La stratificazione del potere: tra egoismo individuale e prospettive future
Dopo 6 anni di crisi economica, a peggiorare la situazione del Paese stà contribuendo la paralisi del sistema decisionale politico, aggravandone lo scenario sia in termini di coesione sociale, sia di fiducia dei cittadini nei confronti delle Istituzioni Nazionali ed Europee.
Lo stallo politico, come ha riferito Squinzi, Presidente di Confindustria, può costare un punto di PIL. A mio avviso uno stallo politico costa al Sistema Paese anni di credibilità in termini di fiducia e attrazione di investimenti diretti esteri verso l’Italia.
Non abbiamo un governo e non abbiamo il lavoro per poter sostenere le future generazioni ed i futuri governanti. Nel 2012 ci sono stati più di 1 milione di licenziamenti (dati Ministero del Lavoro) e più di 4000 aziende chiuse all’inizio del 2013 secondo gli ultimi dati Istat.
Negli ultimi tre mesi del 2012 la disoccupazione nell’area euro ha raggiunto livelli senza precedenti e peggiorerà nel primo trimestre di quest’anno. Il tasso di disoccupazione si attesta all’11.6%, vicino ai massimi storici di Gennaio (11,7%).
In discesa il tasso di disoccupazione giovanile (persone di età compresa tra i 15 e i 24 anni) che si è attestato al 37,8% a febbraio, in calo dello 0,8 punti percentuali rispetto a Gennaio, ma in aumento del 3,9 punti percentuali rispetto al febbraio 2012: in totale sono 647mila i giovani in cerca di lavoro. Questo è quanto emerge dal triste rapporto dell’ultimo bollettino mensile della Banca Centrale.
I dati citati fotografano una situazione di disagio sociale notevole e, tuttavia la nostra politica si dimostra incapace di risolvere i molteplici problemi che affliggono il Paese. Ma cosa è rimasto della politica nostrana?
Il Partito Democratico è fermo al palo, con continue discordanze interne sia in merito alla rosa dei nomi da presentare per il Quirinale sia per l’accettazione o meno di Bersani come futuro leader. La Lega Nord rimane ancorata alle ideologie di divisione piuttosto che unione, soprattutto in una fase in cui l’unione può dare forza alla gente in continua disperazione. Il PDL che non decide ma fa decidere agli ”avversari” ed infine il Movimento 5 stelle impegnato ad occupare i palazzi del potere.
Nulla è più come prima. Il nostro Paese ha bisogno di risposte urgenti, anzi urgentissime. La prima dovrebbe riguardare il lavoro, condizione sufficiente e necessaria in una moderna democrazia, fornendo linee guida puntuali per risolvere la disoccupazione giovanile. La seconda riguarderebbe la pressione fiscale nel MondoImprese e least but not last lo stato attuale della coesione sociale e territoriale.
L’Italia stà rischiando oltre alla stagnazione economica, la stagnazione sociale. La gente spera in tempi migliori, senza vedere luce. I giovani, l’unica luce in questo buio totale fuggono all’’estero. Cosa rimane? Rimane un Paese con una grande storia alle spalle che vuole dire ancora la sua, cancellando per sempre decenni bui ed iniziare a scrivere il presente da grande Paese quale siamo.
Marco Franco
12 aprile 2013