Hamilton, in Messico il quarto titolo
Alla fine è arrivato qui in Messico, forse troppo presto per come i tifosi della Ferrari avevano immaginato. Probabilmente hanno riposto le loro speranze in una vittoria, cosa che visto il ritmo delle Rosse era perfettamente logico augurarsi se non fosse stato per quel contatto al via. Un contatto che ha spedito in fondo al gruppo i contendenti al titolo, innescato da Vettel che ha bucato la posteriore destra di Hamilton rompendo a sua volta il suo alettone anteriore. Il tutto per resistere all’attacco di Max Verstappen, il quale si è aggiudicato la vittoria con una velocità straordinaria e la sua solita aggressività nei duelli ravvicinati. Duelli nei quali l’olandese ormai sembra inarrestabile rispetto a tutti i piloti in griglia, come a dire spostati o ci rimetti con un incidente, oppure ti sorpasso fuori pista. Max ha condotto il Gran premio del Messico come una furia, non lasciando scampo al recupero dell’altra Mercedes di Valtteri Bottas, secondo al traguardo in una gara per lui solitaria, troppo lontano da Verstappen davanti e da Raikkonen dietro. Il finlandese della Ferrari, per parte sua, ha svolto bene il suo lavoro; è rimasto invischiato nel caos del primo giro ma ha recuperato con un ottimo ritmo a suon di giri veloci e a pit stop ineccepibili issandosi sul terzo gradino del podio. I protagonisti dell’appuntamento messicano, Lewis Hamilton e Sebastian Vettel, si sono invece sfidati in una rimonta dal fondo del gruppo dopo il contatto al primo giro. Il tedesco è apparso come quello più in palla, con una progressione irresistibile fino al quarto posto finale e la pole position conquistata al sabato. Una Ferrari assolutamente in grado di competere con la Mercedes con un passo gara al livello della rivale. L’inglese invece ha faticato di più nella sua rimonta, chiudendo al nono posto dopo un durissimo duello con la Mclaren di Fernando Alonso. Probabilmente Lewis è stato più cauto poiché consapevole che gli sarebbero bastati pochi punti e un Vettel fuori dal primo o dal secondo posto, e ha preferito non correre rischi. Lewis Hamilton ha così conquistato il suo quarto titolo di Campione del Mondo, eguagliando il suo rivale Sebastian Vettel e il francese Alain Prost. E’ stato un mondiale che si è giocato quasi fino alla fine del campionato, assegnato a due gare dal termine, con una Ferrari che è stata in testa alla classifica dall’inizio del campionato fino ad agosto e che si è giocata le sue chance con dei problemi di affidabilità decisivi per la vittoria di Hamilton e della Mercedes. Il mondiale non è stato perso qui in Messico, e neanche a Singapore con il famoso incidente, ma con gli appuntamenti chiave in Malesia e in Giappone, dove i problemi meccanici hanno privato con tutta probabilità la Ferrari di una doppietta a Sepang e di una lotta per la vittoria a Suzuka. Punti che avrebbero sicuramente permesso a Sebastian Vettel di arrivare ad Abu Dhabi appaiato ad Hamilton e con una vettura velocissima quanto la Mercedes. E’ qui che si dovrà lavorare il prossimo anno. Hamilton e la Mercedes hanno meritato questa vittoria, si sono dimostrati i più veloci e i più affidabili, con una sola rottura sulla macchina di Bottas in Spagna, capaci di far finire a Lewis Hamilton finora tutte le gare, di far conquistare al pilota inglese il primato nel numero di pole position superando Michael Schumacher e di approfittare delle situazioni in cui gli avversari potevano sferrare il colpo decisivo e l’hanno mancato. Se la Ferrari nel 2018 vorrà riprendersi il mondiale, dovrà coniugare alla perfezione velocità e affidabilità , proprio come ai tempi del Kaiser.
Ordine d’arrivo:
- Verstappen (Red Bull)
- Bottas (Mercedes)
- Raikkonen (Ferrari)
- Vettel (Ferrari)
- Ocon (Force India)
- Stroll (Williams)
- Perez (Force India)
- Magnussen (Haas)
- Hamilton (Mercedes)
- Alonso (Mclaren-Honda)
- Massa (Williams)
- Vandoorne (Mclaren-Honda)
- Gasly (Toro Rosso)
- Wehrlein (Sauber)
- Grosjean (Haas)
- Sainz (Renault) ritirato, sterzo
- Ericsson (Sauber) ritirato, motore
- Hartley (Toro Rosso) ritirato, motore
- Hulkenberg (Renault) ritirato, motore
- Ricciardo (Red Bull ) ritirato, turbo
Alessandro Cristiano
31/10/2017