L’Atlante storico di Fabbri: la geopolitica umana fa i conti con la storia del Novecento
I mutamenti storico-sociali degli ultimi anni sembrano poter evidenziare una nuova fase dell’età globale segnata da una cesura dei processi di integrazione economica e dalla definizione di una fase di transizione caratterizzata da instabilità e certezza militare-politica. Tale interregno o età cerniera (“Sattelzeit”), per riproporre un vocabolario caro a Koselleck, delinea una transizione ancora in divenire delle egemonie globali in cui la leadership statunitense appare appannata ma ancora centrale.
La fine degli assetti derivanti dalla guerra fredda ha comportato la necessità di una nuova lente per leggere gli avvenimenti rispetto ad una concezione di fine della storia che vedeva il trionfo del capitalismo liberale e come eco quello di un nuovo ordine mondiale a guida USA. Se l’implosione dell’Urss segna negli anni 90’ il dispiegarsi dell’egemonia americana con la guerra del Golfo e l’assenza di attori in grado di porsi come alternativa a Washington, gli errori commessi dalle amministrazioni americane a partire dagli anni 2000 alimentano la percezione di una fatica degli Stati Uniti nel mantenere il proprio ruolo di “poliziotto” del mondo.
Agli albori degli anni 2000 si definiscono allora nuove letture per cogliere il presente e il prossimo futuro. Sulla base del sistema mondo e sull’analisi della longue durée di Braudel, Giovanni Arrighi leggerà, nel 1999, una nuova fase di caos derivante dalla declinante egemonia USA con un paragone che avvicinerà Washington a quanto avvenuto con la fine della potenza globale olandese e successivamente inglese. Nel 2002 sarà Samuel P. Huntington a cercare di delineare una nuova impostazione interpretativa post-guerra fredda sulla base dello scontro di civiltà.
La geopolitica umana di Fabbri
Con la sua “geopolitica umana” è Dario Fabbri a definire una visione epistemologica per leggere il nostro presente sulla base di un’analisi profonda delle dinamiche antropologiche, linguistiche e sociali dei popoli. Per Fabbri i reali attori della storia non sono le individualità politiche o carismatiche ma le masse popolari caratterizzate da specifiche caratteristiche storiche, forze in grado di produrre leader e figure che solcano il palcoscenico del tempo.
Sulla base di tale impostazione, nasce il nuovo Atlante Storico, proprio, a firma di Fabbri e pubblicato dalla casa editrice Gribaudo. Il testo rappresenta un percorso nella storia del Novecento fino ai nostri giorni. In tal senso risulta di particolare interesse la periodizzazione dell’ultimo trentennio nella quale viene evidenziata l’inizio della egemonia americana negli anni 90’, l’appannamento di questo ruolo con le azioni militari messe in campo da Washington negli anni 2000 ed infine una fase del ritorno della competizione globale.
L’interregno è alle porte e servono nuovi strumenti per interpretarlo e leggerlo, la storia è viva e vegeta.