Viaggio sottozero dei vaccini della speranza

Nel rumore alienante di un deserto periferico romano dove viviamo, denso di verde, luci ed ombre di una eterogeneità tanto umanamente tangibile, si è andato consumando un fine dicembre 2020 che non sarà possibile dimenticare. Da noi e in tutta Italia. Da noi e in tutto il mondo.
La prima, piccola dose di speranza, ci è giunta proprio sotto Natale, una lunga teoria di camion provenienti dalla base militare di Pratica di Mare verso l’ospedale Spallanzani di Roma. Uno spettacolare e muto esercito, custode di quel prezioso carico che deve sottostare a un severo e costante monitoraggio per rispettare la catena del freddo a -70° sotto lo zero. A tal riguardo, non tutti i vaccini sono uguali, ma il discorso porterebbe troppo lontano.
Il colore della “parola”
Un vecchio proverbio ammonisce che “la parola è d’argento e il silenzio è d’oro”. Dipende. Mai come in questo nuovo anno colmo di interrogativi e numerose incognite, sembra che la “parola” debba invertire la sua cromìa in un’accezione tutta speciale, laddove il cittadino si attende di essere illuminato in ogni particolare sull’assunzione dei vaccini anti Covid, evitando frettolosi bizantinismi scientifici non facilmente comprensibili dalle persone comuni. Vai a parlare alla gente di strada della proteina “Spike” e strabuzzerà gli occhi, correndo in farmacia per chiedere quanto costa e se serve la ricetta del medico per portarsela a casa.
Battute a parte, ci piace esprimere ogni più ampio apprezzamento, se non vero amore, per quella Scienza con la maiuscola che ci ha schiuso le porte del sapere, pur nell’evidenza storica che anch’essa va soggetta a continui cambiamenti e quindi passibile di enunciazioni non sempre scontate.
Gli “step” del vaccino
Il benedetto vaccino possiede tuttavia un’anima irrequieta. Come noto, la sua somministrazione dovrà procedere a gradini successivi per poter testare la sua efficacia immunitaria tra la prima e la seconda dose, che avverranno nell’arco di tempi non brevi. Alcune fonti parlano di nuovissimi tipi di vaccino da … digerire in unica dose, ma comunque ancora in via di sperimentazione. Al di là di facili “fake” che bombardano al momento il web creando confusione su confusione, va ribadito che i nostri istituti di ricerca si muovono su metodi molto severi, ritenuti in realtà perfetti, nei loro studi sperimentali sui vari tipi di vaccino esistenti.
In definitiva, l’ufficialità ci informa che potremo uscire dal vicolo cieco in cui ci troviamo solo quando l’80% della popolazione sarà stata vaccinata per giungere alla famosa “immunità di gregge“. Ma già da qualche parte si parla dell’85% , lasciandoci ancora una volta confusi e circonfusi dalle “verità” più ballerine dei d.p.c.m..
Cos’è la “rolling review”?
Puntuali e soddisfatte fonti governative hanno assicurato che tutti i cittadini italiani potranno essere coperti dal vaccino entro gennaio, mentre i più cauti si tengono sulla difensiva. In realtà, si è ora in attesa che ne giungano altre milioni di dosi, bloccate dalle avverse condizioni meteo e da altri inevitabili “flop”.
Va detto che l’EMA (Agenzia Europea del Farmaco) ha dato il via anche al vaccino “Moderna”, convalidando così un secondo vaccino a nostra disposizione. Tale Agenzia lavora infatti con una procedura finalizzata, definita come “rolling review“, consistente nel valutare le singole parti del dossier man mano che vengono presentate dalle aziende farmaceutiche, anziché attendere l’invio di un dossier completo. Come dire, una sorta di necessario “working in progress”.
Le “varianti” globe-trotter
Con buona pace di quanti nutrono una certa perplessità nei confronti della “variante” Covid della Gran Bretagna, va detto che il vaccino a nostra disposizione è un ottimo deterrente anche a tale ceppo, mentre per quello della variante sudafricana, battezzato 501-V2, esiste una maggiore refrattarietà.
L’infettivologo Massimo Andreoni, ordinario dell’Università di Roma Tor Vergata, informa che “già numerose varianti sono state segnalate, ma che il vero problema è incentivare la popolazione a vaccinarsi in modo che i nuovi ceppi avranno vita difficile se la popolazione risulterà immune”. Questi virus vagabondi, che circolano da tempo sulle nostre teste e sotto la suola delle scarpe creano una certa preoccupazione. Attenzione quindi a dove mettere i piedi, a protezione di noi stessi e degli altri da un contagio che non bussa alla porta di nessuno prima di entrare a farci visita.
Screening di massa : una scena da “Nuremberg”
Al di là dei molteplici e accattivanti slogan relativi al V-day europeo, ci piace rivolgere lo sguardo a quella encomiabile realtà regionale delle Marche, la prima in Italia ad organizzare, partendo dal dicembre scorso, una serie di screening di massa per il rilievo del tampone anti-Covid su base volontaria e gratuita. Ebbene, tra i vari siti prescelti per l’operazione, ci è giunta in particolare l’immagine interna di quell’ampia struttura del Palazzetto dello Sport anconetano, destando in noi un “flash” piuttosto bizzarro.
L’inquietante e spettrale atmosfera di quell’ innumerevole teoria di persone in fila per il tampone non può non averci riportato alla mente il processo di Norimberga, proceduto a tappe successive, laddove i criminali nazisti attendevano il loro turno, l’uno via l’altro, per il verdetto tribunalizio. Per carità, non sembri irriverente tale accostamento, quanto frutto di una nostra vaga e forse onirica contemplazione. Ci verrà in aiuto Carl Gustav Jung con la sua “psicologia analitica” e i suoi riflessi archetipali nell’inconscio collettivo.
L’abbraccio dei pianeti
Si è chiuso così un anno tra i più devastanti, con un dicembre governato dalla insolita quanto cruciale congiunzione di due pianeti, Giove e Saturno, che non erano così vicini da circa otto secoli e che, stando all’astrologia, sono portatori di profondi mutamenti sociali. Lungi dall’affidarci supinamente alle più disparate elucubrazioni astrologiche di alcuni pseudo imbonitori in materia, non sembra poi così peregrino ritenere che l’uomo, come parte integrante dell’universo, possa prescindere dall’influsso di quanto avviene lassù, nei nostri cieli. D’altro canto, non occorre far professione di scetticismo per considerare come ogni secolo della storia umana vada incontro ad inevitabili quanto fisiologici cambiamenti.
La prossima congiunzione, una bazzecola, avverrà nel 2080. Che ne sarà a quel momento del nostro pianeta meglio chiederlo al Padreterno. A noi che viviamo un precario presente, di sfiancante attesa ma di fiduciose aspettative di affrancarci dall’impasse del virus, non resta che contare le pecore di un “gregge” in faticosa transumanza, il cui pastore rimane ancora il …solito ignoto.