Afghanistan, Corano bruciato: uccisi due soldati americani

Continuano le violenze in Afghanistan dopo il ritrovamento di alcune copie del Corano bruciate da parte di alcuni lavoratori afghani che raccoglievano rifiuti nella base Nato americana di Bagram.
Ieri scontri in tutto il paese, otto vittime e decine di feriti, le manifestazioni più cruente nella capitale, dove la folla aveva costretto l’ambasciata statunitense a chiudere e lo staff aveva comunicato via Twitter di esser rimasto bloccato, invece nella vicina base militare di Camp Phoenix centinaia di dimostranti avevano lanciato pietre e in seguito dopo aver marciato verso il centro cittadino avevano attaccato degli agenti in assetto anti-sommossa, che avevano successivamente aperto il fuoco.
Oggi arriva la notizia della morte di due soldati americani, uccisi, secondo l’agenzia di stampa Dpa nel distretto di Khogyani (provincia orientale di Nangarhar).
Un ufficiale della sicurezza coperto da anonimato ha dichiarato: “’Era in corso una protesta davanti a una base militare e un agente della polizia afghana ha sparato contro le truppe straniere, uccidendo due soldati. Sembra che li abbia uccisi per vendetta dopo la vicenda delle copie del Corano bruciate”.
Non è ancora chiaro se l’agente responsabile dell’uccisione dei due militari americani sia stato già fermato ma Justin Brockhoff, capitano della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf) ha confermato ufficialmente che: “”un individuo con indosso l’uniforme dell’Esercito afghano ha aperto il fuoco contro soldati di Isaf nell’Afghanistan occidentale, uccidendone due”
In tutto il paese si contano oggi almeno 6 morti e decine di feriti.
Continuano le manifestazioni di “odio” nei confronti degli Usa e del suo presidente Obama, molte persone anche quest’oggi hanno bruciato al sua immagine e proclamato il loro dissenso con slogan come ‘Morte all’America’.
Riguardo alle vittime afghane, la Bbc riferisce di una persona rimasta uccisa, dove altri due civili e due poliziotti sono rimasti feriti. Stando alla ricostruzione fornita del governatorato di Baghlan, nel distretto Baghlan-i-Markazi centinaia di manifestanti hanno tentato di assaltare una stazione di polizia e nei disordini che sono seguiti si sono registrate le vittime.
Un’altra persona è invece morta, a est di Kabul, dove centinaia di afghani sono scesi in piazza per protestare contro gli Usa. è stato uno degli slogan intonati dai dimostranti. A Mehterlam, capoluogo di questa provincia, hanno manifestato più di tremila persone. Durante la mobilitazione è stata anche bruciata un’immagine del presidente americano Barack Obama. Nella provincia orientale di Nangarhar, inoltre, un’altra persona è rimasta uccisa e un’altra ferita. Più a sud, nella provincia di Uruzgan, almeno due persone sono state uccise e altre otto sono rimaste ferite (tre delle quali sono agenti di polizia) in scontri tra manifestanti e forze di sicurezza. Proteste anche ad, dove sono state bruciate bandiere americane.
Nel distretto di Bagrami, a circa trenta minuti da Kabul, un migliaio di persone sono scese in strada per manifestare contro le forze della coalizione.
“Voglio esprimerle il mio profondo rammarico per quanto avvenuto, rivolgo a lei e al popolo afghano le mie più sincere scuse”, con queste parole il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha chiesto scusa per le copie del Corano bruciate in una lettera indirizzata ad Hamid Karzai. Nella lettera si può inoltre leggere che per Obama: “L’errore non è stato intenzionale le assicuro che intraprenderemo tutti i passi necessari per evitare che si ripeta, anche quello di punire i responsabili”.
Enrico Ferdinandi
23 febbraio 2012