Parte il grattacielo di Intesa Sanpaolo a Torino
Torino – Ci siamo quasi: il progetto del grattacielo di Intesa Sanpaolo sta giungendo al suo compimento. Dopo 6 anni di lavori, il personale della Banca inizierà, nel corso del mese di dicembre, a popolare i nuovi uffici. Il completamento dei trasferimenti avverrà nei successivi mesi di gennaio e febbraio. Il colosso, ideato da Renzo Piano, sarà destinato ha ospitare molte delle strutture centrali in Torino di Intesa Sanpaolo
Sorge a due passi dalla stazione di Porta Susa, alto 166 metri e superato solo di un metro e mezzo dalla Mole Antonelliana, il colosso di 240.000 tonnellate spicca nel panorama torinese. Rivoluzionario, forse non tanto per le forme, quanto per le innovazioni strutturali che lo rendono un edificio avanzatissimo per gli impatti energetici con emissioni inquinanti tendenti a zero in condizioni normali.
Alla base dell’edificio si trova una grande sala multifunzionale in configurazione auditorium, in grado di ospitare 364 spettatori. La scelta di posizionare l’auditorium (un grande spazio senza pilastri) alla base dell’edificio ha comportato la scelta di un sistema costruttivo unico caratterizzato da sei “megacolonne” lungo il perimetro e una grande trave, quale copertura dell’auditorium. Tale copertura è detta “transfer” e con le sue 2.350 tonnellate, serve appunto a trasferire sulle colonne tutto il peso dei 27 piani superiori. Oltre a garantire un auditorium privo di elementi verticali al suo interno, il transfer permette di garantire la massima trasparenza e permeabilità nei confronti della città.
All’interno della struttura sono presenti tra l’altro una mensa da 300 posti e un asilo per 50 bambini, mentre sulla sommità è possibile ammirare una serra bioclimatica dalla quale è possibile ammirare il panorama cittadino.
La facciata dei fronti est e ovest è realizzata da due pareti vetrate distanziate da circa 2,5 metri definita “Doppia Pelle”. Si tratta di una facciata “attiva”, le cui lamelle sono gestite in apertura e chiusura da un sistema centralizzato programmabile. I dati delle differenti condizioni climatiche e di apporto solare, sia giornalieri sia stagionali, sono rilevati attraverso una rete di sensori che, nella stagione invernale massimizza l’utilizzo della luce solare per il riscaldamento degli ambienti, mentre nella stagione estiva disperde il calore.
Per quanto riguarda la climatizzazione si utilizza esclusivamente energia elettrica, garantita da una fonte primaria idroelettrica. L’impiantistica a servizio della climatizzazione degli ambienti è stata progettata per ottenere un sistema ad alto rendimento energetico. Il progetto prevede anche un sistema di raffrescamento che utilizza la ventilazione naturale del doppio solaio di ogni piano sfruttando la differenza di pressione tra le facciate est ed ovest.
Anche al contenimento dei consumi di acqua potabile è stata posta grande attenzione mediante la realizzazione di un sistema di raccolta e riutilizzo dell’acqua piovana e di falda per irrigazione e scarichi bagni. Le condotte delle acque meteoriche della torre convogliano le acque alla vasca di accumulo presente all’interno dell’edificio dal quale viene prelevata per servizi ove non è necessaria acqua potabile.
Il sistema di illuminazione artificiale a led regola l’intensità delle sorgenti in funzione della quantità di luce naturale e dalla presenza di persone. Ciò permette di ridurre in modo considerevole il consumo di energia e aumentare la durata degli elementi illuminanti.
Spesso criticato, il grattacielo è destinato ad ogni modo a diventare il secondo simbolo del capoluogo piemontese. Il simbolo di una Torino che lavora su cui investire.
Ottavia Giannoni
10 dicenbre 2014