Tchaika a Teatro India: poetica sul crepuscolo di un’attrice
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Il 21 e il 22 maggio va in scena al Teatro India “Tchaika”, un viaggio introspettivo e dai risvolti ironici all’interno della carriera di una vecchia diva, costretta a fare i conti con i limiti della propria età e la passione per la sua professione.
Si tratta di una piéce liberamente ispirata a “Il Gabbiano” di Anton Cechov, realizzato da Natacha Belova, regista e marionettista, e Tita Iacobelli, attrice cilena, la cui voce e i cui movimenti incarnano quelli dei personaggi all’interno dell’opera teatrale, in uno spettacolo di pura maestria performativa. In “Tchaika”, infatti, una vecchia attrice al crepuscolo della sua carriera torna a recitare sotto le sembianze di un burattino a misura umana – che non è altro che il doppio invecchiato della stessa Tita Iacobelli, a cui presta la postura, il braccio e la voce.
La trama
“Tchaika” è un’opera del 2018, divenuta in poco tempo un fenomeno teatrale dal grande consenso di pubblico e critica, trionfando in diversi concorsi internazionali. Racconta la storia di una vecchia attrice che si muove smarrita all’interno del suo camerino, quando una giovane donna le ricorda la ragione della sua presenza: deve interpretare il suo ultimo ruolo, quello di Arkadina, uno dei personaggi principali de “Il Gabbiano” di Cechov. La sua memoria, però, è logora, non ricorda le battute, né tantomeno la sequenza degli atti della piéce. Nonostante ciò, lei insiste per andare in scena e dare questo ultimo slancio ad una lunga carriera, che deve abbandonare. L’attrice finisce per confondere il suo personaggio con la sua vita, facendo intrecciare il suo passato con le parole di Arkadina, la sua memoria con la realtà. È uno spettacolo magnetico, in cui lo spettatore viene catturato dall’unica performance di Tita Iacobelli, che assume via via i tratti di vari personaggi: l’anziana attrice-burattino, la giovane donna con cui dialoga, un peluche che impersona il figlio stesso di Arkadina, Konstantin. Il tutto viene rappresentato all’interno di una scenografia spoglia, fatta di pochissimi elementi, tra cui un tavolo e una poltrona ricoperti da un lenzuolo, come i mobili di una vecchia casa, ormai abbandonata da anni.
Un soffio di polvere
L’opera di Natacha Belova e Tita Iacobelli conduce lo spettatore in un’atmosfera irreale e surreale, che parla di teatro, in un miscuglio tra realtà e finzione, in cui la recitazione rappresenta la vita, la speranza e la passione, ma deve fare i conti con la vecchiaia, con i suoi limiti e con la morte stessa. Un velo di polvere cade sul palcoscenico, prima di mostrare i tratti del burattino-attrice e di sentire la sua voce roca e incerta. Un soffio di polvere avanza verso gli spettatori quando l’attrice è in procinto di truccarsi; un altro soffio di polvere esce fuori dalla vecchia poltrona in cui è seduta. Nonostante ciò, la diva insiste, vuole recitare e, anzi, vuole calcare nuovamente il palcoscenico nei panni di Nina, la ventenne protagonista della piéce di Cechov, che lei stessa aveva interpretato da giovane. L’associazione ad Arkadina-Nina ricalca nel profondo l’essere di questa diva invecchiata, che sembrerebbe essere più vicina al personaggio di Arkadina, per la sua età e la sua lunga carriera di attrice, ma che nutre le stesse illusioni e disillusioni del giovane personaggio di Nina, paragonata, da Cechov, ad un gabbiano che viene ucciso dall’uomo che la corteggia. Il nome della stessa attrice protagonista dell’opera di Belova e Iacobelli è, infatti, Tchaika, “gabbiano” in russo. Tuttavia, il giorno dopo andrà in scena il suo ultimo spettacolo e, a questo, lei non vuole rinunciare. “Tchaika” è un viaggio di un’ora nelle inquietudini di un’attrice, di una donna che vede la carriera che tanto ha amato volgere al termine. Attraverso le varie interpretazioni di Tita Iacobelli vediamo le sfaccettature di una vita intera, fatta di sogni, di passioni, ma anche di timori, di decadenza e di pura accettazione dei propri limiti. Alla fine, l’attrice balla, consapevole, pronta per lo spettacolo dell’indomani, il suo ultimo.