Galizia, dichiarato incostituzionale il green-pass: Il certificato è ormai bocciato in tutta la Spagna
Il tribunale superiore della Galizia ha bocciato il Green-Pass, dopo che lo stesso provvedimento è stato preso nelle Canarie ed Andalusia dove sono bastati semplici esposti di comuni cittadini per renderlo illegale.
La Spagna quindi si accoda a nazioni come Svezia, Germania, Inghilterra, Paesi Bassi, Belgio e molti tra i paesi dell’Europa Orientale in cui non esistono disposizioni restrittive in merito o sono molto blande ( solo negli stadi e nei grandi eventi) per la ragione specifica che la costituzione non permette, come dichiarato dal ministro della salute iberico Darìa, l’istituzione del Green Pass.
Approcciandosi a questa notizia si potrebbe pensare che la Costituzione Spagnola sia un testo all’avanguardia nella difesa dei diritti naturali e delle libertà individuali e che si possa ritenere una carta molto avanzata in termini democratici. In realtà guardando alla sua storia non è proprio cosi in quanto il padre della costituzione spagnola fu Adolfo Suarez Gonzalez, un esponente della Falange Spagnola, cioè del partito politico erede in Europa del Mussolinismo da cui ha attinto le idee nazionaliste, socialiste, corporative e l’eredità storica e morale dell’Impero Spagnolo come figlio diretto e legittimo di quello Romano.
Nella stesura della Costituzione Gonzalez si affiancò ad altri politici provenienti dall’esperienza franchista per rendere la transizione da autoritarismo a democrazia costituzionale più indolore e graduale possibile e per raggiungere questo obiettivo si servì del quadro istituzionale franchista, quello denominato delle “sette leggi reali”, che permise lo svolgimento del referendum per l’approvazione, scontata, della nuova legge dello Stato iberico.
In breve possiamo senza ombra di dubbio vedere la Costituzione Spagnola non come la fine del Franchismo ma come una sua continuazione in termini di una maggiore apertura democratica, cosa che è perdurata sino ad oggi. Ma cosa differenzia quindi la carta spagnola, apparentemente uscita da una tradizione autoritaria, da quella italiana, invece democratica e liberale ? E soprattutto perché gli esiti sono opposti a quelli aspettati, cioè la Spagna non ha il green pass e l’Italia si?
Le risposte a questi quesiti sono molteplici e soprattutto opinabili. Di sicuro, nonostante l’eredità franchista non sia morta, la Spagna gode di una “democraticità” più alta dell’Italia in quanto quest’ultima è uno stato centralistico in cui il governo centrale gode di poteri paragonabili solo a quello francese mentre dalle parti di Madrid il cosiddetto “Stato delle Autonomie” è un sistema istituzionale federale dove il governo nazionale detiene la possibilità di attuare provvedimenti che possono forzare la Costituzione in quanto sono le comunità autonome a non permetterlo. Un secondo motivo è sicuramente la maggiore presenza del popolo in Spagna nel ruolo di “oppositore diretto del governo”, basti pensare al movimento indipendentista catalano che per un anno e più ha continuato una serie costante di scioperi, disobbedienze e manifestazioni con altissima partecipazione popolare.
Last but not least, l’ esistenza di una sinistra politica ben articolata con una cultura di base contraria ad ingerenze esagerate dello Stato da un punto di vista culturale e di una destra politicamente liberale e popolare che non ama provvedimenti, come il green pass o il lockdown, che possano mettere a repentaglio la vita economica del paese.
Se la strada spagnola sarà giusta o magari in parte rivista lo vedremo solo vivendo. Quello che è sicuro è che l’esempio iberico non è da sottovalutare ed anzi è da seguire con grande attenzione.