Io,Ludwig Van Beethoven: vivere l’arte è terribilmente complicato
Nella magica cornice dei Bagni Misteriosi del Teatro Franco Parenti di Milano, Corrado D’Elia ha portato lunedi 1 luglio 2024, Io,Ludwig Van Beethoven.
Un racconto vivo, emozionante, che si fonde con la musica potente del compositore e sembra a tratti sfiorare corde personali dell’attore stesso.
Difficile raccontare a parole la musica, esordisce, noi che non sappiamo raccontare le nostre emozioni. Ma lui in realtà, ci riesce benissimo. Cammina a piedi nudi nell’anima. E i 900 spettatori che hanno riempito tutti i settori di questo splendido spazio, lo sanno bene.
Io,Ludwig Van Beethoven: rinuncia alla teatralità, solo spazio alla narrazione.
D’Elia è solo su un piccolo palco rialzato, vuoto, privo di qualsiasi elemento scenografico e/o decorativo.
È semplicemente seduto su un alto sgabello, in abito scuro, camicia bianca e cravattino nero non annodato. Ci parla di questo bimbo prodigio, delle botte prese dal padre alcolizzato, che sfoga su di lui i propri fallimenti. E di come da subito la musica si fonda in lui, che arriverà invece a parlare molto tardi.
La sua carriera è precoce. Considerato un genio musicale in tutta Vienna, soffre della mediocrità altrui, anche dei suoi estimatori. Per questo tende ad isolarsi. Ha difficoltà a confrontarsi con i musicisti per lui sempre troppo superficiali nell’eseguire le sue composizioni. È trasandato, ha un’andatura scimmiesca. Viene considerato burbero, ostinato. Lo chiamano la scimmia.
La musica è per lui, l’unica vita possibile.
Vivere l’arte come una ferita aperta.
D’Elia indugia su questi aspetti intimi e personali di Beethoven, in genere poco esplorati.
A tratti sembra che quel musicista gli parli e parli di lui stesso attore.
Come se vivere l’arte sia terribilmente complicato e D’Elia lo sappia bene. Richiede infatti di incarnarsi in lei, perdendosi. Come avere un taglio interiore, una ferita aperta, all’interno della quale smaterializzarsi.
C’è infatti nell’essere genio, la difficoltà di vivere la quotidianità. Che necessariamente è accompagnata dalla solitudine, amplificata poi, dalla sordità del compositore che lo porta ad isolarsi sempre di più.
Punto centrale dello spettacolo, oltre alla sordità, è la genesi della Nona Sinfonia, un inno alla fratellanza, alla gioia, un respiro che sboccia da dentro. Una sorta di preghiera laica scritta da chi, non felice tra gli umani, sogna invece di esserlo.
La stagione estiva dei Bagni Misteriosi continua con Ambra Angiolini, Lucilla Giagnoni e Alessio Bertallot, Filippo Timi, Alessandra Faiella, Arianna Porcelli Safonov, Massimo Recalcati, Maria Cassi e tanti altri. In cartellone anche musica e incontri.
Io,Ludwig Van Beethoven
progetto e regia Corrado d’Elia
con Corrado d’Elia
tecnico luci Francesca Brancaccio
tecnico audio Matteo Gobbi
grafica Chiara Salvucci
produzione Compagnia Corrado d’Elia
Durata: 1 ora e 10 minuti