I problemi italiani hanno le ferie lunghe

E’ uscito stamane il bollettino della BCE che prevede una “graduale ripresa nel prosieguo dell’anno e nel 2014”, rispettivamente pari a -0,7% quest’anno e +0,9% l’anno prossimo.
Nel bollettino si legge inoltre che i rischi per le prospettive economiche dell’area euro “continuano ad essere orientati al ribasso” e “la riduzione del rating della Francia da parte di Fitch e di quello dell’Italia da parte di S&P hanno avuto impatti limitati sui mercati obbligazionari”.
L’Italia è sotto recessione ormai da due anni consecutivi e le vie d’uscita sembrano, ahimè, ancora molto lontane, sebbene le proiezioni della Banca Centrale, almeno per l’anno venturo, facciano sperare il contrario. Difficile crederci!
“La situazione migliora, ci sono segnali di ottimismo”, affermò Mario Draghi alla chiusura dell’assemblea annuale dell’Fmi, a Tokyo, nel lontano Ottobre 2012. Queste parole sentite e risentite risuonano nel grigiore attuale come tonfi nel vuoto per mancanza di credibilità dei governanti europei e nazionali.
La recessione, date le ultime analisi, sebbene in fase di arresto, non sembra lasciare il nostro Paese. A problemi seri, seri rimedi. Infatti, il turno delle tanto sperate misure urgenti per il Paese non è ancora giunto, poiché, il governo ha deciso di chiudere baracca. Il portone di Montecitorio chiuderà per ferie sabato prossimo. Prima della pausa estiva dovrebbero essere approvate le seguenti leggi: omofobia (approvata oggi con D.L), il nuovo finanziamento pubblico ai partiti, slittato al 10 settembre ed infine la legge sulla diffamazione. Questa maggioranza è la “scuola politica del rinvio”, ha commentato Luigi de Maio, vicepresidente della Camera.
In questo mare magnum di contraddizioni alcune verità tuttavia sembrano inequivocabili. La prima riguarda il governo delle larghe pause, fondato su disinteressi inconciliabili tra due fazioni. E’ un gioco a somma zero. Il PDL ha come interesse principale la salvezza di Berlusconi. Le manifestazione di Roma e i diversi commenti dei parlamentari ne sono la dimostrazione. Servamus Berlusconem… per amor del popolo!
La seconda verità sta nel continuo nascondere la durata della crisi sotto un tappeto con analisi e correzioni (quasi sempre al ribasso) che rinviano al futuro riforme serie e lungimiranti, come quella del lavoro, sulla tassazione alle imprese e lotta alla disuguaglianza. A tal proposito è opportuno ricordare che l’Italia è tra i paesi che registrano le maggiori disuguaglianze nella distribuzione dei redditi, seconda solo al Regno Unito nell’Unione europea e con livelli di disparità superiori alla media dei paesi Ocse.
Cercavo una terza verità e l’unica che mi è venuta in mente è che in questo immenso marasma economico istituzionale, vedo negli occhi della gente, seppur colmi di rabbia, una grande speranza rivolta al domani, condotta ahimè, in gran silenzio, sguardo basso e denti stretti. E questa è la più grande verità.
di Marco Franco
8 agosto 2013