Al Backstage del Habemus Papam.

Descrizione di una Minuscola stanza.
La stanza delle lacrime è una Minuscola antichissima stanza dove ci sono ancora alcuni affreschi che sono stati restaurati e riportati alla luce; una piccola stanza che si trova all’interno della sacrestia della cappella Sistina pochissimi metri quadrati dove il Papa appena eletto si raccoglie innanzitutto su un divanetto rosso: un divanetto rosso damascato che viene usato in questa circostanza, lì il nuovo Papa si raccoglie in un momento di preghiera un momento in cui desidera stare da solo. Si racconta delle lacrime, ad esempio, di papa Roncalli che pianse a dirotto, egli scoppiò in singhiozzi perché non si aspettava questo pontificato e molti scelsero lui perché era un papa anziano pensando a un Pontificato breve un cosiddetto Pontificato di transizione e invece fu un papa come sappiamo- Giovanni XXIII- uno straordinario rivoluzionario, il papa del concilio Vaticano.
Portato poi a termine da Paolo Sesto.
Il nuovo Papa eletto trova nella minuscola stanza innanzitutto tre vesti bianche che sono preparate dal ceto pontificio, tre talari di seta bianca, la mantellina, la tuta bianca in seta in tre taglie diverse naturalmente che si possano adattare al neoeletto e che naturalmente non sapendo chi sarà bisogna preparare delle taglie che possono poi stare bene, che siano adattabili a uno dei papabili.
Poi ci sono la mozzetta cioè la mantellina Rossa corta solenne che non era stata indossata nel 2013 da papa Francesco quando si è affacciato per la prima volta dalla loggia Centrale delle benedizioni, (aveva preferito soltanto la semplicità della talare Bianca) facendo una piccola battuta al cerimoniere “il carnevale è finito quella la può indossare lei”.
Naturalmente vi è la stola che il papa indossa, quella ricamata, ci sono sette paia di scarpe, tra cui le babbucce morbide rosse in capretto, quelle che Papa Francesco non ha mai voluto indossare perché come sappiamo aveva mantenuto le sue scarpe, i suoi scarponcini neri che si era fatto portare addirittura dall’Argentina, volendoli indossare fino all’ultimo anche nel momento della morte. Tutto è pronto, Habemus Papam.
E quello è il suo backstage.
La stanza è un ambiente con volta e lunette su cui si conservano alcuni lacerti di affreschi. Due rampe di scale su un lato e sulla parete di fronte una finestra nascosta da una tenda. Un tavolo e due sedie di legno scuro, un divanetto rosso e un appendiabiti.
Contro la parete di quest’ambiente di servizio incombe la grandezza drammatica degli affreschi di Michelangelo, ma nascosto si conserva ancora quello che doveva in origine concludere il complesso apparato iconografico dell’intera Cappella. Si tratta dell’affresco del Perugino, protetto da una intercapedine dietro il Giudizio, ma tuttavia noto da un disegno dei primi anni del XVI secolo, conservato all’Albertina Museum di Vienna.
È uno spazio senza tempo, che raccoglie emozioni difficili da comprendere, custode centenario di intrighi, emozioni a volte umiltà, c’è un uomo lì, che si prepara per chi ci creda o no, a parlare in nome del suo Dio.