas. Lo scopo degli umani per Ultima era solo quello di generare Mythos, dopodiché si sarebbe liberato di loro come di tutta Valisthea, sfruttando il potere del suo nuovo ricettacolo per ricreare il suo mondo.
Tutto ciò viene rivelato da Ultima a Clive e Joshua, lungo la strada che conduce prima all’ultimo Cristallo Madre e poi a Origine, quest’ultima emersa dal suolo sotto il quale era nascosta.
Dio ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza, il che fa dubitare nella natura divina delle motivazioni di Ultima. Per quale motivo vorrebbe distruggere Valisthea e ricreare il proprio mondo? È una questione di habitat naturale? Oppure è di natura apatica come appare? Non concepisce la diversità, essendo gli Ultima esseri identici che si riuniscono infine in unico corpo? Quest’ultima motivazione è tuttavia anche umana, come lo è la superbia, la possibilità di sbagliare, l’invidia, e lo spirito di sopravvivenza.
A far vacillare la sua natura divina è soprattutto la rabbia espressa (dopo essersi mostrato privo di emozioni per tutto l’arco narrativo) quando non riesce ad avere la meglio su Clive nello scontro finale.
Qui si vede l’inversione principale dei ruoli di Dio e del Diavolo in Final Fantasy XVI; la chiave del parallelismo con Paradiso Perduto, che racconta nel Libro V della rivolta di Lucifero scatenata dal suo essere contrario alla volontà del Signore di mettere il Figlio al proprio fianco, scavalcando gli angeli che da sempre lo hanno servito.
In Final Fantasy XVI, è Dio a non sopportare il fatto che l’umanità non solo gli ha voltato le spalle, ma potrebbe anche aver pregato per l’avvento di Mythos anziché per il suo ritorno.
L’ipotesi proviene da Joshua nei suoi (stavolta davvero) ultimi attimi, morente tra le braccia di Clive. Il murales di Porta Fenice, ritrovato identico anche in altre strutture simili, illustra gli Eikon rivolti verso una creatura che sembra Ifrit alato. Si tratta in realtà della forma manifestata di Ultima, come se anch’esso potesse trasformarsi in un Eikon: un Ifrit dalle fiamme blu e munito di ali angeliche. Tuttavia, tra gli Eikon del murales non è presente la Fenice, portando alla mente di Joshua come Ifrit e Fenice riescano a unirsi in un unico Eikon alato.
Pur se rifiutato dalla Fenice, Clive ha sempre avuto parzialmente la sua benedizione. Un legame più profondo di quanto sembri, al punto da dargli il potere di un essere che Ultima chiama Logos.
Alle nostre condizioni
Mythos, il ricettacolo cercato da Ultima, porta il nome del racconto mitico, e Logos, il nome del discorso razionale.
Paradossale il fatto che la parola di Dio rientri nella prima categoria, mentre quella del Diavolo, in veste di araldo dell’umanità, appartenga alla seconda, ma così è in Final Fantasy XVI.
Una storia che inverte il punto di vista che John Milton esprime in Paradiso Perduto, secondo il quale Dio è giustificato a punire l’uomo in quanto egli ha voltato le spalle al suo creatore, scegliendo deliberatamente di peccare.
Final Fantasy XVI pone invece la situazione di Dio che viene punito per aver voltato le spalle all’uomo, avendo dato ascolto più al proprio lato “divino” che lo rende diverso, anziché al lato umano che unisce tutti.
Dunque, Logos, poiché Clive e tutte le persone che lo hanno assistito non promettono un mondo perfetto, anzi sanno bene che il male è insito nell’umanità, ma che sia un mondo dove le differenze non vengono imposte da quanto si è in grado di usare la magia, e che non rischi di morire a causa di essa.
Agli occhi del lettore, i Libri di Paradiso Perduto dedicati interamente alle vicende nell’Eden o in Paradiso, escludendo tutto ciò che riguarda Satana, possono apparire a tratti noiosi nel descrivere una perfezione che certamente non appartiene al genere umano.
A meno di guardare da un punto di vista religioso, un mondo privo di, ahinoi, eterna lotta tra bene e male è quasi incomprensibile agli occhi di una persona.
Nei Libri XI e XII di Paradiso Perduto, l’angelo Michele mostra a Adamo una visione di ciò che accadrà all’umanità in futuro, fino al giorno in cui il Figlio di Dio, fatto uomo, si sacrificherà per i loro peccati. In Final Fantasy XVI, è Clive, il Demonio, a sacrificare la propria vita per distruggere Origine, rimuovere l’incantesimo primogenesis, e donare finalmente all’umanità un mondo senza magia.
Come Adamo ed Eva che si incamminano per il mondo, lasciandosi alle spalle il paradiso terrestre dal quale sono stati scacciati, anche Clive se ne va con il sollievo di aver donato all’umanità il mondo che sognava, pur dovendo lasciare per sempre il suo nuovo Paradiso perduto.