Caos e governo del mondo: i cicli dell’egemonia globale
“Ciò che abbiamo di fronte sono le difficoltà della trasformazione del mondo moderno in una comunità di civiltà che rifletta il cambiamento in atto nell’equilibrio di potere fra civiltà occidentali e non occidentali. In particolare, la riemergente civiltà imperniata sulla Cina”. Originariamente pubblicato nel 1999 e ora riproposto da Mimesis, il libro di Giovanni Arrighi e Beverly J. Silver, Caos e governo del mondo, nonostante siano passati venticinque anni, risulta ancora straordinariamente attuale.
Il libro si distingue per la sua ambizione di interpretare l’attuale fase storica come una “transizione egemonica”, caratterizzata dal declino della capacità degli Stati Uniti di regolare il sistema di potere mondiale. Gli autori inseriscono questa crisi nel contesto delle due precedenti transizioni egemoniche della storia moderna: quella del XVIII secolo, che segnò il passaggio dall’egemonia olandese a quella britannica, e quella del XIX secolo, che vide il declino dell’egemonia britannica a favore degli Stati Uniti
I cicli egemonici
Il concetto centrale dell’opera è quello di “ciclo egemonico”. Questo ciclo inizia con l’ascesa di uno Stato che, attraverso la conquista di risorse strategiche, finanziarie e ideologiche, stabilisce un insieme di principi e regole che governano le relazioni internazionali. Tuttavia, l’espansione di questo sistema finisce per minare le sue stesse basi, portando a una fase di transizione caratterizzata da crescenti rivalità tra Stati, competizione tra imprese, conflitti sociali intensificati e l’emergere di nuove configurazioni di potere. Questo caos sistemico può essere superato solo con l’ascesa di un nuovo leader in grado di centralizzare il potere e stabilire un nuovo ordine egemonico.
I vari capitoli del libro offrono un’analisi dettagliata delle tre transizioni egemoniche, esaminandole da diverse prospettive: la “industrializzazione della guerra”, la competizione tra modelli imprenditoriali, l’economia politica dell’egemonia e il confronto tra l’Occidente e le civiltà dell’Asia meridionale e orientale.
Il mondo di oggi
Nella loro analisi sulla contemporaneità geopolitica, Arrighi e Silver mettevano in dubbio la probabilità di una guerra tra le principali potenze globali, sottolineando come il trasferimento del potere finanziario verso l’Asia si accompagnasse al mantenimento del primato militare degli Stati Uniti. Tuttavia, esprimevano il timore che il mondo potesse entrare in un lungo periodo di caos sistemico, caratterizzato da una nuova ondata di conflitti sociali.
Proprio tale “caos” sembra definire, a partire dallo scoppio della Guerra in Ucraina e prima ancora della pandemia, la nuova fase globale. Un nuovo disequilibrio internazionale in fase di assestamento ma fortemente instabile, un interregno o limen, all’interno del quale si apprestano a definirsi i nuovi caratteri della dialettica tra potenze. Uno scenario non lineare in cui il vecchio mondo non è ancora concluso e il nuovo tarda ad aprire le sue ali.