Le aberranti tragedie sociali nei “due cervelli” di Rita-Levi Montalcini

Possiamo chiudere ogni frontiera terracquea, possiamo mettere sotto chiavistello ogni oggetto materiale, ma se c’è una cosa impossibile da arrestare con un lock-down quella è il pensiero. A questo riflettevamo quando, allo scopo di alleviare le nostre preoccupazioni del periodo, ci viene rivolta la classica frase “non ci pensare”. Ebbene, sorge spontaneo rispondere alle affettuose esortazioni dei nostri amici con un divertito mezzo sorriso.
Come viaggia il pensiero dentro quella imperscrutabile scatola cranica è l’enigma che Rita-Levi Montalcini ha cercato di mettere in luce nei suoi lunghi studi, condotti a più riprese tra l’Italia e gli Stati Uniti. La neurologa torinese, scomparsa nel 2012, è stata l’unica scienziata ad aver vinto il premio Nobel per la medicina nel 1986 insieme allo statunitense Stanley Cohen (recentemente mancato) per la scoperta del “Nerve Growth Factor”.
Il ” Nerve Growth Factor” – Cos’è?
Certi che questa scoperta pionieristica abbia una determinante valenza scientifica nel settore di certe malattie che continuano impietose a catturare gli abitanti del nostro pianeta, vediamo intanto di che si tratta coi semplici termini divulgativi dei non addetti ai lavori.
L’NGF o “Nerve Growth Factor” (Fattore di Crescita Nervoso) è una proteina, cioè il segnale decisivo nello sviluppo del sistema nervoso centrale dei vertebrati. Grazie a questa proteina è possibile curare quelle malattie neurovegetative come l’Alzheimer, che ad oggi coinvolge oltre mezzo milione di persone, nonché la cosiddetta SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica) che fa parte delle malattie rare invalidanti. Quest’ultima grave infermità, i cui costi di cura molto esosi gravano sulle famiglie, è purtroppo ancora in fase di studio in quanto non si riescono a comprendere a fondo le sue cause scatenanti, che possono essere di carattere genetico oppure ambientale.
Occorre ricordare in merito che la Montalcini volle istituire nel 2002 la Fondazione EBRI (European Brain Research Institute), centro senza scopo di lucro ed altamente specializzato con sede nella Capitale, dove attualmente, a voler continuare la sfida, si sta procedendo in maniera molto attiva a favore dei problemi anti-Covid. Tra i suoi obiettivi, importante quello di favorire il rientro in Italia di quei giovani “cervelli” fuggiti all’estero alla ricerca di maggiore tutela delle loro condizioni di lavoro da tempo disattese nel nostro Paese.
Chi siamo, con due cervelli in testa
Questa donna dal multiforme ingegno non si è fermata un attimo a scrutare sul contenuto delle cellule che ci girano nella testa. Ed è piuttosto sorprendente quanto ci svelò sull’esistenza dentro di noi di ben due cervelli.
Il primo è il cervello arcaico, l’altro quello cognitivo. Il primo viene localizzato nell’ippocampo (ma c’è chi afferma che la sua influenza si diffonda addirittura in ogni organo del corpo) ed è un… affarino assai minuscolo, che non si è mai evoluto da tre milioni di anni fa ad oggi, non differendo molto tra quello dell’homo sapiens e quello dei mammiferi inferiori. Esso è di gran lunga il più forte, il più potente, che lo fa prevalere su quello cognitivo in determinati periodi della storia umana con lo scatenarsi di conflitti mondiali e insofferenze sociali di ogni tipo. Il cervello più giovane, quello cognitivo, risiede invece nella neo corteccia cerebrale e andò sviluppandosi giusto quando, dai grugniti dell’australopiteco, l’uomo andò acquistando passo dopo passo l’uso della parola.
Oggi, nello sconvolgimento globale provocato dalla pandemia Covid, si riaffaccia bello bello quell’esserino prepotente del cervello arcaico che non vale alcuna logica razionale per metterlo definitivamente “knock out”. “Riuscire a controllare quella parte del cervello – sosteneva la Montalcini – sarebbe un gran traguardo per l’Umanità“.
Anche il cuore reclama il suo cervello
Nell’interdipendenza di tutti i nostri organi, dai piedi al cervello, il cuore resta il centro del nostro corpo, quello che muove il variegato universo delle nostre emozioni. Parlando di cuore, è facile farci prendere dai sentimentalismi del S. Valentino, coi cuoricini di cioccolato che ci addolciscono la bocca, ma il signor Cuore, che sembra coi suoi palpiti provocare l’innamoramento fra due esseri umani, è molto più prosaicamente una macchina dotata di campi elettromagnetici i quali, si calcola, sono 5000 volte più forti del campo magnetico del cervello. Tali valori possono essere rilevati nientemeno che a diversi metri di distanza dal corpo attraverso “magnetometri sensibili”. Sarebbe assai utile, perchè no, munirci di questi strumenti da portare appresso per consentirci di misurare le nostre sensazioni alla vista di colui, o colei, che ci scatena il fatidico “colpo di fulmine”….
” Elogio dell’imperfezione “
Si può ben dire che la tesina autobiografica “Elogio dell’imperfezione” della Montalcini rappresenti il breve compendio delle sue ideologie, in qualche modo il suo testamento spirituale. “E’ certo che i totalitarismi, le dittature, i fondamentalismi – sosteneva – hanno sempre fatto appello alle pulsioni arcaiche dell’uomo, strumentalizzandole…. L’unico vero antidoto a tutto ciò è la cultura, la conoscenza”.
Ci piace infine ricordare che avemmo occasione di conoscere personalmente questa grande donna e di aver avuto l’immenso piacere di stringerle la mano in occasione di un evento culturale romano alla fine del secolo scorso in onore dell’indimenticato Andrea Camilleri, a quel momento ancora vedente. Quale non fu la ridda delle nostre sensazioni davanti alla minuscola figura della scienziata, la sua chioma bianca sempre ravviata con meticolosa accuratezza, la sua sobria eleganza di un’età senza età, il suo affabile sorriso.
Scomparsa a 103 anni, fino all’ultimo momento dedita alle sue ricerche, se n’andò accasciandosi sul tavolo di lavoro del suo studiolo romano, zeppo di carte che era sua intenzione bruciare poiché ritenute di nessuna importanza. Ma non ne ebbe il tempo. Quanta infinita modestia di cui molti dovrebbero prendere esempio.
Appare piuttosto scontato citare i suoi aforismi, ma ne scegliamo uno in particolare per chiudere con una nota di spirito che non mancava certo alla Montalcini: “Se non riesci a ricordare dove hai messo le chiavi, non pensare subito all’Alzheimer. Inizia invece a preoccuparti se non riesci a ricordare a cosa servono le chiavi” !….